giovedì 18 luglio 2013

La Fava Fatata, D. Comparetti

'era una volta un pover'uomo che non aveva né casa, né tetto, e stava sotto una pianta, seduto sopra un mattone. E aveva tre fave e stava vicino alla casa d'un mago.
Avvenne che questo poveretto piantò una di queste fave che crebbe alta come un albero, e lui ci montò sopra.
E va e va, arrivò sul tetto del mago che gli disse: "E ora cosa vuoi?".
Lui disse che era un povero diavolo senza casa, né tetto, e lo pregò di dargli una stanza da stare al coperto.
E il mago gli fece venir fuori un palazzo alto come il sole.
Quell'uomo ci entrò, ma non c'era neanco una seggiola da sedere, né letto da coricarsi.
E allora tornò a salir sulla pianta, e domandò al mago qualche seggiola e un letto.
E il mago batté colla bacchetta il terreno, e in un momento venne ogni cosa. Allora quell'uomo poteva star bene e godersela, ma cominciò a trovar la vita noiosa e gli venne voglia d'aver una compagna.
E torna sulla fava e domanda al mago che gli dia una donna.
E lui gli diede una nocciola d'oro e gli disse: "Quando tu sia giù, schiacciala e diventerà una bella donna che ti farà compagnia."
Lui fece appunto così, e la nocciola diventò una donna ch'era un occhio di sole, e tutti due se ne stavano allegri e contenti.




Ma a forza di star bene gli venne l'ubbia di star meglio, e tornò sull'albero a dir al mago, che era contento delle ricchezze e della donna; ma voleva essere principe o imperatore per essere nominato nel mondo. E quel mago gli disse: "Bestia, bestia! Tu cerchi il diavolo che ti molesti. Va', sarai duca".
La moglie per un po' se ne stette cheta, ma poi anche a lei venne l'ubbia di essere qualcosa di più, e spingeva sempre il marito a farselo concedere.




Lui non voleva perché sapeva come andavano le cose, ma la moglie gli stette tanto intorno, che quel povero infelice salì sull'albero di fava a domandare qualche cosa di più per la moglie.
Allora il mago gli disse di scendere che gliela darebbe.
E appena scese, patatrac! palazzo e fave sparirono.
Quell'uomo e quella donna restarono poveri come prima.
Seminarono di nuovo quelle tre fave, ma vennero su come tutte le altre fave, e ne ebbero appena da saziarsi per una mattina.

Da:
"Novelline Popolari Italiane", D. Comparetti

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