giovedì 5 febbraio 2015

Cenerentola, Grimm n.21 (Traduzione Mia)

'era una volta un uomo molto ricco. Sua moglie si ammalò e, sentendo appressarsi la fine, chiamò al proprio capezzale l'unica figlia e le disse:
"Bambina mia, sii sempre buona e virtuosa, così il buon Dio si prenderà cura di te, e io ti guarderò dal Paradiso e ti sarò vicina."
Ciò detto, chiuse gli occhi e spirò. La fanciulla visitava ogni giorno la tomba della madre, la piangeva, ed era sempre buona e virtuosa. Si era d'inverno, e la neve ricopriva la tomba con un candido drappo, e, quando il primo sole primaverile l'ebbe sciolto, l'uomo si riammogliò.

Liga Klavina


La nuova sposa aveva due figlie che condusse con sé, e queste fanciulle erano tanto belle e bianche di viso quanto brutte e nere di cuore, e per la figliastra incominciarono tristi giorni.
"Deve proprio stare qui in salotto con noi? - dissero - Se vuole mangiare il nostro cibo dovrà guadagnarselo! Fila via, sguattera!"
Le tolsero i suoi begli abiti, e le gettarono un vecchio grembiale grigio e un paio di zoccoli di legno. "Ma guarda un po' come si è conciata la nostra principessina!", le gridarono dietro, deridendola, e la confinarono in cucina, dove si spaccava la schiena da mane a sera: si alzava molto prima del sorgere del sole, attingeva l'acqua, accendeva il fuoco, rigovernava e faceva il bucato. Come se non bastasse, le sorellastre non le risparmiavano alcun tormento, la schernivano, e mescolavano ceci e lenticchie nella cenere, costringendola a  raccoglierli uno per uno. La sera, stanca morta dopo una giornata di duro lavoro, non aveva un letto in cui riposare, ma doveva coricarsi accanto al focolare. E, poiché era sempre sporca di cenere e fuliggine, presero a chiamarla Cenerentola.


Prinsep V.C


Un giorno, il padre si recò alla fiera, e, prima, chiese alle sue figliastre cosa desideravano.
"Abiti eleganti", disse la prima.
"Perle e pietre preziose", disse l'altra.
"E tu, Cenerentola - chiese il padre - che cosa vuoi?"
"Il primo ramo che toccherà il vostro cappello sulla via del ritorno," rispose Cenerentola.
E l'uomo comprò abiti eleganti, perle e pietre preziose per le figliastre; e sulla via del ritorno, mentre cavalcava per un viottolo di campagna, un ramo di nocciòlo gli fece cadere il cappello. Allora, egli tagliò il ramo e, giunto a casa, diede alle figliastre ciò che avevano chiesto, e consegnò a Cenerentola il ramo di nocciòlo. Cenerentola lo prese, andò a piantarlo sulla tomba della madre, e lo innaffiò con le sue amare lacrime, e il ramo attecchì, crebbe e divenne un bell'albero.
Tre volte il giorno, Cenerentola si recava sulla tomba, piangeva e pregava, e, ogni volta, un uccelletto bianco appariva su un ramo dell'albero e le regalava qualsiasi cosa desiderasse.
Accadde che il Re decidesse di dare un gran ballo, della durata di tre giorni, e a cui avrebbero partecipato le più belle fanciulle del Paese perché suo figlio potesse scegliersi una sposa.
Non appena le due sorellastre ebbero l'invito, chiamarono Cenerentola e le dissero: "Acconciaci i capelli, lucida a specchio le nostre scarpine e assicura i ganci dei nostri corsetti ché andiamo al gran ballo del Re."
Cenerentola scoppiò a piangere perché anche lei desiderava andare al ballo, e supplicò la matrigna di accordarle il permesso.
"Cosa cosa? - le rispose la donna - Tu, Cenerentola? Tu, sempre sporca di cenere e fuliggine, vorresti andare al gran ballo? Ma se non hai neanche un abito e degli scarpini decenti!" E, poiché Cenerentola insisteva, la matrigna, infine, disse:
"Ho rovesciato nella cenere un piatto di lenticchie, e se, entro due ore, le raccoglierai tutte, avrai il permesso di venire con noi".
Allora, la fanciulla si affacciò alla porta sul retro, che dava sul giardino, e invocò: "O gentili colombe, o tortore, e voi tutti, uccellini del cielo, le lenticchie dalla cenere a beccare scendete: le buone nel piatto mettete e le cattive mangiate, se volete."
E, subito, dalla finestrella della cucina, entrarono due bianche colombe, e poi delle tortorelle, e, infine, un nùgolo di tutti gli uccellini che volano in cielo, cinguettando e battendo le ali, si posarono nella cenere. E le colombe annuirono con le loro testoline ed incominciarono a beccare e a raccogliere: bècca e piglia, bècca e piglia, e anche gli altri uccelletti, bècca e piglia, bècca e piglia, e, raccolsero nel piatto tutti i chicchi buoni. Non era passata neanche un'ora che avevano bell'e finito e se ne volarono via. Allora, Cenerentola, fuor di sé dalla contentezza, prese il piatto di lenticchie e lo consegnò alla matrigna, sicura che avrebbe avuto il permesso di recarsi al ballo. Ma quella disse:
"No, Cenerentola, non hai un abito decente e non sai ballare: ti riderebbero dietro!", e, quando Cenerentola scoppiò a piangere per la delusione, promise:
"Se raccoglierai dalla cenere due piatti di lenticchie belle e mondate, potrai venire con noi", e, tra sé e sé, pensava:'Tanto, non ci riuscirà mai!'
Non appena la matrigna ebbe versato due piatti di lenticchie nella cenere, la fanciulla si affacciò alla porta sul giardino e invocò:
"O gentili colombe, o tortore, e voi tutti, uccellini del cielo, le lenticchie dalla cenere a beccare scendete: le buone nel piatto mettete e le cattive mangiate, se volete."


Sanderson R.



E, subito, dalla finestrella della cucina, entrarono due bianche colombe, e poi delle tortorelle, e, infine, un nùgolo di tutti gli uccellini che volano in cielo, cinguettando e battendo le ali, e si posarono nella cenere. E le colombe annuirono con le loro testoline ed incominciarono a beccare e a raccogliere: bècca e piglia, bècca e piglia, e anche gli altri uccelletti, bècca e piglia, bècca e piglia, e, raccolsero nei piatti tutti i chicchi buoni. Non era passata neanche una mezz'ora che avevano bell'e finito, e se ne volarono via.
Allora la fanciulla, tutta contenta, portò i piatti alla matrigna, convinta di poter andare al ballo, ma la matrigna le disse:
"Non ti è servito a nulla! Tu non vieni con noi perché non hai un bell'abito e non sai ballare: ci ricopriresti di vergogna". Ciò detto, le voltò le spalle e si precipitò fuori di casa con le sue figlie superbiose.
Non appena fu sola in casa, Cenerentola si recò sulla tomba della madre, sotto l'albero di nocciòlo, e gridò:
"Scrollati, scrollati, alberello, e d'oro e d'argento ricoprimi tutta!"
Allora, l'uccello le gettò un abito d'oro e d'argento, e un paio di scarpette ricamate di seta e d'argento.



Liga Klavina


In fretta e furia, Cenerentola indossò la bella veste e si recò al gran ballo. Tanto era bella nel suo abito d'oro che la matrigna e le sorellastre non la riconobbero, supponendo che fosse una principessa straniera. Non pensarono affatto che potesse trattarsi di Cenerentola, convinte che se ne stesse a casa a cercar lenticchie nella cenere. Il Principe le andò incontro, la prese per mano e danzò con lei. E non avvicinò nessun'altra per non doverle lasciare la mano, e, se qualcuno la invitava, diceva: "No. E' la mia ballerina."
Quando Cenerentola, dopo aver danzato fino a tardi, volle accomiatarsi, il Principe disse: "Ti accompagno" perché voleva scoprire a quale famiglia appartenesse la bella fanciulla, ma, una volta a casa, Cenerentola gli sfuggì e saltò nella piccionaia.
Il Principe, allora, attese il ritorno del padre e gli disse che la fanciulla sconosciuta del ballo era saltata nella sua piccionaia.
Il padre si disse: che sia Cenerentola? Si fece portare un'accetta e un piccone e buttò giù il muro della piccionaia, ma non c'era nessuno.
E, quando rientrarono in casa, Cenerentola sedeva nella cenere, con i suoi cenci sudici, alla debole luce di una piccola lampada ad olio: era saltata velocemente fuori dal retro della piccionaia e si era precipitata sulla tomba materna, dove aveva deposto il suo bell'abito, che l'uccello aveva ripreso. Poi, indossato il brutto grembialaccio grigio, era andata ad accovacciarsi nella cenere del focolare.
Il giorno dopo, quando il gan ballo ricominciò e i genitori e le sorellastre uscirono, lasciandola sola, Cenerentola corse sotto il nocciòlo e gridò:
"Scrollati, scrollati, alberello, e d'oro e d'argento ricoprimi tutta!"
Allora l'uccello le gettò un abito ancora più splendido del precedente.


Liga Klavina


Quando comparve al ballo, gli invitati rimasero abbagliati dalla sua bellezza e dalla sua eleganza. Il Principe, che aveva atteso il suo arrivo, la prese per mano e danzò solo con lei, e, se la invitavano gli altri, diceva: "No. Lei è la mia ballerina."
Quando, a tarda notte, Cenerentola lasciò il ballo, il Principe la seguì per scoprire dove abitasse, ma la fanciulla gli sfuggì balzando nell'orto dietro casa, dove c'era un imponente pero da cui pendevano magnifici frutti: svelta svelta, ella vi si arrampicò e il Principe non riusciva a capacitarsi dove fosse sparita.
Attese il ritorno del padrone di casa e gli disse: "La fanciulla sconosciuta del ballo mi è sfuggita e credo che si sia arrampicata sul pero."
L'uomo pensò: che sia Cenerentola? Mandò a prendere l'ascia e abbatté l'albero, ma non c'era nessuno. E, quando entrarono in cucina, Cenerentola sedeva come il solito nella cenere: era saltata giù dall'altra parte dell'albero, aveva restituito la bella veste all'uccello del nocciòlo, e aveva indossato il vecchio grembiale grigio.
Il terzo giorno, non appena i genitori e le sorellastre uscirono per recarsi al ballo, Cenerentola tornò alla tomba di sua madre e disse all'albero di nocciòlo: "Scrollati, scrollati, alberello, e d'oro e d'argento ricoprimi tutta!"
Allora, l'uccello le gettò un terzo abito - e questo era di una magnificenza mai vista - e un paio di scarpini d'oro.


Liga Klavina


Al suo ingresso al gran ballo, gli invitati ammutolirono per la meraviglia. Il Principe danzò solo con lei, e, se altri la invitavano, egli diceva: "No. E' la mia ballerina."
A tarda notte, Cenerentola lasciò il Palazzo; il Principe tentò di seguirla, ma ella gli sfuggì. Perse, però, la scarpetta sinistra, poiché il Principe aveva fatto spalmare lo scalone di pece e la scarpa vi rimase appiccicata. Egli la raccolse, e vide che era piccolissima e tutta d'oro. Il giorno seguente, si recò dal padre di Cenerentola e disse:
"Sposerò solo colei alla quale questa scarpetta d'oro calzerà a pennello."
Le due sorellastre si rallegrarono perché avevano un bel piedino. La maggiore salì in camera sua e provò a calzare la scarpetta, mentre sua madre guardava.
Ma la scarpa era troppo stretta e il suo grosso alluce proprio non ci entrava; allora la madre le porse un coltello e disse: "Tagliati il dito: quando sarai Regina, non avrai più bisogno di andare a piedi."
La fanciulla si mozzò il dito, infilò il piede nella scarpa e andò dal Principe. Egli mise sul cavallo la sua sposa e partì con lei. Ma dovettero passare davanti alla tomba della madre di Cenerentola; sul nocciòlo erano posate due colombe che gridarono: "Guarda bene la sposina: ha del sangue nella scarpina, per il suo piede è troppo stretta. La vera sposa è in casa che ti aspetta."
Allora egli le guardò il piede e vide sgorgare il sangue. Voltò il cavallo, riportò a casa la falsa sposa e disse: "Questa non è la vera sposa; che l'altra sorella provi la scarpina."
La minore andò in camera: riuscì a infilare le dita nella scarpa, ma il calcagno era troppo grosso. Allora, la madre le porse un coltello e le disse: "Tagliati un pezzo di calcagno: quando sarai Regina non avrai bisogno di andare a piedi." La fanciulla si tagliò un pezzo di calcagno, infilò il piede nella scarpa e andò dal Principe. Questi mise sul cavallo la sposa e andò via con lei. Ma quando passarono davanti al nocciòlo, le due colombe gridarono: "Guarda bene la sposina: ha del sangue nella scarpina, per il suo piede è troppo stretta. La vera sposa è in casa che ti aspetta."
Egli le guardò il piede e vide il sangue sprizzare nella scarpetta, macchiando di rosso le calze bianche. Allora, voltò il cavallo e riportò a casa la falsa sposa. "Questa non è la vera sposa - disse - Non avete un'altra figlia?"
"No - rispose l'uomo - la moglie che è morta mi ha lasciato una misera Cenerentola,  non può essere lei la sposa che cercate!."
Il Principe gli chiese di mandarla a chiamare, ma la matrigna esclamò:
"Ah no, è troppo sudicia, non può farsi vedere."
Ma egli non intese ragioni e dovettero chiamare Cenerentola. Ella si lavò ben bene le mani e il viso, poi andò e si inchinò davanti al Principe, che le porse la scarpina d'oro. Allora, ella sedette su di uno sgabello, si sfilò dal piede il pesante zoccolo di legno, e calzò la scarpina, che le stava a pennello. E, quando si alzò, il Principe riconobbe in lei la bella fanciulla del ballo, e disse: "Questa è la vera sposa!"


Adolf Munzer


La matrigna e le sorellastre, atterrite, impallidirono di rabbia, ma egli mise Cenerentola sul suo cavallo e se ne andò con lei. Quando passarono davanti al nocciòlo, le colombe bianche gridarono: "Guarda bene la sposina, non c'è sangue nella scarpina. La scarpina le va a pennello. Porta la sposa nel tuo Castello." E, dopo aver detto queste parole, planarono giù dal nocciòlo e si appollaiarono sulle spalle di Cenerentola, una a destra e l'altra a sinistra.


Daniela Drescher


Il giorno delle nozze, si presentarono anche le perfide sorellastre: volevano entrare nelle grazie di Cenerentola e approfittare della sua fortuna. All'ingresso del corteo nuziale in chiesa, la maggiore delle sorellastre incedeva a destra di Cenerentola, la minore alla sua sinistra. Allora, le colombe creparono l'occhio destro alla maggiore e il sinistro alla minore. All'uscita, la maggiore era a sinistra e la minore a destra, e le colombe creparono a ciascuna l'altro occhio. E fu così che, a causa della loro malvagità e della loro falsità, esse trascorsero nelle tenebre il resto della loro vita.

Grimm n.21, "Aschenputtel".
Classificazione: Aa Th 510A
Traduzione: Mab's Copyright

Il testo in lingua originale è nella Pagina: "Brüder Grimm"

Nessun commento: