Da: "Fate nordiche, francesi e medioevali", di Thomas Keightley una succinta descrizione degli Elfi scandinavi [Norvegesi, Svedesi e Danesi]. Per chi abbia una discreta conoscenza delle storie elfiche irlandesi e scozzesi - e inglesi, ma in misura minore, nonostante gli sforzi di inesausti raccoglitori - la parentela è impressionante. Compresa una delle tante interpretazioni sull'origine stessa degli Elfi, ovvero la loro identificazione con il popolo indigeno pagano precedente la nascita di Cristo, e, quindi, escluso dalla salvezza. Inutile sottolineare il valore, la valenza, l'interesse di questa teoria dovuta o ai soliti redattori cristiani o agli stessi storytellers, costretti a cristianizzare le proprie storie per salvarsi vita e "professione". E, come in tutte le comunità oppresse da una cultura imposta, si sarà creato, almeno inizialmente, prima che l'ignoranza (accuratamente coltivata) completasse l'opera, un codice tra storyteller e ascoltatore, codice la cui chiave sarà andata perduta con il tempo (e la morte degli storytellers più "antichi").
J. Duncan
"Gli Alfar vivono nel ricordo e nelle tradizioni dei contadini scandinavi. In un certo senso, anch'essi mantengono la loro distinzione tra Bianchi e Neri. I primi, o Buoni Elfi, dimorano in aria, danzano sull'erba o siedono sulle foglie degli alberi; i secondi, o Elfi Maligni, vengono considerati il popolo sotterraneo, che spesso infligge malattie o danni all'umanità; per questi vi è un particolare tipo di dottore chiamato Kloka män, (a) che si incontra in tutte le zone del paese.
Si crede che gli Elfi abbiano i loro re e celebrino matrimoni e banchetti proprio come gli abitatori sopra la terra. Secondo la tradizione, vi è tra loro una interessante classe intermedia chiamata il Popolo delle Colline (Högfolk), che si crede dimori nelle caverne e nelle piccole colline: quando si mostrano hanno una forma umana bella. La gente comune sembra collegarli ad una profonda sensazione di malinconia, come se deplorassero una speranza di redenzione mezza estinta. (b)
Vi sono ora solo pochi anziani che possono dire al loro riguardo qualcosa di diverso dal dolce canto che talvolta si ode nelle notti estive provenire dalle colline, quando si rimane ad ascoltare o, come detto nelle ballate, "si porge l'orecchio alla Collina degli Elfi" (lägger sit öra till Elfvehögg): ma nessuno deve essere così crudele da distruggere, anche solo con una parola, le loro speranza dei salvezza, perché la loro musica spiritica si muterebbe in pianto e lamento. (c)
I Norvegesi chiamano gli Elfi Huldrafolk e la loro musica Huldraslaat: è in chiave minore ed ha un suono tenue e lamentoso. I montanari talvolta la suonano e sostengono di averla imparata ascoltandola dal popolo sotterraneo tra le rocce e le colline. Vi è anche una melodia chiamata melodia del Re Elfo, che molti buoni suonatori di violino conoscono assai bene ma non si azzardano mai a suonare, perché non appena quella musica inizia i vecchi come i giovani ed anche gli oggetti inanimati sono costretti a danzare ed il suonatore non riesce a smettere di suonare fin quando non riesce ad eseguire l'aria al contrario o finchè qualcuno non gli taglia le corde del violino.
A. Rackham
I piccoli Elfi sotterranei, che si crede dimorino nelle case umane, sono descritti come gioviali e dispettosi ed imitano le azioni degli umani. Si dice che amino la pulizia nella casa e nel luogo e che ricompensino i servitori puliti e onesti.
Si dice che un tempo una serva, che aveva abitudini personali di onestà e pulizia, fosse molto amata dagli Elfi, in particolare perché ella aveva cura di portare tutto lo sporco e l'acqua sporca lontano dalla casa, ed un giorno la invitarono ad un matrimonio. Tutto era condotto nel massimo ordine ed essi le donarono alcune schegge di legno, che ella prese di buon umore e mise in tasca. Ma quando la coppia di sposi giunse, sfortunatamente trovò della paglia sulla propria strada; lo sposo la oltrepassò agilmente, ma la povera sposa cadde faccia a terra. Vedendo ciò, la ragazza non potè trattenersi e scoppiò a ridere e nello stesso istante tutto svanì. Il giorno seguente, con suo grande stupore, ella scoprì che ciò che aveva preso per null'altro che schegge di legno erano invece molti pezzi di oro puro (e).
Helen Jacobs
Una mungitrice di un posto chiamato Skibshuset (la Casa della Pecora) non fu così fortunata. Una colonia di Elfi aveva preso dimora sotto il pavimento della stalla delle mucche o, più probabilmente, era già lì prima che venisse costruita la stalla. Comunque fosse, lo sporco ed il sudiciume che facevano quegli animali li disturbarono oltre misura ed essi fecero in modo di fare capire alla mungitrice che se non avesse spostato le mucche avrebbe avuto di che pentirsene. Lei diede poco peso alle loro rimostranze e non passò molto tempo che essi la posero sulla cima del covone di fieno ed uccisero tutte le mucche. Si dice che furono visti la stessa notte fuggire in tutta fretta dalla stalla fino al prato e che erano in piccole carrozze; il loro re era nella prima carrozza, che era più maestosa e magnifica delle altre.
Thomas Maybank
Da allora hanno sempre vissuto nel prato. Gli Elfi adorano danzare nei prati, dove formano quei cerchi di un verde più vivace che da loro vengono chiamati Danze elfiche (Elfdans). Quando i contadini vedono al mattino delle strisce nell'erba rugiadosa nei boschi e nei prati, dicono che gli Elfi sono stati lì a danzare. Se qualcuno dovesse entrare a mezzanotte dentro al loro cerchio, essi diverrebbero a lui visibili e potrebbero quindi ingannarlo. Non tutti possono vedere gli Elfi ed una persona potrebbe vederli danzare mentre un'altra potrebbe non percepire nulla. I figli della domenica, come sono chiamati quelli nati in quel giorno, sono noti per possedere la proprietà di vedere gli Elfi e simili creature. Gli Elfi, tuttavia, hanno il potere di concedere questo dono a chiunque vogliano.
Kate Greenaway
La gente era solita parlare di libri degli Elfi, che essi donavano a coloro che amavano e che rendeva in grado di prevedere gli eventi futuri.
Sarah Stilwell
Gli Elfi spesso siedono su piccole pietre di forma circolare chiamate mulini degli Elfi (Elf-quärnor); il suono della loro voce si dice sia dolce e morbido come l'aria.
I contadini danesi danno il seguente resoconto del loro EllefoIk o Popolo degli Elle: essi vivono nelle brughiere degli Elle. L'aspetto del maschio è quello di un uomo anziano con un cappello a bassa corona sul capo; la donna è giovane e l'espressione del volto è graziosa ed attraente, ma dietro è cava come una tinozza. I giovani uomini, in particolare, dovrebbero guardarsi da lei, perché è molto difficile resisterle ed ella ha, in più, uno strumento a corde che, quando lo suona, quasi rapisce il loro cuore. Gli uomini della specie si possono vedere spesso vicino alle brughiere degli Elle mentre si bagnano nei raggi del Sole, ma se qualcuno si avvicina ad uno di loro, lui apre la bocca del tutto e soffia su di loro ed il suo fiato produce malattia e pestilenza. Ma le donne si vedono più frequentemente alla luce lunare; allora esse danzano nei loro cerchi nell'erba alta con tanta leggerezza e grazia che raramente incontrano un rifiuto quando offrono la mano ad un giovane temerario.
A.W. Crawford
E' necessario anche sorvegliare il bestiame affinché non pascolino nei luoghi dov'è stato il popolo di Elle, perché se un animale giunge in un posto dove essi hanno sputato o fatto qualcosa di peggio verrà attaccato da una grave malattia che potrà essere curata unicamente dandogli da mangiare una manciata di iberico colto a mezzanotte in punto la notte di san Giovanni. Potrebbe anche accadere che essi vengano danneggiati dal mescolarsi con il bestiame del popolo di Elle, che è molto grande e di colore blu e talvolta si vede leccare la rugiada nei campi su cui vivono. Ma il contadino ha un rimedio semplice contro questo male: deve andare al colle degli Elle quando conduce fuori il suo bestiame e dire: "Voi, piccoli Troll! Posso fare pascolare le mie mucche sulla vostra collina?" E se non gli viene proibito egli può mettersi il cuore in pace.
NOTE
(b) Afzelius è del parere che questa nozione in merito al Popolo delle Colline derivi dal tempo dell‟introduzione del cristianesimo nel Nord ed esprime la compassione dei primi convertiti con i propri antenati, che erano morti senza la conoscenza del Redentore e giacevano sepolti in terra pagana ed i cui spiriti infelici erano destinati a vagare per queste regioni inferiori o a lamentarsi all'interno dei loro tumuli fino al grande giorno della redenzione.
(c) "Circa 15 anni or sono - dice Odman (Bahuslän, pag. 80) - la gente era solita udire fuoriuscire dalla collina sotto Gärun, nei dintorni di Tanum, il suono – perché questo era – dei migliori musici. A chiunque possedesse un volino e desiderasse suonare veniva insegnato in un istante, a patto che promettesse loro la salvezza; ma chiunque non lo faceva poteva udirli dall'interno della collina fare a pezzi i loro violini, piangendo amaramente."
(e) Vi è una leggenda simile in Germania. Un giorno una serva, vedendo uno dei piccoli molto affaticato nel portare un singolo chicco di grano, scoppiò a ridere. In collera, lui lo buttò a terra e si rivelò essere di oro purissimo. Ma lui ed i suoi camerati lasciarono la casa, che in breve tempo andò in rovina. - Strack. Beschr. v. Eilsen, pag. 124, ap. Grimm, Introd., etc., pag. 90.
Clara Elsene Peck
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