martedì 5 agosto 2014

I Cantori Finnici o Laulajat

Tutta la poesia tradizionale dei Finni era redatta in un unico metro: il runo. Questa parola è un prestito dalle lingue germaniche, attraverso il norreno rún, il cui significato principale è segreto o mistero (cfr. norreno rýna: fare discorsi segreti, tedesco raunen: sussurrare).
Nel mondo germanico, però, il significato della parola si era presto spostato a indicare i segni dell'alfabeto runico [fuþark], ai quali venne peraltro attribuito un carattere magico, com'è evidente dalle iscrizioni rimaste su amuleti, pietre, armi e ossa. Al contrario, presso i Finni, il termine runo aveva conservato il suo significato originale, legato alla voce, alla parola magica, al canto di sapienza.
Il laulaja era anche detto, perciò, runoja, runatore, (ma anche runoseppä, fabbro di runot,  o runoniekka, maestro di runot).
In qualità di conoscitore delle cose antiche e profonde, era pure chiamato tietäjä; questa parola, che etimologicamente significava sapiente, avrebbe poi assunto il significato di mago, incantatore, sciamano.

Henrik Gabriel Porthan a proposito dei cantori finnici:
"Essi cantano sempre a due, circondati da un uditorio attentissimo. Il primo cantore, o laulaja, il più stimato per abilità e competenza, e anche per età, si associa con un compagno che gli fa da assistente e con il quale condivide alternativamente il canto. Il laulaja, che è il vero poeta, comincia a cantare un verso, e lo canta fino al terzo piede o alla terzultima sillaba, e solo a questo punto il compagno entra con la sua voce, giacché dal senso e dal metro gli è facile completare quanto è rimasto in sospeso. Il secondo cantore ripete quindi da solo il verso in un tono leggermente variato, mentre il primo cantore rimane in silenzio finché l'assistente giunge a sua volta alla terzultima sillaba, che viene cantata all'unisono. Dopo di che il laulaja canta un secondo verso, che sarà ripetuto dall'assistente (il cui vero compito è quello di dare al primo cantore il tempo di ricordare il verso successivo, o di improvvisarlo qualora la memoria non lo soccorra); e con uguale modalità si procede fino al termine del canto".


(Foto)

"I due cantori siedono fianco a fianco, oppure l'uno di fronte all'altro, tanto vicini da toccarsi con il ginocchio, sul quale posano le mani destre intrecciate. Mentre cantano hanno un aspetto serio, raccolto, e muovono leggermente il corpo, come se volessero toccarsi anche con la testa".

Da bifrost.it

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