sabato 5 aprile 2014

La Principessa e il Pisello, H.C. Andersen, Traduzione Mia

'era una volta un Principe che voleva sposare una principessa, a patto che fosse una  vera principessa! Viaggiò per il mondo, in lungo e in largo, ma senza trovare ciò che ardentemente desiderava, poiché principesse ce n'erano in abbondanza... ma erano vere principesse? Come poteva scoprirlo senza ombra di dubbio? Ogni volta c'era qualcosa che non lo convinceva. Infine, si risolse a tornarsene a casa, ma era triste e malinconico perché non era riuscito a trovare una vera principessa.
Una notte, mentre infuriava uno spaventoso temporale, con lampi e tuoni e una pioggia torrenziale, qualcuno bussò alle porte della città, e il vecchio Re in persona andò ad aprire. Fuori dalle mura c'era una Principessa, ma - buon Dio!-
come l'avevano conciata la pioggia e il vento! L'acqua le ruscellava dai capelli e dai vestiti, penetrava nelle scarpe dalle punte e ne sgorgava fuori dai tacchi. Tuttavia, ella sosteneva di essere una vera principessa.
'Questo lo vedremo!' pensò la Regina Madre, ma non disse nulla: andò nella camera destinata all'ospite, tolse il materasso dal letto e, proprio sul fondo, nascose un pisello; poi prese venti materassi e li affastellò sul pisello, e poi ancòra, sopra i venti materassi, ammucchiò venti trapunte foderate di piume d'oca. Quella notte la Principessa dormì lì.



Gilbert A.Y.



Il mattino seguente, le chiesero come avesse dormito.
"Oh, malissimo! - si lamentò lei - non ho chiuso occhio! Dio solo sa cosa c'era in quel letto! Mi rigiravo su qualcosa di duro e sono tutta pèsta e piena di lividi! È stato un incubo!"



Spirin G.


Capirono così che era una vera principessa, poiché aveva sentito il pisello attraverso venti materassi e venti trapunte foderate di piume. Solo una vera principessa poteva avere una pelle così delicata!
E il Principe la prese in moglie, finalmente certo di avere incontrato una vera principessa, e il pisello finì in un museo, dove lo si può ancòra ammirare, se nessuno è andato a rubarlo. Ed è una storia vera!



Dulac E.




Classificazione: AaTh 704 [Princess on the Pea]
Traduzione: Mab's Copyright

Una delle fiabe più inutili che siano mai state scritte. Ad una prima lettura, parto mal riuscito della fantasia non-sana di Andersen.
Il razzismo lombrosiano attiene esclusivamente ad una aristocratica "sensibiltà" fisica. Il che, per quanto mi riguarda, è perfino più sopportabile dell'insopportabile moralismo che, sempre, spacca con un'accetta pseudo-mistica il confine tra Bene e Male nelle fiabe/novelle di Andersen.

Prima osservazione: nessuna, e sottolineo nessuna Vera Principessa si lamenterebbe mai delle pessima qualità dell'ospitalità che le è stata generosamente offerta. Preferirebbe essere sgozzata su un letto di piselli. Non a caso, nelle versioni più educate, ancorché infedeli (come tutte le disinvolte "rielaborazioni" delle fiabe più celebri), non è la Principessa a raccontare la notte d'inferno appena trascorsa, ma la Regina Madre scopre la verità interrogando le cameriere.



Hey P.



Seconda osservazione: il motivo della Vera Principessa è rintracciabile nel tipo fiabesco comunemente indicato come diretto discendente di Amore e Psiche, ovvero Lo Sposo Animale. Il Principe squamoso, infatti, non solo pretende una bella sposa, ma esige che sia figlia di Re, come si conviene al suo status di erede al trono. Re Serpente "testa" la mattina dopo le nozze le disgraziate sposine che, immancabilmente, si tradiscono.Le prime due infelici proletarie camuffate da aristocratiche che gli vengono rifilate vengono, nel migliore dei casi, scacciate, quasi sempre uccise.
Dalla fiaba n.144 (Il Re Serpente) dalla raccolta di Calvino:

"...La Regina quando la cameriera le riferì, si domandò: 'Cosa possiamo fare?'
Chiamò un villano loro mezzadro e gli disse
"Ti do quanto vuoi. Basta che mi dai tua figlia".
Si fecero le nozze. Il serpente si mette a tavola al festino. Alla sera gli sposi andarono a dormire. A una cert'ora il serpente si sveglia e chiede alla sposa:
"Che ora è?"
"E' l'ora in cui mio padre s'alza, prende la zappa e va in campagna".
"Ah, figlia di villano sei?", esclamò il serpente, e con un morso alla gola l'ammazzò".

Un altro esempio di "test" è quello a cui viene sottoposta, superandolo brillantemente, la principessa del tipo Fantaghirò. Ma l'intento del Principe è quello di provare che il bellissimo giovane guerriero di cui si è innamorato è una donna. Già non siamo più nel fiabesco, ma nel genere novella. Anche se un illustre antenato è il prode Achille.

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