domenica 4 gennaio 2015

Snegurochka, Prima Variante, "Fiocco di Neve", da A. Lang - Traduzione Mia

La fiaba-mito di Snegurochka, figlia della Primavera e di Morozco, nella variante più famosa, è popolarissima in Russia, ma anche in Ucraina e in Bielorussia: è la fiaba di Natale per antonomasia.
Nei festeggiamenti natalizi, come potete leggere QUI, Snegurochka è diventata la nipotina di Ded Moroz (Morozco) -San Nicola e lo aiuta a distribuire i doni.
In questa variante, invece, meno affascinante, la storia di Snegurochka si apparenta a La Bambina di Neve, Nevina, Fiocco di Neve... più conosciute da noi, e manipolate da diversi scrittori. Ovviamente, la morte della bambina di neve, nelle versioni nostrane, è genericamente imputata al sole, al calore dell'estate. In Russia, ha una data precisa: la notte di Ivan Kupala (Иван-Купала), ovvero la notte di Mezza Estate, la notte del Solstizio d'Estate.
Che ve lo dico a fare? L'antica divinità adesso si chiama san Giovanni, e la religione cristiana si è appropriata del rito (con qualche modifica), ma essa non muore e in luoghi scampati alla strage culturale Ivan è, misteriosamente, Иванна (Ivanna).


Simon Leonidovitch Kozhin
       


'era una volta una coppia di sposi. Lui era un contadino e si chiamava Ivan, e sua moglie si chiamava Maria. Avrebbero potuto vivere felici e contenti se non fosse stato per il cruccio di non aver figli con cui giocare: erano ormai avanti con gli anni, e si rendevano conto, amaramente, che osservare i bambini dei vicini non era una gran consolazione per non averne uno tutto loro.
Un inverno, un inverno talmente rigido che nessuno avrebbe mai dimenticato, la neve cadde con tanta abbondanza che anche l'uomo più alto del villaggio vi sprofondava fino alle ginocchia! Quando smise di nevicare e tornò a risplendere il sole, i bambini del vicinato corsero in strada, e il vecchio Ivan sedette alla finestra con sua moglie per guardarli giocare. I bambini prepararono, per prima cosa, una sorta di basamento, pressando ben bene la neve con i piedi, quindi, incominciarono a modellare una donna di neve. Ivan e Maria li osservavano e, intanto, riflettevano tra sé e sé. Improvvisamente, il volto di Ivan si illuminò, e, voltandosi a guardare Maria, il vecchio disse: "Moglie, perché non la facciamo anche noi una donna di neve?"
"E perché no? - rispose Maria, che, quel giorno, era proprio di buon umore - potremmo distrarci un po', anche se, in effetti, a noi non serve una donna di neve. Facciamo un bambino di neve, invece, e fingiamo che sia un bambino vero!"
"Si, sì, andiamo!", approvò Ivan.
Prese il berretto e uscì in giardino con la sua vecchia. E si misero a lavorare di buona lena per fare una bella bambola di neve: modellarono un corpicino, due manine e due piedini, e, in cima, piazzarono una palla di neve dalla quale contavano di ricavare la testolina.
"Ma che diavolo fate?" chiese uno che passava di lì.
"Non lo indovini?" rispose Ivan.
"Facciamo un bambino di neve", aggiunse Maria.
Avevano modellato naso e mento e lasciato due fori per gli occhi, quando Ivan prese a rifinire con gran cura la piccola bocca. Aveva a malapena finito il lavoro che avvertì un respiro tiepido sulle guance. Sbalordito, si scostò bruscamente, e - guarda guarda! - gli occhi del bambino di neve cercavano i suoi, e le sue labbra, rosse come lamponi, gli sorridevano!
"Ma che succede?- gridò Ivan, facendosi il segno della croce - sto diventando matto, o questa cosa è stregata?"
E il bambino di neve girò il capo come se fosse un bambino vero. E sgambettò nella neve alta proprio come tutti gli altri bambini.
"Oh, Ivan, Ivan! - esclamò Maria, tremando di gioia - il Cielo ci ha mandato un bambino finalmente!"
E si precipitò ad abbracciare Fiocco di Neve (perché questo era il nome del bambino di neve), e lo ricoprì di baci. Al calore dei suoi baci, la neve si sciolse e cadde, e, proprio come il guscio viene tolto un pezzetto dopo l'altro liberando l'uovo, così la neve si staccò pian piano da Fiocco di Neve, e Maria si ritrovò tra le braccia una bambina vera!
"Oh, Fiocco di Neve, tesoro!" gridò Maria, e condusse la bimba nella loro casetta.
E Fiocco di Neve crebbe velocemente, non ad anni, ma a giorni e a ore, e diventava sempre più bella. I due vecchi non stavano nella pelle dalla gran contentezza e non pensavano che a lei. La loro casetta era sempre affollata dai bambini del villaggio poiché tutti si dilettavano della compagnia di Fiocco di Neve e non c'era cosa al mondo che non avrebbero fatto pur di procurarle altrettanto diletto. Era la loro bambola e le confezionavano in continuazione abitini nuovi, le insegnavano canzoni o giocavano con lei.




Fiocco di Neve era intelligente al di là di ogni immaginazione: nulla sfuggiva alla sua attenzione e ci metteva un attimo ad imparare una nuova lezione. Chiunque avrebbe detto che aveva almeno tredici anni! Ed era anche buona, obbediente, e talmente bella! Aveva l'incarnato candido come la neve, occhi blu come due non ti scordar di me e lunghi capelli biondi come l'oro. Ma le sue guance non erano rosee, bensì pallide come la nivea fronte.
E il lungo inverno ebbe fine, e il sole primaverile, alto nel cielo, incominciò a stiepidire la terra. L'erba verde ricoprì i campi, e si udivano nuovamente i cinguettii dei passerotti. Le fanciulle del villaggio si riunirono e formarono un cerchio cantando:
"Bella Primavera, come giungesti qui?
Come giungesti qui?
Su di un aratro, o, forse, su un erpice?"

Solo Fiocco di Neve se ne stava seduta, immobile, alla finestra della casetta. "Che c'è, bambina cara? - chiese Maria - Perché sei così triste? Sei malata? O, forse, qualcuno è stato scortese con te?"
"No - rispose Fiocco di Neve - non è niente, madre, nessuno mi ha ferito, io sto bene."
Il tiepido sole primaverile aveva scacciato anche l'ultima neve dai suoi nascondigli sotto le siepi di confine, i campi erano colmi di fiori, gli usignoli gorgheggiavano tra i rami degli alberi, e il mondo appariva gaio e luminoso.
Ma, più gaiamente si moltiplicavano uccelli e fiori, più triste diventava Fiocco di Neve. Rifuggiva i compagni di giochi, e si raggomitolava su se stessa, là dove le ombre si addensavano, come un giglio si nasconde tra le proprie foglie. Il suo unico piacere era sdraiarsi tra i verdi salici sulle rive di spumeggianti torrenti. Sembrava felice solo all'alba e al tramonto. Una volta, scoppiò un gran temporale, e la grandine, copiosa, imbiancò il terreno, ed ella divenne allegra e gioiosa come la Fiocco di Neve di un tempo. Ma, quando le nubi svanirono e la grandine si sciolse al sole, scoppiò in lacrime e pianse come una sorella piange il proprio fratello.
Anche la primavera passò. Arrivò la notte di San Giovanni, la notte di Mezza Estate. Era la festa più importante dell'anno: le fanciulle del villaggio si incontravano nel bosco e danzavano e cantavano. Le ragazze passarono a prendere Fiocco di Neve e dissero a Maria:" Lascia che venga a danzare con noi!". Maria, però, era spaventata, non sapeva neanche lei perché, sapeva soltanto che non ce la faceva proprio a lasciar andare la bambina. Neanche Fiocco di Neve se la sentiva di uscire, ma non riuscirono ad imbastire una scusa, così Maria baciò la bambina e disse:
"Va', mia piccola Fiocco di Neve e divertiti con le tue amiche; e voi, care ragazze, abbiate cura di lei: sapete bene che è la luce dei miei occhi!"
"Oh, sì, ci prenderemo cura di Fiocco di Neve", risposero, sorridenti, le ragazze, e poi corsero nel bosco. Colsero fiori, e si adornarono il capo di ghirlande, e confezionarono mazzolini. Cantarono canzoni, alcune tristi, altre allegre. E tutto ciò che le fanciulle facevano, anche Fiocco di Neve faceva. Quando il sole tramontò, accesero un fuoco con fasci di erba secca e si misero in fila, e Fiocco di Neve era l'ultima della fila.
"Guarda cosa facciamo noi - le dissero - e corri con noi"



Henryk Hector Siemiradzki


E, tutte insieme, incominciarono a cantare, mentre, una dopo l'altra, saltavano al di sopra del fuoco. Improvvisamente, proprio dietro di loro, udirono un sospiro, e poi un lamento; si voltarono bruscamente e si guardarono l'un l'altra: cos'era stato? Ma non c'era nulla. Guardarono ancòra. Dov'era Fiocco di Neve? Si era nascosta per gioco - pensarono - e la cercarono dappertutto.
"Fiocco di Neve! Fiocco di Neve!", chiamarono, ma non ricevettero alcuna risposta.
"Dove può essere andata? - si chiesero - Deve essere tornata a casa!".
Rientrarono al villaggio, ma Fiocco di Neve non era neanche lì. Per giorni, la cercarono in lungo e in largo, guardarono sotto ogni cespuglio e dietro ogni siepe, ma, di Fiocco di Neve, nessuna traccia. E anche molto tempo dopo che al villaggio avevano perso ogni speranza di trovarla, Ivan e Maria continuarono a vagare nel bosco chiamando a gran voce:"Fiocco di Neve, colombella, ritorna! Ritorna!"
A volte, credevano di udire una risposta, ma non era mai Fiocco di Neve. Che ne era stato di lei? Forse una bestia feroce l'aveva rapita e l'aveva trascinata nella sua tana, nel cuore della foresta? O, forse, un uccello l'aveva trasportata al di là del grande, azzurro mare? No, nessuna belva l'aveva toccata; nessun uccello l'aveva portata lontano. Quando il primo caldo alito del fuoco l'aveva raggiunta, quella notte, mentre giocava con le sue amiche, Fiocco di Neve si era disciolta in una lieve nuvoletta di vapore, che, per un po', fluttuò nell'aria, e questo fu tutto ciò che rimase di lei.


Da: The Pink Fairy Book, Andrew Lang, (Snowflake - da "Contes Populaires Slaves")
Traduzione: Mab's Copyright

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