domenica 2 novembre 2014

Il Fantasma di Sneem, Jeremiah Curtin (Irlanda)

ualche tempo dopo che Pat Doyle era stato ucciso dal fantasma, mio marito, Martin Doyle, era al lavoro su una dimora ad una certa distanza da Sneem, ed una sera il gentiluomo che aveva dato quel lavoro a Martin gli disse di andare quella notte a Sneem per una commissione.
"Bene, - disse lui - è troppo tardi, e la strada è molto solitaria. Non c'è nessuno tranne me ad occuparsi di mia madre e se mi dovesse accadere qualcosa lei rimarrebbe senza sostegno. Andrò durante il giorno."
"No,- disse il gentiluomo - io voglio inviare una lettera e deve essere recapitata stanotte stessa."
"Non intendo rischiare, non andrò", disse Martin.
Martin aveva un cugino, James, che aveva udito la conversazione e, alzandosi in piedi, disse: "Andrò io. Non temo alcun fantasma o spirito ed ho passato molte notti per strada."
Il gentiluomo lo ringraziò e disse: "Eccoti una spada, se ne avrai bisogno."
Diede quindi a James la lettera e le istruzioni per recapitarla. James partì e prese ogni scorciatoia e sentiero laterale; quando credette di essere a metà strada da Sneem, un fantasma gli apparve sulla strada e cominciò ad andargli contro. Ogni volta che si avvicinava, James cercava di colpirlo con la spada d'acciaio, perché vi è grande virtù nell'acciaio, e particolarmente in quello fabbricato da un fabbro irlandese. Il fantasma lo prendeva di mira ed egli lo respinse con la spada fino a quando giunsero ad un incrocio vicino a Sneem. Là, il fantasma scomparve e James corse a tutta velocità in città. Qui scoprì che il gentiluomo che doveva ricevere la lettera si era trasferito in un luogo distante sei miglia, vicino al ponte di Blackwater, a metà strada tra Sneem e Kenmare. Quel luogo mantiene a tutt'oggi una gran brutta fama, ed i vecchi dichiarano che non passa notte senza che vi siano spiriti e gente senza testa intorno al ponte di Blackwater.
James conosceva il posto, ma voleva consegnare la lettera ad ogni costo. Quando giunse al ponte e stava per attraversarlo, un fantasma lo attaccò.
Questo fantasma aveva un aspetto maligno ed era più forte del precedente. Corse due volte verso James, che lo colpì con la spada. Vide allora un grosso uomo senza testa che correva lungo la strada dall‟altra parte del ponte e su per la scogliera, nonostante non vi fossero vie, là.
Il fantasma smise di attaccarlo e corse dietro all‟uomo senza testa. James attraversò il ponte e camminò un poco, quindi incontrò uno straniero; i due si salutarono a vicenda e l'uomo chiese a James dove vivesse, ed egli rispose: "Vengo da Drumfada".
"Sapete che ore sono?", chiese James.
"No, - rispose l‟uomo - ma quando sono passato vicino a quella casa laggiù i galli stavano cominciando a cantare. Avete visto nulla?"
"Certo!", disse James e gli raccontò di come il fantasma lo aveva attaccato e quindi era corso via dietro all'uomo senza testa.
"Oh,- disse lo straniero - quel corpo senza testa va sempre in giro intorno al ponte, di notte; centinaia di persone l'hanno visto. Corre su per la scogliera e scompare al canto del gallo ed il fantasma che vi ha attaccato lo segue quando il gallo canta."
Lo straniero proseguì e James recapitò la lettera. L'uomo che la ricevette lo ringraziò molto e lo pagò bene. James tornò a casa sano e salvo ma disse:
"Sarei morto se non fosse stato per l'acciaio."


V.M. Maksimov


"Potreste raccontarmi una storia vera di Fate?", chiesi alla vecchia donna. "Potrei, - disse lei - ma oggi vi racconterò solo ciò che ho visto una notte oltre Cahirciveen. Una volta, trascorsi la notte in una casa vicino a Waterville, a circa sei miglia da Derrynane. La padrona di casa era a letto con il suo figlioletto piccolo. Il marito udì il pianto di un bambino provenire dall'esterno, sotto la finestra e corse al letto chiedendo:
"Mary, hai il bambino con te?"
"Certamente, John."
"Bene, ho udito un bambino che piangeva sotto la finestra. Andrò a vedere di chi è."
"Nel nome di Dio,- urlò la moglie - fermati, resta qui! Prendi l'acqua santa e spruzzala sopra il bambino, sopra di me e di te!"
Egli lo fece e poi ne spruzzò un poco in cucina. Allora udì i pianto allontanarsi sempre più fino a sembrare lontano mezzo miglio: era molto addolorato e triste. Se fosse uscito dalla porta, il padrone di casa avrebbe ricevuto un colpo di Fata e la madre sarebbe stata portata al Forte [All'interno di uno dei "tumuli delle Fate"] come balia."

Questo fu tutto ciò che la donna raccontò. Promise di tornare il giorno seguente, ma non l'ho mai più rivista. Alcune sere dopo, il cieco mi informò che era malata ed era in ospedale. La sua malattia era stata causata, come disse lei, dal fatto di avermi raccontato quelle storie durante il giorno. Molti anziani raccontano storie solo di sera: non è buono, non è fortunato farlo durante il giorno.

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