Iban Barrenetxea
Quando i nani udirono l'accaduto, le
dissero:
"La vecchia merciaia altri non era che la scellerata Regina; sta' in guardia e non lasciar entrare nessuno, se non ci
siamo anche noi."
Ma la cattiva Regina, appena arrivata a casa, andò davanti allo
specchio e chiese:
"Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più
bella?"
Come al solito, lo specchio rispose:
"Regina, qui la più bella sei tu;
ma al di là di monti e piani,
presso i sette nani,
Biancaneve lo è molto di più."
A queste parole, il sangue le affluì tutto al cuore dallo
spavento, perché vide che Biancaneve era tornata in vita.
'Ma
adesso - pensò - troverò qualcosa che sarà la tua rovina', e,
siccome s'intendeva di stregoneria, preparò un pettine avvelenato.
Poi si travestì e prese l'aspetto di un'altra vecchia. Passò i
sette monti fino alla casa dei sette nani, bussò alla porta e gridò:
"
Roba bella! Roba bella!"
Biancaneve guardò fuori e disse:
"Andate pure, non posso lasciar entrare nessuno."
"Ma
guardare ti sarà permesso", disse la vecchia; tirò fuori il
pettine avvelenato e lo sollevò. Alla bimba piacque tanto che si
lasciò sedurre e apri la porta.
Conclusa la compera, la vecchia
disse: "Adesso voglio pettinarti perbene".
Sulamith Wulfing
La povera
Biancaneve, di nulla sospettando, lasciò fare, ma, non appena quella
le mise il pettine nei capelli, il veleno agì e la fanciulla cadde
priva di sensi.
Barrett A.
"Portento di bellezza! - disse la cattiva
matrigna - è finita per te!" e se ne andò.
Ma per fortuna
era quasi sera e i sette nani stavano per tornare. Quando videro
Biancaneve giacer come morta, sospettarono subito della matrigna,
cercarono e trovarono il pettine avvelenato; appena l'ebbero tolto,
Biancaneve tornò in sé e narrò quel che era accaduto. Di nuovo
l'ammonirono che stesse in guardia e non aprisse la porta a nessuno.
A casa, la Regina si mise allo specchio e disse:
"Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più
bella?"
Come al solito, lo specchio rispose:
"Regina, la più bella qui sei tu;
ma al di là di monti e piani,
presso i sette nani,
Biancaneve lo è molto di più."
A tali parole, ella rabbrividì e tremò di collera.
"Biancaneve
morirà! - gridò - dovesse costarmi la vita".
Barrett A.
Andò in
una stanza segreta, dove non entrava nessuno e preparò una mela
velenosissima. Di fuori era bella, bianca e rossa, che invogliava
solo a vederla, ma chi ne mangiava un pezzetto, doveva morire.
Lacombe B.
Quando
la mela fu pronta, ella si tinse il viso e si travestì da contadina,
e cosi passò i sette monti fino alla casa dei sette nani.
Gustafson S.
Bussò,
Biancaneve si affacciò alla finestra e disse:
"Non posso
lasciar entrare nessuno, i sette nani me l'hanno proibito."
"Non
importa - rispose la contadina - le mie mele le vendo lo
stesso. Prendi, voglio regalartene una."
"No - rispose
Biancaneve - non posso accettare nulla."
Santore C.
"Hai paura
del veleno? - disse la vecchia - Guarda, la divido per
metà: tu mangerai quella rossa, io quella bianca".
Ma la mela
era fatta con tanta arte che soltanto la metà rossa era avvelenata.
Biancaneve mangiava con gli occhi la bella mela, e quando vide la
contadina morderci dentro, non poté più resistere, stese la mano e
prese la metà avvelenata.
Gilbert A.Y.
Ma al primo boccone cadde a terra morta.
La Regina l'osservò ferocemente e scoppiò a ridere, dicendo:
"Bianca come la neve, rossa come il sangue, nera come l'ebano!
Stavolta i nani non ti sveglieranno più ".
Graban Q.
A casa, domandò allo
specchio:
"Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più
bella?"
E finalmente lo specchio rispose:
"Nel regno, Maestà, tu sei quella."
Allora il suo cuore invidioso ebbe pace, se ci può esser pace per
un cuore invidioso.
I nani, tornando a casa, trovarono Biancaneve che giaceva a terra,
e non usciva respiro dalle sue labbra ed era morta. La sollevarono,
cercarono se mai ci fosse qualcosa di velenoso, le slacciarono le
vesti, le pettinarono i capelli, la lavarono con acqua e vino, ma
inutilmente: la cara bambina era morta e non si ridestò.
Lacombe B.
La misero
su un cataletto, la circondarono tutti e sette e la piansero, la
piansero per tre giorni. Poi volevano sotterrarla; ma in viso, con le
sue belle guance rosse, ella era ancor fresca, come se fosse viva.
Dissero: "Non possiamo seppellirla dentro la nera terra", e
fecero fare una bara di cristallo, perché la si potesse vedere da
ogni lato, ve la deposero e vi misero sopra il suo nome, a lettere
d'oro, e scrissero che era figlia di re. Poi esposero la bara sul
monte, e uno di loro vi restò sempre a guardia. E anche gli animali
vennero a pianger Biancaneve: prima una civetta, poi un corvo e
infine una colombella.
Biancaneve rimase molto, molto tempo nella bara, ma non imputridì:
sembrava che dormisse, perché era bianca come la neve, rossa come il
sangue e nera come l'ebano. Ma un bel giorno capitò nel bosco un Principe e andò a pernottare nella casa dei nani.
Iban Barrenetxea
Vide la bara sul
monte e la bella Biancaneve e lesse quel che era scritto a lettere
d'oro. Allora disse ai nani:
"Lasciatemi la bara; in compenso vi
darò quel che volete".
Ma i nani risposero: "Non la
cediamo per tutto l'oro del mondo."
"Regalatemela, allora,"
egli disse, "non posso vivere senza veder Biancaneve: voglio
onorarla ed esaltarla come la cosa che mi è più
cara al mondo".
A sentirlo, i buoni nani s'impietosirono e gli
donarono la bara. Il Principe ordinò ai suoi servi di portarla sulle
spalle.
Ora avvenne che essi inciamparono in uno sterpo e, per la
scossa, quel pezzo di mela avvelenata che Biancaneve aveva
trangugiato le usci dalla gola. E poco dopo ella apri gli occhi,
sollevò il coperchio e si rizzò nella bara: era tornata in vita.
"Ah Dio, dove sono?" gridò.
Il Principe disse, pieno di gioia:
"Sei con me," e le raccontò quel che era avvenuto,
aggiungendo: "Ti amo sopra ogni cosa al mondo; vieni con me nel
castello di mio padre, sarai la mia sposa".
Santore C.
Biancaneve
acconsentì e andò con lui, e furono ordinate le nozze con gran pompa e
splendore. Ma alla festa invitarono anche la perfida matrigna di
Biancaneve. Indossate le sue belle vesti, ella andò allo specchio e
disse:
"Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più
bella?"
Lo specchio rispose:
"Regina, la più bella qui sei tu;
ma la sposa lo è molto di
più."
La cattiva donna imprecò e il suo affanno era così grande che
non poteva più dominarsi. Dapprima non voleva assistere alle nozze, ma non trovò pace e dovette andare a veder la giovane Regina.
Entrando, vide che non si trattava d'altri che di Biancaneve e
impietrì dall'orrore. Ma sulla brace erano già pronte due pantofole
di ferro: quando furono incandescenti, gliele portarono, ed ella fu
costretta a calzare le scarpe roventi e ballarvi finché le si
bruciarono miseramente i piedi e cadde a terra, morta.
Iban Barrenetxea
Grimm n.53, "Sneewittchen".
Classificazione: AaTh 709 [
Little Snow-White]
P.J. Lynch