lunedì 10 aprile 2017

I Dodici Buoi, D. Comparetti

ice che c'era una volta un padre che aveva dodici figliuoli già grandi che non stavano più a casa, ma lavoravano e avevano casa da sé.
Accadde che il padre ebbe ancora una bambina, e loro n'ebbero tanto dispetto che non vollero più tornare dal padre e si misero in un bosco a fare i falegnami. Quella ragazza aveva già quattordici o quindici anni e i fratelli li conosceva, ma con loro non era andata mai.
Una volta andò a lavarsi in una fonte e prima si levò i coralli dal collo perché non gli cadessero nell'acqua. Ora, un corvo che passava di là li pigliò e li portò via, e lei dàlli dietro, arrivò in quel bosco dove stavano i suoi fratelli.
Il corvo andò a nascondersi in una capanna dove loro abitavano e lei c'entrò dentro, ché non c'era nessuno, e per paura che poi la maltrattassero si mise sotto al letto. I suoi fratelli, venuti a casa, fecero colazione e se ne tornarono fuori senza vederla. Alla sera lei preparò i taglierini e si nascose di nuovo. Loro mangiarono, ma gli venne il sospetto che fosse qualche strega che avesse fatto questo gioco. E uno di loro, all'indomani, restò a casa e vide uscire di sotto al letto la sorella. La riconobbe e le perdonò di essersi nascosta in quella maniera, e le disse che lui mandava a dire alla madre che lei stava coi fratelli.
Poi l'avvertì di non andar a pigliar del fuoco a una casa vicina perché ci stavano le streghe.
Lei stette una quindicina di giorni senz'andarci. Ma una volta lasciò venir sera e non aveva preparato la cena. Per far presto andò per fuoco in casa delle streghe e trovò una vecchia che gliene diede. Ma quella vecchia le disse che anche lei le domandava un piacere, che all'indomani si lasciasse succhiare un poco da lei il dito mignolo. E per mostrarle come doveva fare, chiuse l'uscio, le fece mettere il dito nel buco e succhiò tanto sangue che quella povera ragazza cascava quasi in svenimento. E la strega le disse che all'indomani voleva fare lo stesso.
I fratelli della ragazza cenarono la sera come al solito, ma poi guardando la sorella si accorsero che doveva aver qualche cosa, e a forza di domande, si fecero raccontare tutto. E lei disse dunque che all'indomani doveva venire la strega a succhiarle il dito.
Il suo primo fratello aspettò la mattina, e quando venne la strega, la sorella non aprì, e quando quella mise la testa dentro per un finestrino, il fratello con una sega gliela tagliò; poi aprì l'uscio e gettò la testa e il corpo della strega giù in un burrone.
Accade che una volta quella ragazza va per acqua a una fonte e trova una vecchia che le voleva vendere delle scodelle bianche; e lei non ne voleva sapere, perché non aveva quattrini. Ma la vecchia tanto fece che lei ne accettò una in regalo e la portò a casa. Arrivano i fratelli che tornavano stanchi dal lavoro e avevano sete. E appena bevono in quella scodella diventano tutti buoi, salvo uno che diventò un agnello perché aveva bevuto poco. Figuratevi il dispiacere della sorella e la paura anche di trovarsi sola affatto in quel deserto e con quelle dodici bestie da mantenere!
Un figliuolo del principe, per fortuna, andando a caccia si smarrì in quella boscaglia e passando vicino alla capanna domandò alloggio. La giovane non voleva riceverlo, ma lui la pregò tanto che finalmente acconsentì.








Avendo veduto la bellezza di quella ragazza, il figliuolo del principe la voleva sposare, ma lei rispose che non poteva lasciare i suoi fratelli e doveva pensare a loro. Lui disse che s'incaricava d'ogni cosa, e infatti sposò la ragazza e la fece principessa e mise i suoi fratelli in una stalla di marmo colle sue belle mangiatoie; e furono trattati come uomini.
Quella strega che era stata ammazzata dal primo fratello della principessa era risuscitata e avea giurato di vendicarsi, e cominciò col tentare di mettersi lei nel posto della principessa. E in figura d'una vecchiarella andò nel giardino dove c'era lei sotto un pergolato insieme all'agnellino che era suo fratello.
La vecchia domanda alla principessa un grappolo d'uva e quella buona giovane va per dargliela, ma intanto senza accorgersene era andata alla riva d'una cisterna, e la strega la fece cader dentro. Quella poveretta piangeva là dentro, ma nessuno la sentiva, salvo quell'agnellino che girava sempre intorno belando.
La strega pigliò la forma della principessa e si mise nel suo letto.
Arriva a casa il principe e le dice:
"Cos'hai?"
"Sono malata a morte ed ho bisogno di mangiare un pezzo di quell'agnello che sento gridare; se no, muoio."
Lui risponde:
"Dunque tu dici bugie. Mi dicevi che l'agnellino era tuo fratello e poi non è vero".
La strega l'aveva fatto il marrone! E non c'era più rimedio. Restò lì senza saper dir nulla. Il principe si accorse di qualche cosa. Va in giardino e corre dietro all'agnello per pigliarlo. E intanto s'accosta alla cisterna e sente sua moglie.
"Ma non eri in letto adesso adesso?"
"No, è dalla sera che sono qui e nessuno m'ha sentita."
Lui la fece levare subito dalla cisterna, e la strega che aveva preso la figura di lei fu subito presa e bruciata. E di mano in mano che il fuoco bruciava o la mano o la gamba di quella strega, quei buoi tornavano uomini e diventavano forti e robusti, e nel palazzo pareva ci fosse una compagnia di giganti. E furono poi tutti principi, padroni di tanti stati; ma io sono rimasto meschino, meschino!


Heinrich Lefler - Joseph Urban



Da: "Novelline popolari italiane"

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