sabato 17 agosto 2013

La Baba-jaga e Morto-di-fame, Fiaba Russa

'era una volta un vecchio e una vecchia, che non avevano figli. Per quanto facessero, per quanto pregassero Dio, bambini la vec­chia non ne metteva al mondo. Una volta che l'uomo andava nel bosco in cerca di funghi, incontrò per strada un vecchio nonnino.
"Io lo so cos'hai nella testa, - dice - tu pensi sempre ai bambini. Va' dunque in giro per il paese, fatti consegnare un uovo per ogni casa, e mettili sotto una chioccia; cosa succederà, lo vedrai tu stesso!"
Il vecchio tornò al paese; nel loro villaggio c'erano quarantuno famiglie, ed egli andò attorno per ogni casa, raccolse in cia­scuna un ovetto e mise la chioccia sulle quarantuno uova. Passano due settimane, il vecchio guarda, anche la vecchia guarda, ed ecco che dalle uova nacquero dei ragazzini; quaranta forti e pieni di salute, uno invece era riuscito male, debole e magrolino! Il vecchio cominciò a dar loro un nome; lo diede a tutti, ma per l'ultimo non riusciva a trovarne uno. "Be', - dice - tu sarai Morto-di-fame!"
Dal vecchio e dalla vecchia i bambini cominciano a crescere; crescono non a giorni, ma a ore; cresciuti che furono cominciarono a lavorare, ad aiutare il padre e la madre: i quaranta giovani si recano sul campo, e Morto-di-fame riordina la casa. Arrivò il tempo della fienagione; i fratelli falciarono l'erba, ammucchiarono i covoni; per una settimana lavorarono, e poi tornarono a casa; mangiarono quel che c'era, e si misero a dormire. Il vecchio li vede e dice: "Gioventù! mangiano tanto, dormono duro, ma il lavoro non l'hanno fatto di certo!"
"Va' prima a vedere, babbino!", dice Morto-di-fame. Il vecchio si vesti e andò sul campo; guarda: ave­vano ammucchiato quaranta covoni di fieno:
"Ah che bravi ra­gazzi! quanto fieno hanno tagliato e ammucchiato in una settimana!"
Il giorno dopo il vecchio si recò di nuovo sul campo, a godersi i suoi averi; arrivò e vide che mancava un mucchio! Torna a casa, e dice: "Ah figlioli! è sparito un covone".
"Non te la prendere, babbino - risponde Morto-di-fame - lo acchiapperemo noi il ladro; dammi cento rubli e vedrai che sistemo la cosa".



Dugin A. e Dugina O.

Prese dal padre cento rubli e andò da un fabbro.
"Puoi forgiarmi una catena che basti ad avvolgere un uomo dalla testa ai piedi? "
"Perché no! "
"Ma bada di farla ben forte; se la catena regge ti pagherò cento rubli, ma se non regge, il tuo guadagno andrà in fumo!"
Il fabbro forgiò una catena di ferro; Morto-di-fame se l'avvolse  tutta intorno, tirò, e la catena si ruppe. Il fabbro la fece due volte più forte, e questa volta tenne. Morto-di-fame prese quella catena, pagò cento rubli e andò a far la guardia al fieno; sedette sotto un covone e attese.
A mezzanotte in punto si levò una bufera, il mare divenne agitato e dalle profondità marine usci una cavallina fatata che corse verso il primo covone, e si mise a masticare il fieno. Morto-di-fame saltò su, l'imbrigliò con la catena di ferro e le saltò in groppa . La cavallina comincia a correre in tutte le direzioni, lo porta per monti e per valli, ma niente da fare, non riesce a disarcionare il cavaliere! Allora si fermò e disse:
"Suvvia, bravo giovanotto! Visto che hai saputo stare in sella su di me, prendi e comanda anche i miei puledri".
Corse vicino al mare e nitrì; l'azzurro mare s'agitò e vennero a riva quarantuno puledri: una bestia più bella dell'altra! puoi girare tutto il mondo, non ne troveresti una migliore!
Un mattino il vecchio ode nella corte nitriti, scalpitii; che succede? Era il suo figliolo Morto-di-fame che sospingeva un intero branco di cavalli.
"Salute fratelli! - dice - adesso c'è un cavallo per ognuno di voi; andiamo a cercarci una fidanzata"
"Andiamo!"
Il padre e la madre li benedissero e i fratelli partirono per vie e strade lontane.
A lungo cavalcarono per il mondo, ma dove trovare tante fidanzate? Separatamente non volevano sposarsi, perché gli altri non avessero a restarne offesi; e quale madre poteva vantarsi di aver fatto proprio quarantuno figlie? Millanta terre attraversarono i giovani. Arrivarono in un punto; guardano: su un ripido monte stavano dei palazzi di marmo bianco, racchiusi da alte mura, con aste di ferro ai cancelli. Le contarono, erano quarantuno; vi legarono i loro prodi cavalli ed entrarono nella corte.
Vien loro incontro una baba-jaga:
"O voi, non-chiamati non-richiesti! come avete osato legare i cavalli senza prima chiedere il permesso?"
"Su, vecchia, perché gridi? dacci prima da mangiare e da bere, portaci al bagno, e poi chiederai notizie."
La baba-jaga diede loro da mangiare e da bere, li accompagnò al bagno, e finalmente cominciò a chiedere:
"Bravi giovinotti, cercate l'avventura o fuggite la sventura?"
"Cerchiamo l'avventura, nonna!"
"E cosa v'occorre?"
"Siamo in cerca di fidanzate."
"Io ho delle figlie", dice la baba-jaga; si precipitò nell'alto terem e riportò quarantuno ragazze.
Qui si fidanzarono, cominciarono a bere, a far baldoria, a prepararsi alle nozze. La sera Morto-di-fame andò a sorvegliare la sua cavalcatura. Quando il suo buon cavallo lo scorse, disse con voce umana:
"Bada padrone! quando andrete a dormire con  le giovani spose, abbigliatele con i vostri abiti, e voi mettete quelli femminili: se no sarete tutti perduti!"
Morto-di-fame disse questo ai fratelli; essi vestirono le giovani spose dei loro abiti, e presero per sé quelli da donna, poi andarono a dormire. S'addormentarono tutti, salvo Morto-di-fame che non chiuse occhio. A mezzanotte in punto la baba-jaga gridò con voce acuta: "Ehi voi, servi miei fedeli! tagliate la testa agli ospiti indesiderati! "
I servi fedeli accorsero e tagliaron le teste impetuose delle figlie della baba-jaga, Morto-di-fame svegliò i suoi fratelli e raccontò loro tutto quel ch'era successo; essi presero le teste recise, le piantarono sulle lance di ferro che correvano lungo le mura, poi sellarono i cavalli e si allontanarono veloci.
 Al mattino la baba-jaga s'alzò, guardò dal finestrino: tutto at­torno alle mura spuntano sulle lance le teste delle figlie; allora s'infuriò terribilmente, ordinò che le portassero il suo scudo in­fuocato e si gettò all'inseguimento sparando con lo scudo da tutti e quattro i lati. Dove potevano nascondersi i giovani? Dinanzi hanno l'azzurro mare, dietro la baba-jaga che fiammeggia e spara!
Dovevano morire tutti, ma Morto-di-fame era stato previdente; egli non aveva dimenticato di prendere alla baba-jaga un fazzolettino; lo agitò dinanzi a sé, e d'improvviso un ponte attraversò tutto l'azzurro mare; i bravi giovani passarono dall'altra parte. Morto-di-fame agitò il fazzolettino dal lato opposto, e il ponte sparì; la baba-jaga tornò indietro e i fratelli se ne andarono a casa.

Afanas'ev n.71

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