Robet Ingpen
Adesso, sedevano fianco a fianco nella stessa poltrona, e Wendy lo incalzava con altre domande.
"Così non vivi più nei Giardini di Kensington?"
"Ma qualche volta ci vado ancòra".
"E dove vivi per la maggior parte del tempo?"
"Con i Bambini Perduti".
"Chi sono?"
"Sono i bambini che cadono dalle carrozzine quando le bambinaie si distraggono e guardano da un'altra parte. Se nessuno li reclama entro sette giorni, vengono spediti all’Isola-che-non-c'è. Io sono il loro capitano".
"Dev'essere divertente!".
"Sì, - disse Peter e aggiunse scaltramente - ma ci sentiamo soli: non abbiamo compagnia femminile".
"Vuoi dire che non ci sono bambine?"
"Oh, no! Sai, le bambine sono troppo furbe e non cadono dalle carrozzine".
Questa frase riempì Wendy di immenso orgoglio.
"Penso che tu parli di noi bambine in modo incantevole. Non sei come John che ci disprezza", disse.
Peter scattò in piedi e, con un solo calcio, buttò John giù dal letto, con lenzuola, coperte e tutto quanto, il che parve a Wendy piuttosto azzardato per un primo incontro, e sottolineò con fermezza che Peter non era il capitano in casa loro. Intanto, John, continuava a dormire placidamente sul pavimento, e Wendy non si preoccupò di rimetterlo nel suo lettino.
"Comunque, so che volevi essere gentile - disse, con un tono più dolce - Puoi darmi un bacio, se vuoi".
Wendy aveva dimenticato l'ignoranza di Peter a proposito di baci.
"Lo sapevo che lo avresti rivoluto indietro", disse Peter con un po’ di amarezza e si offrì di restituirle il ditale.
"Oh, caro, - disse teneramente Wendy - Non intendevo dire un bacio, ma un ditale".
"Cos'è?"
"Qualcosa del genere".
E lo baciò.
"Che strano! - disse Peter seriamente - E adesso, posso darti anch'io un ditale?"
"Se vuoi", disse Wendy, ma, questa volta, non inclinò la testa.
Peter le diede un ditale, e quasi immediatamente, Wendy lanciò uno strillo.
"Che succede?", chiese Peter.
"Qualcosa mi ha tirato i capelli".
"Dev'essere Tink. Non sapevo fosse così dispettosa".
E, intanto, Tink sfrecciava per la nursery lanciando epiteti offensivi.
"Dice che ti tirerà i capelli ogni volta che ti darò un ditale".
"Perché?"
"Perché, Tink?".
E anche questa volta, Tink gli diede dello stupido asino.