domenica 1 novembre 2015

Spettri Irlandesi, da W.B. Yeats



Eugène Grasset 


Gli spettri o, come sono chiamati in irlandese, i Thevshi o Task (taidhbhse, tais), vivono in una condizione intermedia tra questa e l'altra vita. Sono trattenuti in questo stato da qualche desiderio o passione, o da qualche dovere non compiuto, o ancora da animosità contro i vivi. "Ti perseguiterò" è una minaccia comune; si sentono anche dire frasi del tipo: "Lei lo perseguiterà, se ha un briciolo di vera passione". [1] Se una persona è molto addolorata per la morte di un amico, un vicino dirà: "Calmati ora, gli stai impedendo di riposare in pace" [2]; nelle isole occidentali invece, secondo la signora Wilde, [3] vi diranno: "State svegliando il cane che è all'erta per divorare le anime dei morti".
Si crede che coloro che muoiono all'improvviso diventino più frequentemente degli altri dei fantasmi persecutori. Questi si aggirano spostando mobili e cercando di attirare in tutti i modi l'attenzione. Quando l'anima ha lasciato il corpo, viene portata via, a volte, dai folletti [4]. Conosco la storia di un contadino che un giorno vide, seduti in una fortezza fatata, tutti coloro che per anni erano morti nel suo villaggio. Tali anime sono considerate perdute. Se un'anima sfugge ai folletti può essere catturata dagli spiriti del male. Le anime deboli dei bambini sono in particolare pericolo. Quando muore un bambino molto piccolo i contadini dell'ovest spruzzano la soglia con il sangue di una gallina, in modo che gli spiriti vengano attratti fuori dal sangue. Un fantasma è costretto a obbedire agli ordini dei vivi. "Il garzone di stalla, là dalla signora G. - disse un vecchio contadino - incontrò il padrone, morto da due giorni, che andava in giro per il cortile, e gli propose di andare con lui al faro e di infestare quello; ed è ancora lì in mezzo al mare, signore. La signora G. si arrabbiò moltissimo per questo e licenziò il ragazzo". Un faro desolato, povero diavolo d'un fantasma! La signora Wilde pensa che vengano castigati così soltanto gli spiriti troppo cattivi per il paradiso e troppo buoni per l'inferno. Sono obbligati ad obbedire a qualcuno a cui abbiano fatto torto.
Le anime dei morti prendono a volte la forma di animali. A Sligo c'è un giardino in cui il giardiniere vide un vecchio proprietario nelle sembianze di un coniglio. A volte prendono la forma di insetti, specialmente farfalle [5]. Se ne vedete una svolazzare vicino a un cadavere, quella è l'anima, ed è segno che essa è andata nel mondo della felicità eterna. L'autore di Parochial Survey of Ireland, 1814, sentì una donna dire a un bambino che stava inseguendo una farfalla: "Come fai a sapere che non è l'anima di tuo nonno?". Alla vigilia di Ognissanti i morti se ne vanno in giro e danzano con le creature fatate. Qui, come in Scozia, si crede comunemente alle apparizioni. Se vedete il sosia, o l'apparizione di un amico al mattino, niente di male può venirne; ma se lo vedete alla sera, sta per morire [6].

W. B. Yeats

Note mie:

[1] La diffusa, e spesso sottesa, teoria che il protagonista di un grande amore, o di una bruciante passione, vinca anche la Morte, condannando se stesso e l'oggetto del suo folle innamoramento ad una sorta di possessione delirante è stato sfruttato senza vergogna dalla letteratura romantica (e/o sentimental-gotica).
Personalmente, trovo che la disperata invocazione di Heathcliff alla sua Cathy - proprio in quel contesto di rinfacci crudeli e richiami disperati, senza requie sino alla fine, ne sia il più emozionante esempio.
"... I stood still, and was witness, involuntarily, to a piece of superstition on the part of my landlord which belied, oddly, his apparent sense. He got on to the bed, and wrenched open the lattice, bursting, as he pulled at it, into an uncontrollable passion of tears. ‘Come in! come in!- he sobbed - Cathy, do come. Oh, do - once more! Oh! my heart’s darling! hear me this time, Catherine, at last!’ (Wuthering Heights, di Emily Bronte)

"... mi soffermai nel labirinto dei corridoi, e, senza volerlo, fui testimone di uno sfogo superstizioso del mio padrone di casa che bizzarramente contrastava con il suo apparente cinismo. Montò sul letto e, spalancati i pesanti scuri, scoppiò in un irrefrenabile pianto: 'Entra, entra!- singhiozzò - Cathy, vieni... Torna da me! Oh! amore mio, dammi ascolto per questa volta, Cathy, vieni, infine!" (Cime Tempestose).


Angel Dominguez


[2] Stessa filosofia della fiaba - di origine orientale - della madre inconsolabile che impedisce il riposo del bambino perduto con il suo ininterrotto pianto, riportata anche dai Grimm, "La Camicina da Morto", KHM 109.

[3] Lady Wilde, madre di Oscar Wilde

[4] Il Cristianesimo, travolgendo e stravolgendo l'antica cultura, ha portato una confusione irrimediabile. Nel pur lodevole tentativo di preservare saghe e miti precedenti, i monaci traduttori e amanuensi irlandesi hanno spogliato di qualsiasi accenno di divinità i protagonisti del Passato. Li hanno dapprima mescolati e poi volutamente e definitivamente confusi con il Piccolo Popolo che abitava nei Tumuli sotto le colline. E, perché anche la magia sa di "soprannaturale", ne hanno fatto degli abili illusionisti capaci di ingannare i sensi delle proprie vittime. Li hanno imparentati con il Diavolo e ne hanno ipotizzato la condizioni di angeli caduti. Oppure di anime indegne di qualsiasi dimora ultraterrena. O di un antico popolo di non battezzati perché antecedente al Cristianesimo. Oppure, oppure, oppure... Mi sembra cosa buona e giusta che gli spettri inquieti rendano loro visita.


Araya Samuel


[5] In realtà, usanza funebre vuole e pretende che la "veglia" serva a tenere lontano gli spiriti maligni dell'aria che potrebbero introdursi nel corpo del defunto, che per tre giorni è una sorta di sliding door, in quanto anche la sua stessa anima potrebbe "fuggire", e poi rientrare, sotto forma di insetto (mosca). Per questo tutti gli orifizi vengono sigillati.


Yusuke Katekari


[6] Se si incontra il proprio sosia va aggredito fino ad indurlo alla fuga, altrimenti vi sostituirà.

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