martedì 13 gennaio 2015

La Fanciulla della Green Forest, (Scozia)

iù di un palazzo giace sotto le onde che bagnano la terra dei Cimbri (Scozzesi) poiché il mare ha inghiottito villaggi e persino intere città.
Quando una Fata di Scozia cede ad un amante mortale e acconsente a divenire sua sposa, è sempre a patto che egli accetti qualche condizione o si impegni solennemente a mantenere una promessa.
A volte, prima di diventare le loro mogli, le Fate esigono dai proprii amanti mortali il solenne impegno di rispettare ben più di una condizione.
In effetti, le Fate scozzesi sono tra le più esigenti che sia dato sapere; un Principe di nome Benlli, della regione del Powys, lo scoprì con suo grande rammarico, poiché egli aveva sempre pensato che per ottenere una donna in moglie bastasse semplicemente chiedere. Tutto ciò che un uomo aveva bisogno di dire alla ragazza di cui si fosse invaghito era: "Vieni via con me e sii la mia sposa", e lei avrebbe risposto: "Sì, grazie. Accetto", e i due sarebbero andati via insieme. Questa era la conoscenza che il Principe aveva dell'argomento. Ora, Benlli era un cattivo soggetto: aveva già una moglie, ma fitte rughe avevano segnato il viso della sua donna, che si era fatto pallido e slavato, e i suoi bei capelli si stavano diradando. Non sarebbe tornata giovane mai più, e Benlli era stanco di lei, e voleva una compagna dalle guance rosee e fresche e dalla chioma lussureggiante. Era pronto ad innamorarsi di una siffatta giovane dovunque gli fosse capitato d'incontrarla.
Un giorno, si recò a caccia nella Green Forest. Mentre era in attesa di stanare un cinghiale, gli passò davanti una fanciulla a cavallo: era di una sfolgorante bellezza e Benlli si innamorò all'istante di lei.
Il giorno successivo, sempre a cavallo e nella stessa radura, la fanciulla riapparve, ma solo per un istante, e svanì.
Il terzo giorno, il Principe cavalcò fino al solito posto, ed ecco, la divina creatura era là. Benlli le si avvicinò e la supplicò di andare a vivere con lui nel suo Palazzo.
"Verrò con te e diventerò la tua legittima sposa a tre condizioni: devi cacciar via la tua attuale moglie, devi accettare ch'io mi allontani una notte ogni sette notti senza cercare di seguirmi o di spiarmi, e non devi mai chiedere dove vado o che faccio. Se non infrangerai queste tre promesse, la mia bellezza resterà inalterata, almeno finché corte canne non fluttueranno nella tua sala dei banchetti e non vi cresceranno lunghi verdi giunchi". Il Principe era prontissimo a prestare solenne giuramento, e s'impegnò ad osservare per sempre le tre condizioni. Così la Fanciulla della Green Forest andò a vivere con lui.



Wilfred Gabriel de Glehn


"Che ne è stato della vecchia moglie?", chiese qualcuno.
Ah, Benlli non aveva avuto alcun problema da quel lato! Infatti, quando era rientrato al Castello con la nuova sposa, sua moglie era già sparita.
Lieti, invero, erano i lunghi smaglianti giorni che il Principe e la sua nuova sposa trascorrevano insieme, nel Castello o fuori, passeggiando a cavallo oppure andando a caccia di cervi, e, ogni giorno, la giovane sembrava più bella e affascinante.
Lui la ricopriva di magnifici regali: una volta, le donò una collana di zaffiri e smeraldi, un'altra, un anello con un diamante che valeva il riscatto d'un Re. Nel Medio Evo, per comprare la libertà dei Sovrani così come dei Nobili catturati in battaglia, era necessario pagare cospicue somme di denaro: quindi proprio il riscatto di un Re valeva il grosso diamante che Benlli infilò al dito della sua sposa. E lui amava così appassionatamente la giovane moglie che mai avrebbe pensato di poter avere alcun problema a mantenere le tre promesse. Ma la mancanza di varietà toglie vivacità alla vita e la monotonia annichilisce lo spirito. Nove anni erano trascorsi, e, ogni venerdi notte, ella si allontanava dal Castello, e Benlli prese a chiedersi perché. E la curiosità di conoscere il motivo delle sue assenze si accrebbe a tal punto da logorarlo, e lo rese infelice nel suo intimo e irascibile verso gli altri.
Nel Castello, non sfuggì a nessuno il gran cambiamento del Signore e tutti ne erano profondamente turbati.
Una sera, egli invitò a cena un monaco sapiente, che viveva in un convento non lontano. Nella grande sala dei banchetti risplendente di luci, la tavola era riccamente imbandita e la musica era gaia. Ma Wyland il monaco, che conosceva la magia e i cui occhi vedevano oltre l'apparenza, si accorse che un cruccio segreto opprimeva il Principe, e che, in mezzo a tutta quella magnificenza, Benlli, il Signore del Castello, era in realtà l'essere più infelice che abitasse entro le sue mura. Così Wyland tornò al convento deciso a scoprire quale fosse il suo segreto, e, qualche giorno dopo, incontrando il Principe, lo salutò dicendo:"Dio ti salvi, Benlli! Quale pena segreta rannuvola la tua fronte? Perché sei così incupito?", e, immediatamente, il Principe proruppe nel racconto dell'incontro con la fanciulla nella Green Forest e di come ella fosse diventata sua moglie a patto ch'egli rispettasse tre condizioni. E, tra alti lamenti, aggiunse:
"Non appena si levano il grido della civetta e il canto dei grilli, mia moglie lascia il mio letto, e, finché non spunta la stella del mattino, giaccio solo, torturato dalla brama di sapere dove sia e cosa stia facendo. Poi, cado in un sonno profondo da cui non mi risveglio prima che il sole sia alto nel cielo, quando la ritrovo di nuovo al mio fianco. E' un tale mistero che questo segreto opprime la mia anima, e, a dispetto di tutte le mie ricchezze e del mio possente Castello, delle sere allietate da musiche e banchetti e delle giornate trascorse a cacciare, sono l'uomo più miserevole della terra dei Cimbri. Nessun mendicante è più disgraziato di me!"




 
John Everett Millais



Wyland il monaco lo ascoltò e i suoi occhi brillarono poiché gli era balenata l'idea che avrebbe potuto arricchire il convento, e decise di afferrare l'occasione al volo: avrebbe ricavato molto denaro risolvendo il mistero di quell'anima tormentata.
"Principe Benlli, se elargirai ai monaci di White Minster un decimo di tutte le greggi che pascolano nei tuoi possedimenti, e un decimo delle ricchezze che affluiscono nei forzieri del tuo Castello, e se mi consegnerai la Fanciulla della Green Forest, ti garantisco che ritroverai la pace e che le tue disgrazie avranno fine." A tutto ciò il principe Benlli acconsentì, impegnandosi con solenne promessa. Allora, Wyland il monaco prese il suo libro rilegato in pelle e chiuso da fermagli di metallo e si nascose nella fenditura di una roccia presso la caverna del Gigante, da cui si accedeva alla Terra delle Fate.
Non dovette attendere a lungo poiché, ben presto, ecco apparire nella luce argentea della luna una dama a cavallo, regalmente abbigliata e con una corona a cingerle la fronte: altri non era che la Fanciulla della Green Forest.
Egli s'avvicinò all'imboccatura della grotta, e, evocati gli spiriti dell'aria e della caverna, li informò che Benlli aveva fatto voto solenne di arricchire il monastero e di consegnargli la Fanciulla della Green Forest, e, quindi, con voce stentorea, esclamò:"Lasciate ch'ella rimanga per sempre al mio fianco con l'aspetto che ha adesso! Portàtela all'incrocio presso la cittadella di White Minster e giuro che la sposerò e la farò mia!". Quindi, con le sue arti magiche, egli rese impossibile per qualsivoglia essere o potere sciogliere o ostacolare l'effetto delle sue parole.



Konstantin Kalinovich


Lasciata l'imboccatura della grotta, si affrettò a raggiungere l'incrocio nei pressi di White Minster prima che spuntasse l'alba, ma s'imbattè in un'orrenda orchessa che sogghignava e roteava verso di lui gli occhi rossi e cisposi: sulla sua testa sembrava spuntasse muschio più che una capigliatura. Ella stese verso il monaco un lungo dito ossuto su cui brillava lo splendido diamante che il principe Benlli aveva donato alla sua sposa, la Fanciulla della Green Forest.
"Stringimi al tuo petto, monaco Wyland - gridò ridendo sgangheratamente e mettendo in mostra quelli che sembravano ceppi verdastri - poiché io sono colei che hai giurato di sposare. Trent'anni fa ero la fiorente sposa del principe Benlli, poi, la mia bellezza svanì, e, con essa, il suo amore. Adesso, sono una disgustosa orchessa, ma, una notte ogni sette notti, la magia mi restituisce la mia giovinezza. Gli promisi che la mia bellezza sarebbe rimasta inalterata finché corte canne non avessero fluttuato nella sala dei banchetti e non vi fossero cresciuti lunghi verdi giunchi."
Sconvolto dalle sue parole, Wyland trattenne il fiato.
"E quella promessa io l'ho mantenuta. Essa è già adempiuta. Il tuo incantesimo ed il mio si sono avverati. Il tuo gli ha dato la pace della morte. Il mio ha fatto esondare il fiume. Adesso, le sue acque sciabordano tra i giunchi e i canneti che crescono nella sala dei banchetti, completamente sommersa. Nessun incantesimo potrà mai annullare gli effetti dei nostri sortilegi uniti. E ora vieni e fa' di me la tua sposa poiché un sacrilego giuramento ed una formula magica mi hanno designato come tua ricompensa. E anche le promesse di Benlli sono adempiute giacché le acque affluiscono nei forzieri del Palazzo e vi pascolano i pesci".
Così, intrappolato nella propria oscura trama, il monaco fattosi stregone divenne la vittima del suo stesso inganno.
Si dice che i pescatori, nelle notti di bonaccia, riescano a scorgere attraverso l'acqua torri e camini, giù giù, in fondo, seppelliti negli abissi.



Gilbert A.Y.


William Elliot Griffis

Traduzione: Mab's Copyright

Nessun commento: