Camille Monet sur son Lit de Mort
"Un giorno, all’alba mi sono trovato al capezzale del letto di una persona che mi era molto cara e che tale rimarrà sempre. I miei occhi erano rigidamente fissi sulle tragiche tempie e mi sorpresi a seguire la morte nelle ombre del colorito che essa depone sul volto con sfumature graduali. Toni blu, gialli, grigi, che so. A tal punto ero arrivato. Naturalmente si era fatta strada in me il desiderio di fissare l’immagine di colei che ci ha lasciati per sempre. Tuttavia prima che mi balenasse il pensiero di dipingere i lineamenti a me così cari e familiari, il corpo reagì automaticamente allo choc dei colori.." (C. Monet - 1879).
Beata Beatrix
Dante Gabriele Rossetti non fu da meno. Anche lui ebbe l'eleganza di morire reso ormai catatonico dagli oppiacei di cui faceva largo uso.
Vi/mi risparmio esempi tratti dalla "Comune" degli Scapigliati perché non è materia da trattare a bocconcini e spizzichini.
Elizabeth Siddal era stata prima modella e poi moglie di Rossetti. In seguito - pare - al parto di un figlio morto (e, credo, alle innumerevoli trasgressioni del marito), si uccise con il laudano, uno degli antidolorifici nonché droga-delle-donne dell'epoca. Disperato, Rossetti seppellì con lei anche un rotolo di poesie... che disseppellì e pubblicò anni dopo, assillato da amici affettuosi. Subito dopo la morte della moglie, la sublimò nella figura e nella vicenda di Beatrice. In questo ritratto, una colomba rossa - simbolo di amore e di spiritualità - depone un papavero tra le mani di Beatrice morente: dal papavero si ricava il laudano.
La Famiglia
(L'adorato) Egon Schiele ritrasse più volte la moglie Edith mentre, incinta, moriva di spagnola, nel 1918. Lui, almeno, ebbe l'eleganza di seguirla tre giorni dopo.
Mab
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