lunedì 14 aprile 2014

Mr. Rochester delle Fate, o "l'Essere Fatato Vedovo"

on molto tempo fa, viveva a Towednack una ragazza molto carina di nome Jenny Permuen. Jenny era molto romantica, vestiva spesso alla moda, e amava mettersi dei fiori sui capelli. Per questa ragione ella suscitava l'ammirazione dei giovanotti e, naturalmente, l'invidia delle altre ragazze. Jenny era, senza dubbio, vanitosa e la sua vanità era accompagnata da una notevole insicurezza per quanto concerneva il suo aspetto fisico (i vanitosi considerano questo particolare un po' strano). Ella amava essere adulata e, poiché era una ragazza povera e non molto educata, non riusciva a mascherare le sue debolezze: ogni uomo che le diceva Quanto sei carina! veniva ricambiato con uno sguardo che ammetteva la verità di quella asserzione. Quando qualche ragazza le diceva: Tu sei pazza a credere a tutto quello che ti dicono, le sue labbra e i suoi occhi sembravano rispondere: Sei solo una stupida gelosa.
Non vi era stagno, pozzo o corso d'acqua che ella non avesse consultato per provare a se stessa di essere la ragazza più carina del luogo.



Kinuko Y Craft


Un giorno sua madre la mandò a cercare un lavoro; ella fu felice ma quando arrivò sul Lady Downs si accorse che non sapeva dove andare; guardò prima da una parte e poi dall'altra, poi, completamente confusa si sedette su un masso e si mise a strappare delle fronde di felce, sovrappensiero. Era difficile dire quali fossero le sue intenzioni, se andare avanti o tornare indietro o rimanere seduta là, tanto sembrava indifferente. Alcuni dicono che fosse profondamente assorta in sogni di autocompiacimento. Non passò molto tempo che udì una voce, si girò e vide un giovane:
"Ehi, ragazzina - disse lui - che stai cercando?"
"Sto cercando un posto".
"E dimmi un po' che tipo di posto vorresti, bella fanciulla?", disse lui con il sorriso più affascinante del mondo.
"Non sono un tipo difficile signore. So adattarmi bene".
"Bene, bene. Pensi di saperti adattare ad un vedovo con un bambino?"
"Oh! Io adoro i bambini!".
"Allora cercavo proprio una giovane della tua età che badasse a mio figlio, per un anno e un giorno".

Monge J.B.

"Dove vivete?"
"Non lontano da qui, vuoi venire a vedere dove?"
"Se avete voglia di mostrarmelo, io sono pronta".
"Sì, ma prima, Jenny Permuen...", Jenny rimase attonita quando sentì che l'uomo conosceva il suo nome. Egli era completamente sconosciuto da quelle parti e, allora, come poteva conoscere il suo nome, si chiese lei e lo fissò stupita.
"Ah, capisco, pensavi che non ti conoscessi; ma come puoi credere che un giovane vedovo possa attraversare Towednack senza rimanere colpito da una ragazza carina come te? Ti ho visto un giorno mentre ti facevi le trecce e ti specchiavi in uno dei miei stagni adornandoti i capelli con le violette. E ora, Jenny Permuen, vuoi il posto?"
"Per un anno e per un giorno?"
"Sì, e se saremo entrambi contenti, rinnoveremo il contratto".
"E la paga?"
L'uomo fece tintinnare i soldi che aveva in tasca.
"Per la paga non c'è alcun problema, ti darò quanto vorrai".
Jenny era incantata, davanti ai suoi occhi scorrevano le più rosse visioni e disse senza esitare:
"Certo, Sir, prendo il posto, quando devo venire?"
"Ho bisogno di te ora. Il mio bambino è molto triste e solo, tu potrai renderlo di nuovo felice. Ti va di venire subito?"
"Ma mia madre?"
"Non ti preoccupare, le manderò a dire che sei con me".
"E i miei vestiti?"
"Ti bastano quelli che hai indosso; quando saremo a casa ti darò una livrea bellissima".
"Bene, allora il patto è concluso", disse Jenny.
"Non ancora - rispose l'uomo - ho anch'io una cosa da chiederti, devi fare un giuramento".
Jenny s'impaurì.
"Non ti devi spaventare - le disse lui con dolcezza - voglio solo che tu baci la foglia di felce che hai in mano e dica: Per un anno e un giorno prometto di restare".
"Tutto qui", disse Jenny e fece ciò che lui le aveva detto. Senza dire altro, egli s'incamminò verso una strada che portava ad est ed ella lo seguì.


J. Larriva


Dopo un po', Jenny incominciò a pensare che era molto strano che il suo nuovo padrone se ne stesse muto per tutta quella strada; iniziò a sentirsi anche un po' stanca. Continuarono a camminare, avanti, avanti. Jenny era esausta e aveva un terribile dolore ai piedi e, alla fine, si mise a piangere. Allora l'uomo si voltò:
"Povera ragazza, sei stanca? Siediti un po'", le disse prendendendola per mano e facendola accomodare su uno strato di morbido muschio. Tutta quella gentilezza sopraffece la ragazza che si mise a piangere ancora più forte. Egli la lasciò fare, poi, prese un mucchietto d'erba e disse:
"Devo asciugarti gli occhi".
Passò l'erba rapidamente prima sull'uno e poi sull'altro occhio. Le lacrime se ne andarono e anche la tristezza scomparve. E sebbene non si fosse nemmeno accorta di essersi alzata, Jenny capì che si stava muovendo; le sembrò che la terra si aprisse e, in realtà, andarono velocemente sottoterra.
Poi si fermarono.
"Siamo arrivati, Jenny - le disse - lascia che ti asciughi una lacrima che è rimasta tra le tue ciglia perché nella nostra terra non possono entrare le lacrime degli uomini".
Di nuovo egli le pulì gli occhi con delle foglie e... Oh, ella vide un paese bello come mai aveva visti. Colline e vallate erano ricoperte di fiori variopinti e multiformi. Tutta la terra sembrava cosparsa di gemme che emanavano una luce brillante come quella del sole estivo e dolce come quella della luna. Vi erano fiumi con l'acqua limpidissima che scendevano da colline di granito, cascate e fontane; dappertutto uomini e donne vestiti d'oro e di verde camminavano, giocavano o giacevano su mucchi di fiori, canticchiando o raccontandosi storie.
Era davvero un luogo meraviglioso!



"Siamo a casa", le disse il suo nuovo padrone; Jenny si accorse che egli era un po' cambiato; era il più bell'ometto che avesse mai visto, aveva un vestito di seta verde con ornamenti d'oro.
"Ora - le disse - ti farò conoscere il tuo piccolo incarico" e la condusse in una nobile casa in cui tutti gli oggetti erano d'avorio, intarsiati d'oro e d'argento e tempestati di smeraldi. Dopo essere passati davanti a molte stanze arrivarono in una tutta ornata di trine, leggere come ragnatele e rese più belle dai fiori. Nel mezzo della stanza vi era una piccola culla fatta con stupende conchiglie che riflettevano talmente tanti colori che Jenny faceva fatica a guardarla. Si avvicinò e guardando dentro disse:
"Qua dorme uno dei più dolci angioletti di Dio!" il bimbo era così bello che ne rimase estasiata.

Gilbert A.Y.

"Questo è il tuo compito - disse il padre - Io sono il re di questo paese e ho le mie ragioni per desiderare che mio figlio conosca qualcosa della natura umana. Devi soltanto lavare e vestire il bimbo quando si sveglia, portarlo a passeggiare nel giardino e metterlo a letto quando è stanco".
Jenny imparò presto il suo lavoro, diede e continuò a dare soddisfazione al suo padrone. Ella amava il bambino e anch'egli sembrava amarla cosicché il tempo passò con incredibile rapidità. Per un motivo o per l'altro ella non aveva mai pensato a sua madre e neppure alla sua casa; era felice e soddisfatta di vivere nel lusso e non ricordava quasi più il tempo passato. La felicità, tuttavia, può rendere ciechi di fronte alla realtà e le ore e i giorni si susseguirono; anche il periodo del contratto terminò. Così, un giorno Jenny si svegliò e si accorse che tutto era cambiato: stava dormendo nella stanza da letto della casa di sua madre. Ogni cosa le sembrava estranea ed ella appariva bizzarra a tutti.


 W. MacGregor Paxton

Molti si recarono a trovarla e a ognuno ella raccontò la sua incredibile vicenda. Un giorno venne la vecchia Mary Calineck di Zennor e anch'ella udì la storia del vedovo, del bambino e dello splendido paese.
La vecchia guardò la ragazza con aria saggia e le disse:
"Piega le braccia, Jenny".
Jenny si mise a sedere sul letto e piegò le braccia poggiando le mani sui fianchi.
"E ora di': Spero che le mie braccia non si stendano più se ho detto anche solo una piccolissima bugia".
"Che le mie braccia rimangano piegate per sempre se ho mentito" ripetè la ragazza.
"Stendi le braccia" disse Mary. E Jenny stese le braccia.
"La ragazza non ha mentito. Ella è stata portata via dal Piccolo Popolo in uno dei loro paesi sotto le colline".
"Tornerà come prima?", chiese ansiosamente la madre.
"Tutto a suo tempo -  rispose Mary - Se sarà onesta sono sicura che il suo padrone l'aiuterà a fare ciò che lei desidera".
Tuttavia, Jenny non riuscì più ad adattarsi alla vita degli uomini. Si sposò, ma fu ugualmente scontenta e non potè raggiungere la felicità poiché continuava a rimpiangere quell'uomo. Se Jenny non avesse sognato tutto questo mentre sedeva cogliendo le felci, avrebbe certamente vissuto una singolare avventura.



VladislavPANtic su deviantART


Da: A Dictionary of Fairies, Katharine Briggs (Tratto da Popular Romances of the West of England di Hunt)
Traduzione di C. Casorati e G. Iovane

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