venerdì 29 agosto 2014

Antidoti: Il Vaso d'Oro, E.T.A Hoffmann

Momento: "Ritorno ai Classici". E dico "ritorno" perché sono illogicamente, quasi etilicamente (astemia, io) ottimista. Ma sono stanca di rivisitazioni. Ri-visitazioni? E cosa è successo, cosa hanno imparato nel corso dell'approfondita prima visita? Che massacrare è bello? Dissacrare può essere molto bello, se declinato da un genio, il resto è fuffa.
Così propongo la ri-lettura delle opere di E.T.A. Hoffmann. La scrittura non è particolarmente ricercata, sofisticata, originale... Eppure, questa banalità formale si trasforma in un pregio perché esalta ciò che dovrebbe essere un valore assoluto, ovvero, i contenuti: le invenzioni, i lampi e le saette, la fantasia delirante, magicamente imbrigliata in una trama coerente. Chi non l'avesse mai letto potrebbe avere un'impressione di déjà vu. Succede... quando si viene saccheggiati da contemporanei e posteri.
Mi rendo conto, volendo limitarmi ad una sola scelta, che proprio non ci riesco.
Intanto: Il Vaso d'Oro. Poi, Il Piccolo Zacchéo detto Cinabro e L'Uomo della Sabbia (a cui si ispirò Charles Nuitter per il libretto del balletto "Coppelia").
Il Vaso d'Oro è suddiviso in veglie, non in capitoli. Su Internet abbondano i riassunti, non voglio pensare né, tanto meno, sapere a che scopo.
Ho riassunto all'osso i riassunti delle prime tre veglie, tanto per...

Prima veglia
Dresda, primi dell’Ottocento - (Prima edizione: 1813, quindi, piena contemporaneità).
E' il giorno dell'Ascensione. Anselmus, un giovane studente (imbranato) esce per partecipare ai festeggiamenti, ma inciampa nel cestino di un'orribile vecchia: tutte le sue mele ruzzolano giù per la via. Anselmus svuota il borsellino (destinato ai suddetti festeggiamenti), ma non evita insulti e maledizioni ("Finirai nel Cristallo!").
Ormai senza più un quattrino, lo studente si apparta ai piedi di un sambuco, in riva all'Elba. E' il tramonto. Anselmus vive una visione, un invito della Natura e dell'Amore. Il suono di una campanella di cristallo: tra i rami si affacciano tre serpi, una ha gli occhi azzurri e Anselmus se ne innamora immediatamente.

Seconda veglia
Preso per un reduce dai festeggiamenti, Anselmus, confuso e imbarazzato, si convince di aver sognato. Incontra il vicepreside Paulmann che passeggia lungo il fiume insieme  con sua figlia Veronica e con l’attuario Heerbrand. Accetta il loro invito e partecipa ad una gita in barca sull’Elba. Anselmus vede la serpe guizzare nell’acqua e tenta di raggiungerla, trattenuto dal barcaiolo. Anche questa volta, si convince d'aver sognato o di essere stato ingannato dai riflessi dei fuochi d'artificio sull'acqua.
A casa dei Paulmann, Veronica, che si è decisamente innamorata di Anselmus, canta per gli ospiti. La sua voce viene paragonata al suono argentino di  una campanella di cristallo. Anselmus dissente vigorosamente: lui l'ha sentita davvero una voce che risuona come una campanella di cristallo.
Convinto, come gli altri, che il giovane sia in preda a vaneggiamenti a causa della precarietà in cui vive, Heerbrand gli propone un lavoro come copista presso l’archiviarius Lindhorst, un personaggio eccentrico, legato al mondo della magia e dell'alchimia. Il mattino dopo Anselmus, puntuale e ben vestito, si reca dall’archiviarius. Ma il picchiotto della porta di casa si trasforma prima nell'orribile vecchia delle mele che gli ripete la formula della maledizione, e, quindi, in un serpente bianco che si attorciglia intorno ad Anselmus. Lo studente perde i sensi.

Terza veglia
In un Caffé, l’archiviarius Lindhorst racconta il mito dell'Amarillide e del principe Phosphorus il cui amore trionfa contro un Drago custode dei metalli della terra.
Afferma però, che si tratta della vera storia dei suoi antenati.
Nel Caffé ci sono anche il preside Paulmann e Anselmus. Paulmann ripropone la candidatura di Anselmus al posto di copista, e Lindhorst accetta di assumerlo, sembrandone, però, contrariato.

L'Uomo della Sabbia è nella raccolta "Racconti Notturni".




Se Il Vaso d'Oro non è nel catalogo Einaudi, ripiegare sugli Oscar Mondadori. Mai, Garzanti. ("Il Piccolo Zacchéo detto Cinabro" è in genere fra "e altri racconti", sia con Il Vaso d'Oro che con Gli Elisir del Diavolo).
L'ideale sarebbe l'opera completa di E.T.A. Hoffmann nella collana "I Millenni", Einaudi.



Se l'alternativa è Garzanti, meglio in Inglese.



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