sabato 27 settembre 2014

La Schiavotta, G. B. Basile, Pentamerone, Seconda Giornata, Cunto Ottavo (Seconda Parte)

E' il momento di riannodare le fila di Biancaneve e, più genericamente de "La Bella nella Bara". Fiaba dopo fiaba, postando, quindi, esempi e non schemi, ho cercato di proporre il complesso percorso di una fiaba che si intreccia o è la matrice di numerosi tipi fiabeschi. In realtà, tutte le grandi fiabe "femminili" sono profondamente intrecciate tra loro. Pelle d'Asino e Cenerentola sono praticamente identiche per quanto attiene allo sviluppo della seconda parte. Unica fra le "Grandi", però, a Cenerentola manca la permanenza, anche solo simbolica, lontano da casa, nella foresta. Ma Cenerentola si apparenta molto più con altre tipi, nonostante l'evidente somiglianza con la trama di Pelle d'Asino.
Ne "La Guardiana d'Oche alla Fonte", che mai viene accostata, con un certo metodo, a Biancaneve, pur presentando le stesse dinamiche fondamentali: la persecuzione ingiusta, l'allontanamento, il soggiorno in un luogo remoto, (addirittura in un'altra pelle, presso una vecchia e misteriosa protettrice), il "ritorno alla vita", e quindi, il Matrimonio e la Corona, quando il tempo dell'iniziazione è finito, è presente il tipo Bene Come il Sale, che troviamo anche in alcune varianti popolari di Biancaneve. E non solo. Ma anche nella seconda parte, laddove i Grimm mettono un punto con la morte della Matrigna e le nozze con le Prince Charmant, la tradizione popolare riparte gloriosamente con ulteriori intrecci e conseguenti scoperte.
Naturalmente, il nuovo percorso riparte dalla Madre di Biancaneve, tra le fiabe colte ma che hanno attinto al patrimonio tradizionale, ovvero da "La Schiavotta" del Basile.

Mab


uando il marito ritornò dalla partita di caccia e vide questa giovinetta così maltrattata, domandò chi ella fosse. E la moglie rispose che era una schiava, mandatele dalla zia, un'esca di bastonate, e che bisognava sempre castigarla.
Ora una volta che il signore ebbe occasione di andare a una fiera, domandò a tutti di casa, persino ai gatti, che cosa desideravano che comprasse per loro.
E quando ognuno aveva chiesto chi una cosa chi un'altra, in ultimo si volse alla schiavotta. Ma la moglie montò sulle furie e fece cose non da cristiana:
"Metti pure su al paro degli altri, questa schiava musuta, [4] e riduciamo tutti allo stesso livello, pisciamo tutti all'orinale! [5] Lasciala stare alla malora, e non diamo tanto prosunzione a una brutta cagna!".
Ma il signore, che era cortese, volle, per ogni costo, che anche la schiavotta chiedesse qualche cosa. Ed essa gli disse:
"Io non voglio altro che una bambola, un coltello e una pietra pomice, e, se tu te ne dimentichi, non possa mai passare il primo fiume che trovi per la strada!".
Il barone comprò tutte le altre cose, e si scordò appunto di quelle  che gli aveva chieste la nipote, e, quando fu a passare un fiume, che portava pietre e alberi alla marina per gettar fondamenta di paure e alzar mura di stupore, non gli fu possibile guadarlo. Gli sovvenne allora della bestemmia gittatagli dalla schiavotta, e tornò indietro e comprò puntualmente i tre oggetti, e, al ritorno a casa, distribuì a ciascuno quello che gli aveva chiesto.
Avute le sue cosette, Lisa se n'entrò in cucina, e, postasi dinanzi la bambola, cominciò a piangere e lamentarsi, raccontando a quell'involto di stracci tutta la storia dei suoi travagli, come se parlasse a persona viva. E, poiché quella non le rispondeva, prendeva il coltello, e, affilandolo con la pietra pomice, diceva:
"Bada, che, se non mi rispondi, t'infilo [6] e finiamo la festa!".
E la bambola, gonfiandosi a mo' di sampogna quando si dà fiato, in ultimo rispondeva:
"Sì, che t'ho intesa più d'un sordo!".
Durava questa musica da un paio di giorni, quando il barone, che aveva una sua stanzetta a muro con la cucina, sentì una volta questo repetìo, e, messo l'occhio al buco della serratura, vide Lisa che raccontava alla bambola il salto della mamma sulla rosa, la foglia inghiottita, il parto, la fatagione, la bestemmia dell'ultima fata, il pettine rimasto nella capigliatura, la morte, la chiusura nelle sette casse,


Larsson C.


il collocamento nella camera, la morte della mamma, la chiave affidata al fratello, la partenza per la caccia, la gelosia della moglie, l'entrata nella stanza contro l'ordine del marito, il taglio dei capelli, il trattamento da schiava, con tanti e tanti strazi che le aveva inflitti. E, così dicendo e piangendo, diceva:
"Rispondimi, bambola, se no, mi uccido con questo coltello!".
E, affilandolo con la pietra pomice, si voleva trapassare, quando il barone, spalancata con un calcio la porta, le tolse il coltello di mano.
Fattosi meglio raccontare la storia, egli abbracciò la nipote e la portò via dalla casa, affidandola a una sua parente, a rifarsi un po', ché era diventata magra e smunta per effetto dei mali trattamenti di quel cuore di Medea.
E, dopo alcuni mesi, che era venuta bella come una dea, la richiamò a casa, dicendo a tutti che era una sua nipote. E, ordinato un gran banchetto, al levar delle mense, volle che Lisa raccontasse la storia degli affanni durati e della crudeltà della moglie, cose che fecero lacrimare i convitati. E allora, egli scacciò la moglie, rinviandola ai parenti, e dette alla nipote un bel marito, secondo il suo cuore. E Lisa toccò con mano

che quando l'uomo meno se l'aspetta.
sopra gli piove le sue grazie il Cielo.


[4]."Dalle grosse labbra", (B. Croce)
[5] "Ricordo del tempo in cui l'uso di quell'arnese si considerava raffinatezza", (B. Croce)
[6] In realtà il resto recita me 'mpizzo, quindi, mi infilzo.

La Richiesta dei Regali e l'Impedimento a Passare il Fiume perché il barone non ha comprato quanto richiesto dalla nipote sono caratteristici della fiaba di Cenerentola ("La Gatta Cennerentola", Basile) e sono presenti anche in alcune varianti de "La Bella e la Bestia".
La Pietra della Pazienza è anche nella Biancaneve armena, "Nourie Hadig".

Testo e note a cura di Anna Buia

La prima parte de "La Schiavotta", è QUI.



Nessun commento: