lunedì 23 giugno 2014

La Zarevna Morta e i Sette Bogatyri, Fiaba in Versi di A. Pushkin, Seconda Parte





Come s'adira or la Zarina!
Serra in un pugno la sua manina
e come picchia quel poverino,
come calpesta con il piedino!
"Ah, vile specchio, sii maledetto!
Questo lo dici per mio dispetto.
Con me non deve rivaleggiare,
tanta superbia le fo passare!
E che sia bianca ne son convinta,
sol neve vide sua madre incinta!
Ma dimmi invece: come può quella
esser davvero di me più bella?
Orsù confessa: colgo nel segno,
anche se giri per tutto il regno,
di me non trovi donna più bella,
né in tutto il mondo: specchio, favella!"

"La Principessa è la migliore
candida e rosa come un bel fiore!"

Niente da fare. E la Zarina,
piena d'invidia nera e meschina,
sotto la panca lo specchio getta,
chiama la fida serva Neretta
e le comanda che lesta lesta
porti lontano nella foresta
la Principessa tra i tronchi cupi
e ve la leghi in pasto ai lupi.




Chi mai si sente di tener testa
a tanta furia nera e funesta?
E Neretta la poverina
nella foresta tanto trascina
che indovinata la triste sorte
la Principessa spaurita a morte
prega tremante:"Oh mia diletta,
cos'ho mai fatto io poveretta?
Non mi ammazzare, Neretta amata,
quando Zarina* sarò insediata
ben saprò come mostrarmi grata!"
Quella che in fondo l'è affezionata
di farle male non ha l'ardire,
la lascia andare con dolce dire:
"Non ti crucciare, Dio t'e vicino."
E se ne torna sul suo cammino.
"Allora? - chiede già la Zarina -
che fine ha fatto la graziosina?"
"Nella foresta sta tutta sola, -
quella risponde col pianto in gola -
le braccia invero strette ha legate,
di qualche belva sotto le unghiate
cadrà ben presto e meglio sarà
per lei se in fretta in fretta morrà!"
Ma già si spande la triste nuova:
la Principessa più non si trova!
Dello Zar padre grande è l'angoscia,
ma Elisej Prence Dio prega e poscia
si pone in cerca della sua amata,
della regale sua fidanzata.





(Continua)

* Principessa (figlia del re) in Russo è Zarevna.
La "Zarevna" diventerà Zarina sposando il principe, suo promesso sposo e futuro Zar.

giovedì 19 giugno 2014

La Zarevna Morta e i Sette Bogatyri, Fiaba in Versi di A. Pushkin

Dalla Zarina preso commiato,
lo Zar s'è tosto incamminato,
sola è rimasta lei a guardare
dalla finestra ad aspettare.
Da mane a sera siede ed attende,
fisso sui campi lo sguardo tende
e tanto guarda e tanto scruta
che ormai la vista ha quasi perduta.
Ma dell'amato traccia non scorge,
solo v'è neve che tutto avvolge,
neve che cade e nulla oltre:
cela la terra la bianca coltre.
E nove mesi già son passati
gli occhi dai campi mai ha levati;
guinto è Natale e alla vigilia
alla Zarina Dio dà una figlia.
Alla mattina proprio all'aurora,
tanto invocato, alla buon'ora,
fa lo Zar padre il suo ritorno,
da tanto atteso, la notte e il giorno.
Mentre il suo amato alfin rimira,
profondamente ella sospira,
ma l'emozione più non sopporta,
ed alla Messa è bell'e morta.


Vasnetsov V.


Grande la pena, lungo il dolore,
ma lo Zar era pur peccatore:
passato un anno come in un sogno
di risposarsi senti il bisogno.
A dire il vero quella sposina
non era indegna d'esser Zarina:
bianca, ben fatta, assai slanciata,
era anche accorta ed assennata.
Ma era purtroppo vanagloriosa,
un poco fatua e assai gelosa
e come dote le avevan dato
solo uno specchio, però fatato:
era uno specchio particolare
perché sapeva anche parlare.
Solo con quello si divertiva,
sempre era allegra e assai giuliva
e volentieri con lui scherzava,
piena di vanto gli domandava:
"Specchio, specchietto dimmi tu il vero,
senza menzogna e per intero:
non sono al mondo io la migliore,
candida e rosa come un bel fiore?"
Le rispondeva lo specchio a tono:

"Tu mia Zarina sei la migliore,
candida e rosa come un bel fiore."

E lei rideva tutta giuliva,
con alterigia poi s'impettiva,
strizzando l'occhio a sé ammiccava
mentre le dita forte schioccava,
come un pavone tronfia girava
e nello specchio si rimirava.







Passato il tempo veloce è intanto
e zitta zitta, come d'incanto,
se n'è cresciuta la Principessa,
s'è fatta grande e bella anch'essa.
Bianco è il suo viso, di ciglio è bruna,
d'animo è mite come nessuna.
E il destino per fidanzato
Elisej Prence le ha riservato.
Già lo Zar padre parola ha dato
e già la dote le ha assegnato:
sette cittadi ricche e fiorenti
e di castelli ben centoventi.
La sera prima degli sponsali,
mentre si prova i manti regali,
sta la Zarina con lo specchietto
e vuol sapere al suo cospetto:
"Dimmi, io al mondo son la migliore,
candida e rosa come un bel fiore?"
Ma ora lo specchio che le risponde?

"La tua bellezza certo confonde,
la Principessa però è migliore
candida e rosa come un bel fiore!"





(Continua)

Le Gif animate sono tratte da fotogrammi dell'omonimo film sovietico del 1954.

martedì 17 giugno 2014

lunedì 9 giugno 2014

Biancaneve dei Grimm, Sesta Parte, Morte e Resurrezione


Iban Barrenetxea


Quando i nani udirono l'accaduto, le dissero: 
"La vecchia merciaia altri non era che la scellerata Regina; sta' in guardia e non lasciar entrare nessuno, se non ci siamo anche noi."
Ma la cattiva Regina, appena arrivata a casa, andò davanti allo specchio e chiese:

"Dal muro, specchietto, favella:
 nel regno chi è la più bella?"


Come al solito, lo specchio rispose:

"Regina, qui la più bella sei tu; 
ma al di là di monti e piani, 
presso i sette nani, 
Biancaneve lo è molto di più."


A queste parole, il sangue le affluì tutto al cuore dallo spavento, perché vide che Biancaneve era tornata in vita. 'Ma adesso - pensò - troverò qualcosa che sarà la tua rovina', e, siccome s'intendeva di stregoneria, preparò un pettine avvelenato. Poi si travestì e prese l'aspetto di un'altra vecchia. Passò i sette monti fino alla casa dei sette nani, bussò alla porta e gridò: "Roba bella! Roba bella!"
Biancaneve guardò fuori e disse:
"Andate pure, non posso lasciar entrare nessuno."
"Ma guardare ti sarà permesso", disse la vecchia; tirò fuori il pettine avvelenato e lo sollevò. Alla bimba piacque tanto che si lasciò sedurre e apri la porta.
Conclusa la compera, la vecchia disse: "Adesso voglio pettinarti perbene".


Sulamith Wulfing


La povera Biancaneve, di nulla sospettando, lasciò fare, ma, non appena quella le mise il pettine nei capelli, il veleno agì e la fanciulla cadde priva di sensi.



Barrett A.


"Portento di bellezza! - disse la cattiva matrigna - è finita per te!" e se ne andò.
Ma per fortuna era quasi sera e i sette nani stavano per tornare. Quando videro Biancaneve giacer come morta, sospettarono subito della matrigna, cercarono e trovarono il pettine avvelenato; appena l'ebbero tolto, Biancaneve tornò in sé e narrò quel che era accaduto. Di nuovo l'ammonirono che stesse in guardia e non aprisse la porta a nessuno.
A casa, la Regina si mise allo specchio e disse:

"Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più bella?"


Come al solito, lo specchio rispose:

"Regina, la più bella qui sei tu; 
ma al di là di monti e piani, 
presso i sette nani, 
Biancaneve lo è molto di più."

A tali parole, ella rabbrividì e tremò di collera.
"Biancaneve morirà! - gridò - dovesse costarmi la vita".


Barrett A.


Andò in una stanza segreta, dove non entrava nessuno e preparò una mela velenosissima. Di fuori era bella, bianca e rossa, che invogliava solo a vederla, ma chi ne mangiava un pezzetto, doveva morire.



Lacombe B.

Quando la mela fu pronta, ella si tinse il viso e si travestì da contadina, e cosi passò i sette monti fino alla casa dei sette nani.



Gustafson S.


Bussò, Biancaneve si affacciò alla finestra e disse:
"Non posso lasciar entrare nessuno, i sette nani me l'hanno proibito."
"Non importa - rispose la contadina - le mie mele le vendo lo stesso. Prendi, voglio regalartene una."
"No - rispose Biancaneve - non posso accettare nulla."


Santore C.


"Hai paura del veleno? - disse la vecchia - Guarda, la divido per metà: tu mangerai quella rossa, io quella bianca".
Ma la mela era fatta con tanta arte che soltanto la metà rossa era avvelenata. Biancaneve mangiava con gli occhi la bella mela, e quando vide la contadina morderci dentro, non poté più resistere, stese la mano e prese la metà avvelenata.




Gilbert A.Y.

Ma al primo boccone cadde a terra morta. La Regina l'osservò ferocemente e scoppiò a ridere, dicendo:
"Bianca come la neve, rossa come il sangue, nera come l'ebano! Stavolta i nani non ti sveglieranno più ".



Graban Q.

A casa, domandò allo specchio:

"Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più bella?"


E finalmente lo specchio rispose:

"Nel regno, Maestà, tu sei quella."

Allora il suo cuore invidioso ebbe pace, se ci può esser pace per un cuore invidioso.
I nani, tornando a casa, trovarono Biancaneve che giaceva a terra, e non usciva respiro dalle sue labbra ed era morta. La sollevarono, cercarono se mai ci fosse qualcosa di velenoso, le slacciarono le vesti, le pettinarono i capelli, la lavarono con acqua e vino, ma inutilmente: la cara bambina era morta e non si ridestò.


Lacombe B.


La misero su un cataletto, la circondarono tutti e sette e la piansero, la piansero per tre giorni. Poi volevano sotterrarla; ma in viso, con le sue belle guance rosse, ella era ancor fresca, come se fosse viva.
Dissero: "Non possiamo seppellirla dentro la nera terra", e fecero fare una bara di cristallo, perché la si potesse vedere da ogni lato, ve la deposero e vi misero sopra il suo nome, a lettere d'oro, e scrissero che era figlia di re. Poi esposero la bara sul monte, e uno di loro vi restò sempre a guardia. E anche gli animali vennero a pianger Biancaneve: prima una civetta, poi un corvo e infine una colombella.
Biancaneve rimase molto, molto tempo nella bara, ma non imputridì: sembrava che dormisse, perché era bianca come la neve, rossa come il sangue e nera come l'ebano. Ma un bel giorno capitò nel bosco un Principe e andò a pernottare nella casa dei nani.





Iban Barrenetxea


Vide la bara sul monte e la bella Biancaneve e lesse quel che era scritto a lettere d'oro. Allora disse ai nani:
"Lasciatemi la bara; in compenso vi darò quel che volete".
Ma i nani risposero: "Non la cediamo per tutto l'oro del mondo."
"Regalatemela, allora," egli disse, "non posso vivere senza veder Biancaneve: voglio onorarla ed esaltarla come la cosa che mi è più cara al mondo".
A sentirlo, i buoni nani s'impietosirono e gli donarono la bara. Il Principe ordinò ai suoi servi di portarla sulle spalle.




Ora avvenne che essi inciamparono in uno sterpo e, per la scossa, quel pezzo di mela avvelenata che Biancaneve aveva trangugiato le usci dalla gola. E poco dopo ella apri gli occhi, sollevò il coperchio e si rizzò nella bara: era tornata in vita.
"Ah Dio, dove sono?" gridò.
Il Principe disse, pieno di gioia:
"Sei con me," e le raccontò quel che era avvenuto, aggiungendo: "Ti amo sopra ogni cosa al mondo; vieni con me nel castello di mio padre, sarai la mia sposa".


Santore C.


Biancaneve acconsentì e andò con lui, e furono ordinate le nozze con gran pompa e splendore. Ma alla festa invitarono anche la perfida matrigna di Biancaneve. Indossate le sue belle vesti, ella andò allo specchio e disse:

"Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più bella?"


Lo specchio rispose:

"Regina, la più bella qui sei tu; 
ma la sposa lo è molto di più."

La cattiva donna imprecò e il suo affanno era così grande che non poteva più dominarsi. Dapprima non voleva assistere alle nozze, ma non trovò pace e dovette andare a veder la giovane Regina. Entrando, vide che non si trattava d'altri che di Biancaneve e impietrì dall'orrore. Ma sulla brace erano già pronte due pantofole di ferro: quando furono incandescenti, gliele portarono, ed ella fu costretta a calzare le scarpe roventi e ballarvi finché le si bruciarono miseramente i piedi e cadde a terra, morta.


Iban Barrenetxea


Grimm n.53, "Sneewittchen".
Classificazione: AaTh 709 [Little Snow-White]


P.J. Lynch

sabato 7 giugno 2014

Biancaneve dei Grimm, Quinta Parte, la Strega nel Bosco

... I nani dissero:
"Se vuoi curare la nostra casa, cucinare, fare i letti, lavare, cucire e far la calza, e tener tutto in ordine e ben pulito, puoi rimaner con noi, e non ti mancherà nulla." "Si - disse Biancaneve - di gran cuore". E rimase con loro.


 Burkert Nancy Elkom


Teneva in ordine la casa; al mattino essi andavano nei monti, in cerca di minerali e d'oro, la sera tornavano, e la cena doveva esser pronta.


Gustafson S.


Di giorno la fanciulla era sola. I nani l'ammonivano affettuosamente, dicendo: "Guardati dalla tua matrigna; farà presto a sapere che sei qui: non lasciar entrar nessuno." Ma la Regina, persuasa di aver mangiato i polmoni e il fegato di Biancaneve, non pensava ad altro se non ch'ella era di nuovo la prima e la più bella; andò davanti allo specchio e disse:

"Dal muro, specchietto, favella: 
nel regno chi è la più bella?"

E lo specchio rispose:
"Regina la più bella qui sei tu; 
ma al di là di monti e piani, 
presso i sette nani, 
Biancaneve lo è molto di più." 




Santore C.


La Regina inorridì perché sapeva che lo specchio non mentiva mai e si accorse che il cacciatore l'aveva ingannata e Biancaneve era ancor viva.




Iban Barrenetxea


E allora pensò di nuovo come fare ad ucciderla, perché se ella non era la più bella in tutto il paese, l'invidia non le dava requie.
Pensa e ripensa, finalmente si tinse la faccia e si travestì da vecchia merciaia, in modo da rendersi del tutto irriconoscibile. Così trasformata passò i sette monti, fino alla casa dei sette nani, bussò alla porta e gridò:
"Roba bella, chi compra! Chi compra!"
Biancaneve diede un'occhiata dalla finestra e gridò:
"Buon giorno, brava donna, cos'avete da vendere?"
"Roba buona, roba bella - rispose la vecchia - stringhe di tutti i colori".
E ne tirò fuori una, di seta variopinta.
'Questa brava donna posso lasciarla entrare', pensò Biancaneve; aprì la porta e si comprò la bella stringa.
"Bambina - disse la vecchia - come sei conciata! Vieni, per una volta voglio allacciarti io come si deve".
La fanciulla le si mise davanti fiduciosa e si lasciò allacciare con la stringa nuova: ma la vecchia strinse tanto e cosi rapidamente che a Biancaneve mancò il respiro e cadde come morta. "Ormai lo sei stata la più bella!" disse la Regina, e corse via.


Trina Schart Hyman


Barrett A.


Lacombe B.



Tarrant M.







Graban Q.


Presto si fece sera e tornarono i sette nani: come si spaventarono, vedendo la loro cara Biancaneve stesa a terra, rigida, come se fosse morta! La sollevarono e, vedendo che era troppo stretta alla vita, tagliarono la stringa. Allora ella cominciò a respirare lievemente e a poco a poco si rianimò. Quando i nani udirono l'accaduto, le dissero:
"La vecchia merciaia altri non era che la scellerata Regina; sta' in guardia, e non lasciar entrare nessuno, se non ci siamo anche noi."
(continua)



giovedì 5 giugno 2014

Petrosinella, Rosmarina e le Altre, le Fanciulle-Pianta 2

Riassumendo, le Fanciulle-Pianta appartengono a due tipi principali: le fanciulle che "abitano", per vie misteriose, la pianta, e le eroine che affrontano una metamorfosi vegetale.

Spirin G.

Nel primo caso, coesistono le Pollicine, che vengono generate dalla pianta stessa, in luogo del grembo della madre sterile, e le "Fate", forse le antiche ninfe, che, affrontando gravi rischi, escono dal loro rifugio per amare un mortale.
Sono le bellissime giovinette de "I Tre Cedri" e de "La Mortella".
Alla seconda categoria appartengono - tra le altre - le fanciulle mortali che, ad un certo punto dell'intreccio fiabesco, si trasformano in fiore nel corso di quella che viene definita la Fuga Magica. (Vedi, a seguire, la Grimm n.56, "Il Diletto Orlando").
La costante è un corteggiamento della Morte che si rintraccia persino nelle piante elette a dimora-utero delle eroine. Le Fanciulle-Piante attraversano la morte, a volte, resuscitano letteralmente, e le eroine mortali si trasformano in fiori per sfuggirle.
Il tipo fiabesco della Donna-Pianta non è affatto diffuso in Europa. In Italia nell'area della Magna Grecia, esistono varianti pugliesi, "La Donna di Fiore" (una pianta di rose) e calabresi  "'A Grasta"(un ramo d'ulivo), oltre alle celeberrime siciliane del Pitrè.

Mab

domenica 1 giugno 2014

Biancaneve dei Grimm, Quarta Parte, la Casetta nel Bosco, i Nani e la Sorellina


Trina Schart Hyman 

... Continuò ad inoltrarsi nel bosco finché le ressero le gambe; era quasi sera, quando vide una casuccia ed entrò per riposarsi.

Santore C.

Nella casina tutto era piccino, ma lindo e grazioso oltre ogni dire.
C'era una tavolina apparecchiata con sette piattini; accanto ad ogni piattino c'era un cucchiaino, e c'era un coltellino, ed una forchettina e un bicchierino.
Lungo la parete, l'uno accanto all'altro, c'erano sette lettini dalle candide lenzuola.


Sumberac M.


Biancaneve aveva tanta fame e tanta sete! Mangiò un po' di verdura ed un bocconcino di pane da ogni piattino, e bevve una goccia di vino da ogni bicchierino, poiché non voleva privare uno fra loro di tutta la sua cena .
Era tanto stanca e si sdraiò su un lettino, ma non ce n'era uno che andasse bene: o troppo lungo o troppo corto. Infine, trovò che il settimo era quello giusto per lei. Si coricò, si raccomandò a Dio e si addormentò.


Santore C.

Era tarda sera quando arrivarono i padroni di casa: sette nani che scavavano le viscere della montagna per estrarne i tesori.


 Iban Barrenetxea

Accesero le loro sette candeline e, quando la casina fu illuminata, si accorsero che era entrato qualcuno; perché non tutto era in ordine così come lo avevano lasciato.
Il primo disse: "Chi si è seduto sulla mia seggiolina?"
Il secondo: "Chi ha mangiato dal mio piattino?"
Il terzo: "Chi ha preso un tozzo del mio panino?"
Il quarto: "Chi ha mangiato un pò della mia verdura?"
Il quinto: "Chi ha usato la mia forchettina?"
Il sesto: "Chi ha tagliato col mio coltellino?"
Il settimo: "Chi ha bevuto dal mio bicchierino?"
Poi il primo si guardò intorno, vide che il suo letto era un po' sgualcito e disse: "Chi mi ha sgualcito il lettino?"
Gli altri accorsero e gridarono: "Anche nel mio si è coricato qualcuno".
Ma il settimo scorse nel suo lettino Biancaneve addormentata. Chiamò gli altri che accorsero e, con alte esclamazioni di meraviglia, presero le loro sette candeline e illuminarono Biancaneve che dormiva.

Gustafson S.


"Ah, Dio mio! ah, Dio mio! - esclamarono - Che bella bambina!"
Ed erano così contenti che non la destarono e la lasciarono dormire nel lettino.



Gilbert A. Y.


Il settimo nano dormì coi suoi compagni, un'ora con ciascuno; e così la notte passò. Al mattino, Biancaneve si svegliò e si spaventò vedendo i sette nani.



Jessie Wilcox Smith

Ma loro, tutti gentili, le chiesero:
"Come ti chiami?"
"Mi chiamo Biancaneve " rispose.
"Come sei arrivata in casa nostra?" dissero ancora i nani.


Santore C.


Ella raccontò che la sua matrigna aveva ordinato di ucciderla, ma il cacciatore le aveva risparmiato la vita e lei aveva camminato tutto il giorno, finché aveva trovato la loro casina. I nani dissero:
"Se vuoi curare la nostra casa, cucinare, rifare i letti, lavare, cucire e far la calza, e badare che tutto sia in ordine e ben pulito, puoi rimaner con noi, e non ti mancherà nulla."
"Si, - disse Biancaneve - lo farò, con tutto il cuore". E rimase con loro.

(Continua)