giovedì 19 giugno 2014

La Zarevna Morta e i Sette Bogatyri, Fiaba in Versi di A. Pushkin

Dalla Zarina preso commiato,
lo Zar s'è tosto incamminato,
sola è rimasta lei a guardare
dalla finestra ad aspettare.
Da mane a sera siede ed attende,
fisso sui campi lo sguardo tende
e tanto guarda e tanto scruta
che ormai la vista ha quasi perduta.
Ma dell'amato traccia non scorge,
solo v'è neve che tutto avvolge,
neve che cade e nulla oltre:
cela la terra la bianca coltre.
E nove mesi già son passati
gli occhi dai campi mai ha levati;
guinto è Natale e alla vigilia
alla Zarina Dio dà una figlia.
Alla mattina proprio all'aurora,
tanto invocato, alla buon'ora,
fa lo Zar padre il suo ritorno,
da tanto atteso, la notte e il giorno.
Mentre il suo amato alfin rimira,
profondamente ella sospira,
ma l'emozione più non sopporta,
ed alla Messa è bell'e morta.


Vasnetsov V.


Grande la pena, lungo il dolore,
ma lo Zar era pur peccatore:
passato un anno come in un sogno
di risposarsi senti il bisogno.
A dire il vero quella sposina
non era indegna d'esser Zarina:
bianca, ben fatta, assai slanciata,
era anche accorta ed assennata.
Ma era purtroppo vanagloriosa,
un poco fatua e assai gelosa
e come dote le avevan dato
solo uno specchio, però fatato:
era uno specchio particolare
perché sapeva anche parlare.
Solo con quello si divertiva,
sempre era allegra e assai giuliva
e volentieri con lui scherzava,
piena di vanto gli domandava:
"Specchio, specchietto dimmi tu il vero,
senza menzogna e per intero:
non sono al mondo io la migliore,
candida e rosa come un bel fiore?"
Le rispondeva lo specchio a tono:

"Tu mia Zarina sei la migliore,
candida e rosa come un bel fiore."

E lei rideva tutta giuliva,
con alterigia poi s'impettiva,
strizzando l'occhio a sé ammiccava
mentre le dita forte schioccava,
come un pavone tronfia girava
e nello specchio si rimirava.







Passato il tempo veloce è intanto
e zitta zitta, come d'incanto,
se n'è cresciuta la Principessa,
s'è fatta grande e bella anch'essa.
Bianco è il suo viso, di ciglio è bruna,
d'animo è mite come nessuna.
E il destino per fidanzato
Elisej Prence le ha riservato.
Già lo Zar padre parola ha dato
e già la dote le ha assegnato:
sette cittadi ricche e fiorenti
e di castelli ben centoventi.
La sera prima degli sponsali,
mentre si prova i manti regali,
sta la Zarina con lo specchietto
e vuol sapere al suo cospetto:
"Dimmi, io al mondo son la migliore,
candida e rosa come un bel fiore?"
Ma ora lo specchio che le risponde?

"La tua bellezza certo confonde,
la Principessa però è migliore
candida e rosa come un bel fiore!"





(Continua)

Le Gif animate sono tratte da fotogrammi dell'omonimo film sovietico del 1954.

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