lunedì 23 febbraio 2015

Streghe e Guaritori, W.B. Yeats

Streghe e guaritori ricevono il loro potere da dinastie opposte: la strega lo ricava da spiriti maligni e dalla sua stessa perfida volontà; il guaritore dai folletti e da un qualcosa - un certo temperamento - che è innato in lui, o in lei. Le prime sono sempre temute e detestate, dai secondi si va per avere consigli e sono, al massimo, degli imbroglioni.
A volte i più famosi guaritori sono persone che i folletti hanno amato, rapito e tenuto con sé per sette anni; non che i prediletti dei folletti vengano sempre rapiti - possono semplicemente diventare silenziosi e strani, e darsi a vagabondaggi solitari nei luoghi di lorsignori.
Tali individui diventeranno, in seguito, grandi poeti o musicisti, oppure guaritori; non vanno confusi con quelli che hanno una Lianhaun shee [leannàn-sidhe], perché la Lianhaun shee si alimenta degli organi vitali dei suoi prediletti, che così si consumano e muoiono. Essa fa parte dei terribili spiriti solitari.
Da lei sono stati posseduti i più grandi poeti irlandesi, da Oisin in poi, fino al secolo scorso.
Le persone di cui parliamo hanno per amici i folletti in frotte, il popolo allegro e socievole delle fortezze e delle caverne. La loro conoscenza delle erbe e degli incantesimi è grande. Questi dottori vengono interpellati quando il latte non diventa burro o la mucca non dà latte, per scoprire se la causa fa parte del normale corso della natura o se c'è stata qualche stregoneria. Forse qualcuno, con il sistema della mano morta, si è portato il burro alla sua zangola. Qualunque cosa sia, c'è la contro-fattura.
Danno consigli anche in caso di sospette sostituzioni fatate, e prescrizioni contro il colpo del folletto (quando il folletto colpisce qualcuno si forma un tumore, oppure la persona rimane paralizzata. Allora si parla di colpo del folletto o di botta del folletto). Naturalmente essi possono vedere i folletti, e più di una volta hanno intimato al proprietario di demolire una casa appena costruita perché si trovava sul cammino dei folletti.

Lady Wilde ne descrive così uno che viveva sull'Isola di Sark:
"Non ha mai toccato birra, liquori o carne in tutta la sua vita, ma si è nutrito esclusivamente di pane, frutta e verdura. Un tizio che l'ha conosciuto ne parla in questo modo: "Estate e inverno, il suo abito non cambia mai - una semplice camicia di flanella e la giacca. Paga la sua quota quando si organizza una festa ma non mangia né beve il cibo e le bevande che gli vengon messi davanti. Non parla inglese, né mai si riuscirebbe a convincerlo a imparare questa lingua, benché egli dica che essa potrebbe essere usata con grande efficacia per maledire i propri nemici. Considera il cimitero un luogo sacro, e non porterebbe via da una tomba nemmeno una foglia d'edera. È convinto che la gente faccia bene a mantenere le antiche usanze, come quella di non scavare mai una tomba di lunedì e di far fare alla bara tre giri attorno alla fossa seguendo il corso del sole, perché allora i morti riposano in pace. Condivide la credenza popolare secondo cui i suicidi sono maledetti; la gente ritiene infatti che, se un suicida viene sepolto in mezzo ai morti della sua famiglia, questi voltino la faccia.
Anche se di condizione agiata, mai, neppure in giovinezza, ha pensato di prendere moglie, né mai s'è saputo che amasse una donna. Non si lascia coinvolgere dalla vita, e in questo modo mantiene il suo potere sulle forze occulte. Nessuna somma di denaro potrà tentarlo a trasmettere a un altro il suo sapere, perché se lo facesse cadrebbe morto stecchito; così egli crede. Non toccherebbe mai un bastone di nocciolo; porta però una bacchetta di frassino, che tiene nelle mani, appoggiata sulle ginocchia, quando prega; l'intera sua vita è dedicata a opere di bene e di carità e, nonostante ora sia vecchio, non è stato ammalato neanche un solo giorno. Nessuno l'ha mai visto andare in collera, né ha mai sentito uscire dalle sue labbra un'espressione di rabbia se non una sola volta e in quel caso, molto irritato com'era, recitò la preghiera del Signore all'incontrario, in oltraggio al suo nemico. Prima di morire rivelerà il mistero del suo potere, ma non prima di sentire su di sé la mano della morte con assoluta certezza".

Quando lo rivelerà, senza dubbio lo farà a una persona soltanto - il suo successore. Nella contea Sligo esistono parecchi dottori di questo tipo, davvero ricchi di scienza nel campo delle erbe medicinali, e i miei amici ne incontrano anche nelle loro contee. Tutto ciò va avanti allegramente. Invano lo spirito del Tempo ride, quando lui stesso è ormai a un soffio dal tramonto, o sta già tramontando.



Louis Rhead


Gli incantesimi delle streghe sono completamente differenti; hanno l'odore della tomba. Uno dei più potenti è la magia della mano morta. Borbottando le parole magiche mescolano l'acqua di un pozzo con una mano tagliata a un cadavere e raccolgono dalla sua superficie il burro di un vicino.
Una candela tenuta fra le dita della mano morta non può venire spenta. È utile ai ladri; ma anche gli innamorati fanno ricorso alle streghe, perché sanno produrre filtri d'amore facendo seccare il fegato di un gatto nero e triturandolo fino a ridurlo in polvere. Mescolato al tè, e versato da una teiera nera, è infallibile.
Ci sono tante storie sul successo di questo incantesimo in anni molto recenti, ma, sfortunatamente, esso deve essere continuamente rinnovato, o tutto l'amore può trasformarsi in odio.


Stephen Mackey, "The Secret People"


Ovunque però si ritiene che l'elemento centrale della stregoneria stia nella facoltà di assumere delle apparenze contraffatte; in Irlanda, di solito, quella di una lepre o di un gatto. Molto tempo fa il preferito era il lupo.
Prima che Giraldus Cambrensis arrivasse in Irlanda, un monaco che vagava di notte in un bosco si imbatté in due lupi, uno dei quali stava morendo. L'altro pregò il monaco di dare al lupo morente l'ultimo sacramento. Egli disse la messa e si fermò quando giunse al viatico. Il secondo lupo, vedendo questo, strappò la pelle dal petto del compagno morente, mettendo a nudo la forma di una vecchia. Allora il monaco impartì il sacramento. Anni dopo confessò la cosa e, quando Giraldus visitò il paese, era sotto processo da parte del Sinodo dei vescovi. Impartire un sacramento a un animale era un grande peccato. Era un essere umano o un animale? Su consiglio di Giraldus mandarono il monaco, con degli incartamenti che illustravano il caso, dal Papa, perché decidesse. Il risultato non è riportato. Quanto a Giraldus, era dell'opinione che la forma di lupo fosse un'illusione, perché, secondo quanto sosteneva, solo Dio può cambiar forma.
Il suo parere concorda con la tradizione, irlandese e non. È opinione di molti fra coloro che hanno scritto su questi argomenti che la magia consista solo nella creazione di tali illusioni.
Patrick Kennedy racconta la storia di una ragazza che a una fiera osservava un prestigiatore tenendo in mano una zolla d'erba in cui c'era, a sua insaputa, un quadrifoglio. Ora, il quadrifoglio protegge chi lo possiede da tutti i pishogues (incantesimi), e dunque, mentre gli altri fissavano un gallo che camminava sul tetto di una catapecchia portando nel becco una grossa trave, lei domandò loro cosa trovassero di strano in un gallo con un filo di paglia. Il prestigiatore le chiese la zolla d'erba, per darla al suo cavallo, disse. Immediatamente la ragazza gridò terrorizzata che la trave sarebbe caduta uccidendo qualcuno.

Questo, dunque, va ricordato - la forma di una cosa stregata è un'illusione e un capriccio della fantasia.


Stephen Mackey



Nota al Testo:
L'ultimo processo per stregoneria avvenuto in Irlanda - non ce furono mai molti - è così riportato nella History of Carrickfergus di Mac Skimin:
"1711, 31 marzo, Janet Mean, dell'isola di Braid; Janet Latimer, quartiere irlandese, Carrickfergus; Janet Millar, quartiere scozzese, Carrickfergus; Margaret Mitchel, Kilroot; Catharine M'Callmond, Janet Liston, nota anche come Seller, Elizabeth Seller e Janet Carson, le ultime quattro dell'Isola di Magee, furono qui processate, nella corte della contea di Antrim, per stregoneria".
Il reato che veniva loro imputato era di aver perseguitato una giovane, una certa Mary Dumbar di circa diciott'anni d'età, nella casa di James Hattridge, nell'Isola di Magee e negli altri luoghi dove la ragazza era stata portata. I fatti, riferiti sotto giuramento al processo, sono i seguenti:
"Nel mese di febbraio 1711, la persona perseguitata, che si trovava sull'Isola di Magee, nella casa di James Hattridge (che da qualche tempo era ritenuta infestata da spiriti maligni), rinvenne sul pavimento del salotto un grembiule di cui si era notato da tempo la scomparsa, legato con cinque strani nodi che ella sciolse.
Il giorno seguente fu improvvisamente presa da un violento dolore alla coscia e in seguito cadde in preda a convulsioni e delirio; quando si fu ripresa, sostenne d'essere tormentata da alcune donne e ne descrisse minuziosamente gli abiti e l'aspetto. Poco dopo fu nuovamente colta da simili convulsioni e, quando si fu ripresa, accusò altre cinque donne di tormentarla, fornendo anche di queste la descrizione. Fatte venire le accusate dalle diverse parti del paese, la ragazza dimostrò grande paura e sembrò patire maggiori tormenti al loro avvicinarsi. Venne inoltre testimoniato che nella casa si udivano strani rumori, con dei fischi o di uno sgrattare, e che nelle stanze si notava un odore di zolfo; che per la casa venivano gettate pietre, torba e simili e che copriletti eccetera venivano spesso strappati dai letti e disposti in forma di cadavere; che una volta un capezzale uscì da una stanza e andò in cucina indossando una camicia da notte!
Dalle deposizioni risultò anche che durante alcuni dei suoi attacchi tre uomini robusti riuscivano a malapena a tenerla nel letto; che a volte vomitava piume, filato di cotone, spilli e bottoni; e che in una occasione scivolò fuori dal letto e fu adagiata sul pavimento, come sostenuta e trascinata da una forza irresistibile.
La persona perseguitata non fu in grado di rendere alcuna testimonianza al processo, essendo all'epoca muta, ma non ebbe alcun violento attacco per tutta la durata del processo.
A difesa delle accusate, sembrava che esse fossero per lo più persone sobrie e industriose che prendevano parte alle pubbliche funzioni, erano in grado di recitare il Pater Nostro ed erano conosciute per essere persone dedite alla preghiera sia in pubblico che in privato; qualcuna aveva ricevuto la comunione da poco. Il Giudice Upton parlò alla giuria, facendo notare la regolare frequenza delle accusate alle pubbliche funzioni, osservò che riteneva improbabile che delle vere streghe potessero mantenere le consuetudini religiose al punto di seguire il culto di Dio, sia in pubblico che in privato, cosa che era stata provata a favore delle accusate. Concluse esprimendo l'opinione che la giuria non poteva dichiararle colpevoli in base alla sola testimonianza delle immagini visionarie della persona perseguitata. Dopo di lui parlò il Giudice Macarthy, che era di opinione diversa, e riteneva che la giuria potesse, in base alle testimonianze, esprimere verdetto di colpevolezza; il che di fatto fece. Questo processo durò dalle sei del mattino fino alle due del pomeriggio, e le prigioniere furono condannate a dodici mesi di prigione e a venir esposte quattro volte alla gogna di Carrickfergus. La tradizione dice che la gente era esasperata da queste infelici che divennero oggetto, mentre erano alla gogna, di violenti lanci di gambi di cavolo bolliti e simili, e che per questo una di loro perse un occhio.

Da: "Fiabe Irlandesi", W.B. Yeats

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