venerdì 24 aprile 2015

Rosaspina, Grimm n.50 - Tradotta da Me e Rieditata








'erano una volta un Re e una Regina, che, ogni giorno, si ripetevano l'un l'altro: "Ah, se solo avessimo un figlio!". Ma il bambino tanto desiderato non arrivava mai. Un giorno, mentre la Regina prendeva un bagno, una ranocchia saltò fuori dall'acqua, toccò terra e le disse: "I tuoi voti saranno esauditi. Prima che sia trascorso un anno, darai alla luce una bimba".


Kinuko Y. Craft


Ciò che la ranocchia aveva predetto si avverò. La Regina mise al mondo una bambina tanto bella che il Re era fuor di sé dalla gioia e organizzò una gran festa, e non si contentò d'invitare parenti, amici e conoscenti, ma anche le Sagge Donne del Regno, affinché prendessero la piccola Principessa sotto la loro protezione. C'erano tredici Sagge Donne nel Paese, ma il Re possedeva solo dodici piatti d'oro massiccio, così una non poté essere invitata.



La festa, tuttavia, fu magnifica, e, quando si avviava alla conclusione, le Sagge Donne si avvicinarono alla neonata, e le elargirono i loro meravigliosi doni: una, la virtù; un'altra, la bellezza; la terza, la ricchezza, e così via di seguito. In breve, tutto ciò che si potesse desiderare al mondo. Undici Sagge Donne avevano già benedetto la neonata, quando sopraggiunse all'improvviso la tredicesima, determinata a prendersi la sua vendetta perché non era stata invitata.
Senza salutare né degnare alcuno di un'occhiata, ella proclamò con voce stentorea: "La figlia del Re, toccàti i quindici anni, si pungerà con un fuso e cadrà morta!". Ciò detto, abbandonò la sala. Tutti i presenti piangevano, ma si fece avanti la dodicesima Saggia Donna, che non aveva ancòra benedetto la neonata. Ella non aveva il potere di annullare la maledizione, ma poteva mitigarne la spietatezza. Così disse: "La Principessa non sprofonderà nella morte, ma cadrà in un profondissimo sonno, che durerà cento anni".



C. Birmingham



Il Re, però, che avrebbe voluto allontanare la maledizione dal capo della sua figliuola, ordinò che tutti gli arcolai del Regno fossero dati alle fiamme.
La Principessina cresceva e in lei si compivano tutte le benedizioni delle Sagge Donne: era così bella, virtuosa, gentile e intelligente che tutti coloro che la vedevano non potevano non amarla. Il giorno del suo quindicesimo compleanno accadde che il Re e la Regina fossero assenti dal castello. Rimasta sola, la fanciulla curiosò dappertutto, visitando sale e camere a suo piacimento, finché giunse ad una vecchia torre. Salì per una stretta scala a chiocciola fino ad una porticina. Nella serratura c'era una chiave arrugginita. La girò e la porta si spalancò. In una cameretta, sedeva una vecchia donna, tutta intenta a filare il suo lino.
"Buongiorno, nonna - disse la Principessa - Che stai facendo?"
"Sto filando", rispose la vecchia, confermando con il capo.
"Oh, ma che divertente quel giocattolo che gira e saltella!", esclamò la Principessa e prese il filo perché voleva provare a fare andare il fuso, ma, non appena l'ebbe sfiorato, la maledizione si compì, ed ella si punse un dito. Il tempo di avvertire il dolore della puntura e cadde sul lettino della stanzetta, e lì giacque, immersa in un profondissimo sonno.



Gilbert A. Y.



E un profondissimo sonno addormentò il Castello e il Re e la Regina che erano appena rientrati, e, con loro, si addormentò l'intera Corte. E si addormentarono i cavalli nelle stalle, i cani da caccia pezzati nel cortile, i piccioni sul tetto, le mosche sul muro, e si assopì il gran fuoco che ruggiva nel caminetto; e l'arrosto smise di sfrigolare, e si addormentò il cuoco che stava per dare una strigliata allo sguattero, e si tacque il vento e non stormì più una foglia sugli alberi.




A. Rackham



Tutto intorno al Castello, spuntò una gran siepe  di rovi, che, anno dopo anno, crebbe, crebbe, crebbe fino a nasconderlo alla vista. Solo la banderuola si scorgeva di lontano.
























Nel Regno si diffuse la leggenda della principessa  Rosaspina, la Bella Addormentata - così la chiamavano - e, di tanto in tanto, un figlio di re tentava di attraversare la barriera di spine, ma i rovi, come fossero dita, lo afferravano e lo imprigionavano finché non moriva di miserevole morte.




















E trascorsero tanti, tanti anni, e giunse il figlio di un Re, ed un vecchio gli raccontò che sì, forse, dietro quella gran barriera di spine sorgeva un gran Castello, e nel Castello si diceva che, da un centinaio d'anni almeno, giacesse immersa in un profondissimo sonno la bella principessa Rosaspina, e con lei il Re, la Regina e la Corte tutta. E suo nonno soleva raccontargli che tanti giovani figli di re avevano incontrato miserevole morte nel tentativo di attraversare la barriera di spine. Allora, il Principe esclamò: "Io non ho paura di nulla! Attraverserò la barriera di spine e vedrò la Bella Addormentata!".
Inutilmente, il vecchio tentò di convincerlo a desistere, il Principe era determinato a tentare l'impresa. Ma, proprio allora era trascorso il centesimo anno e s'era compiuta la maledizione, così il Principe non trovò rovi, ma splendidi, grandi fiori che si scostavano lasciandolo passare e si richiudevano alle sue spalle.







R. Innocenti



Giunto nel cortile del castello, egli vide i cavalli che dormivano nelle stalle e i cani da caccia pezzati che dormivano per terra, e i piccioni che dormivano sui tetti, con la testina sotto l'ala; nelle cucine, il cuoco dormiva con la mano tesa nell'atto di afferrare i capelli dello sguattero, e dormivano le mosche sui muri, e dormiva la servetta, con la gallina nera da spennare tra le mani. Il Principe entrò in una grande sala e lì dormiva l'intera Corte, e lassù, assisi sui loro troni, dormivano il Re e la Regina.



Kinuko Y. Craft


Proseguì in un silenzio tale che poteva udire il proprio respiro. Giunse alla stanzetta nella torre dove giaceva addormentata Rosaspina, e, quando la guardò, non poté più distogliere gli occhi da tanta bellezza. Non riuscì a trattenersi, si chinò e la baciò, e Rosaspina, al suo tocco, si svegliò e lo guardò tutta sorridente.









Allora, scesero insieme, e il Re, la Regina e la Corte tutta si svegliarono e si guardarono l'un l'altro stupefatti. E si svegliarono i cavalli nelle stalle e scrollarono la testa, e si svegliarono i cani da caccia pezzati nel cortile e saltarono su e presero a scodinzolare, e si svegliarono i piccioni, che trassero il capino da sotto l'ala, si guardarono intorno e spiccarono il volo verso  la campagna; e le mosche ripresero a strisciare sui muri, e il fuoco ricominciò a sfrigolare, e il cuoco allungò un ceffone allo sguattero che lanciò uno strillo, e la servetta riprese a spennare la gallina nera. E poi, vennero celebrate con gran pompa le nozze del Principe e di Rosaspina, che, da quel giorno, vissero insieme felici e contenti.








Innocenti R.


Grimm n.50, "Dornröschen"
Traduzione: Mab's Copyright

Il testo in lingua originale è nella pagina Brüder Grimm.


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