giovedì 5 gennaio 2017

La Capanna col Tetto di Formaggio, Hansel e Gretel in Svezia


olto lontano, in una capanna in mezzo al bosco, viveva una malvagia strega cui piaceva molto mangiare carne di bambini. Così copriva di formaggio tutta la sua capanna per attirare bambini e bambine che andavano in giro nel bosco. E quando metteva le mani su qualche bambino lo infilava nel forno e poi lo mangiava.
Poco lontano viveva un povero contadino che aveva un figlio e una figlia. Poiché il cibo in casa era scarso, un giorno il contadino disse ai suoi figli che dovevano andare nel bosco a raccogliere bacche. I bambini partirono e alla fine giunsero alla montagna, dove videro la capanna col tetto di formaggio. Visto che a entrambi sarebbe piaciuto avere un po' di quel formaggio, si consigliarono sul da farsi.


K. Nielsen




Il ragazzino tentò la fortuna e piano piano si arrampicò sul tetto. Ma quando la strega sentì il rumore gridò:
"Chi è che rosicchia sul mio tetto?"
"Sono solo gli angioletti di Dio, gli angioletti di Dio" rispose il ragazzo con la voce sottile sottile.
"Allora rosicchiate in pace" rispose la strega.
Allora il ragazzino prese un bel po' di formaggio e tornò sano e salvo dalla sorella.


Don Daily


Il giorno dopo i bimbi tornarono alla montagna e la ragazzina volle seguire il fratello fin sul tetto della capanna della strega: lui non voleva ma non ci fu niente da fare.
Quando arrivarono sul tetto e cominciarono a prendere gli splendidi formaggi, la strega gridò:
"Chi è che rosicchia sul mio tetto?"
"Sono solo gli angioletti di Dio, gli angioletti di Dio", rispose il ragazzo con la voce sottile sottile.
"E io" aggiunse la sorella.
Allora la strega ebbe in suo potere i due bimbi, il tetto si aprì e loro caddero a capofitto nella capanna.
"Già, è proprio vero che siete gli angioletti di Dio - disse la vecchia quando rotolarono giù dal tetto, e aggiunse - Bene bene, ora mi farò un bell'arrosto".
"Come uccide vostra madre i suoi maiali?" Chiese dopo un po'.
"Be', con un coltello" disse la bambina.
"No - disse il maschio - gli lega intorno al collo un ciuffo di stoppa".
Ora lei arrotolò un ciuffo di stoppa e lo legò intorno al collo del ragazzino, e quello cadde a terra come se fosse morto.
"Sei morto ora?" Chiese la vecchia.
"Sì" rispose il ragazzo.
"No - disse la vecchia - non sei davvero morto, perché altrimenti non parleresti".
"Parlo perché mia madre non macellava mai i suoi maiali prima che fossero ingrassati".
"Allora farò così anch'io" concluse la vecchia.
Poi li prese entrambi e li chiuse in una gabbia.
Dopo un po' chiese:"Cosa dà da mangiare vostra madre ai suoi maiali?"
"Raspi e vinaccia" disse la ragazzina.
"No - corresse il maschio - gli dà nocciole e latte".
"Allora farò così anch'io" disse la vecchia.
Un giorno la vecchia andò alla gabbia per vedere se i bambini fossero bene in carne.
"Metti fuori il dito - gridò - così vedrò se siete ingrassati".


John B. Gruelle



La ragazzina stava per mettere fuori il dito come diceva la vecchia, ma il fratello la spinse subito da parte e invece mise fuori un bastoncino.
La vecchia lo toccò e disse: "Siete troppo magri, vi ingrasserò un altro po'".
Da quel momento diede loro doppia razione di nocciole e latte, tanto che ne avevano molto di più di quanto potessero mangiare e bere.
Dopo alcuni giorni andò di nuovo alla gabbia per vedere se i fratellini fossero abbastanza grassi.
"Mettete fuori un dito - gridò - così sentirò la vostra carne".
Il ragazzo mise fuori un torso di cavolo che aveva trovato nella gabbia. La strega lo tagliò con un coltello e pensò che ora i bambini erano molto grassi. Perciò li portò con sé nella capanna dove il forno era acceso e tutto era pronto per arrostirli.
Ora ordinò che uno di essi si sedesse sulla pala per il pane. Allora la ragazzina si fece avanti e stava per fare come diceva la vecchia, ma il fratello la spinse subito da parte e si sedette. Però quando la strega doveva infilarlo nel forno, lui rotolava goffamente a terra ogni volta che lei afferrava il manico della pala.





La vecchia si arrabbiò ma il ragazzino era furbo e chiese gentilmente che si sedesse sulla pala lei stessa per fargli vedere come doveva fare, così la prossima volta sarebbe andata bene. La strega si sedette sulla pala e il ragazzino non perse tempo: afferrò il manico, la spinse nel forno e chiuse lo sportello.
Ora i bambini presero tutto ciò che c'era di buono nella capanna e tornarono contenti dai genitori.
Ma se la strega è cotta a puntino non è facile saperlo, perché nessuno ha aperto lo sportello per controllare.


Don Daily


"Fiabe Nordiche", a cura di Bruno Berni.
Il curatore della raccolta afferma che il motivo Hansel e Gretel non era diffuso in Scandinavia e che questa fiaba, nota, a partire dalla Norvegia, con lo stesso titolo, La Capanna col Tetto di Formaggio, è una tarda derivazione della celebre fiaba dei Grimm.





Personalmente, userei come sottotitolo: "L'Umiliazione di Gretel e la Riscossa di Hansel".
La tradizionale eroina di questa fiaba è, come è noto, Gretel, la "panificatrice" della strega.
In questa variante nordica, il maschietto Hansel non solo si prende tutto il merito dello "streghicidio", ma deve costantemente combattere contro l'irritante stupidità di Gretel, che mette in pericolo se stessa e il fratello.
A volte, la strega non pare meno scema di Gretel, ma, nel suo caso, come ben sanno i Proppiani convinti, è tutta un'altra storia.
Ma spariscono o mutano anche altre particolarità, certamente meno clamorose del declassamento di Gretel.
La madre/matrigna sparisce, o meglio, sparisce il suo  ruolo che nella fiaba dei Grimm porta al voluto smarrimento nel bosco dei fratellini. Così come non si insiste più di tanto sulla povertà della famiglia, sulla carestia che fa da alibi alla malvagità della madre/matrigna.
I bambini si imbattono per caso nella capanna della strega, certo, trappola commestibile anche qui, ma l'esca è il formaggio, non le coloratissime e più sofisticate prelibatezze cui ci hanno abituato anche le sontuose illustrazioni d'epoca.
E latte, burro, formaggio, nocciole e maiali da ingrassare e macellare sono la costante alimentare delle fiabe nordiche, dove i castelli sono, in realtà, ricche fattorie in cui il Re conta i capi di bestiame e sceglie personalmente i mandriani, i mugnai... tutti quei mestieri che erano vitali per la prosperità di una grande fattoria; né gli è da meno la Regina, che conta le forme di formaggio e i panetti di burro, controlla l'allevamento degli animali da cortile e assume le sguattere, le servette e le guardiane di pollame che, magari, si riveleranno principesse in incognito.
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