La vil Zarina intantola Principessa ricorda e ancorala sua bellezza non le perdonae col suo Specchio fa la musonaper lungo tempo, fino a che un giornonon scorda l'ira e fa ritornoa lui davanti a rimirarsitutta sorrisi ed a vantarsi:"Salve specchietto! Dimmi tu il verosenza menzogna e per intero:non sono al mondo io la migliore,candida e rosa come un bel fiore?"A lei lo Specchio pronto risponde:
"La tua bellezza certo confonde,ma senza averne mai gloria alcuna,tra verdi querce, vive làcon sette Prodi, serenamenteed è più bella sicuramente."
E la Zarina dalla Nerettasubito vola: "Ah, maledetta,m'hai ingannata! La Principessa..."Quella sgomenta tutto confessa.La vil Zarina allor cateneper lei minaccia e dure penee la fa sceglier: morir lei stessaoppure uccider la Principessa.
Così un bel giorno la Principessa,mentre i fratelli a casa aspetta,alla finestra siede a filare,ma a un tratto il cane sente abbaiaree vede fuori tutta tremanteuna vecchina che, mendicante,dal can si para con la stampella."Nonnina, aspetta - le grida quella -ora ti levo di torno il canee poi ti porto un po' di pane"."Questa bestiaccia è maledetta -fa in risposta da fuor la vecchietta -bisogna, cara, che lo allontaniqui manca poco che non mi sbrani!"La Principessa, preso del pane,vuole andar fuori, ma pronto il cane,appena è uscita, par che le dica:"non t'accostare alla mendica!"E se la vecchia un passo tentacome una belva quello s'avventa."Ma che gli prende tutto ad un tratto?Ha mal dormito o forse è matto -dice stupita la giovinetta -beh, prendi al volo!" E il pane getta.Afferra il pane ben la mendìca."Che Dio, carina, ti benedica!Ma prendi in cambio almen qualcosa!"E una dorata mela succosaalla fanciulla giunge volando.A balzi il cane va guaiolandoma giunge tardi, ché a volo,già l'ha afferrata la giovinetta."Che questa mela possa giovarti,non ho altro modo per ringraziarti."dice la vecchia, la riveriscee poi nel bosco lesta sparisce...
Ma a saltellare il cane insistee fisso in volto la guarda tristecome se in cuore sentisse penae ringhia, e tutto poi si dimenacome volesse poterle dire:"getta la mela, stammi a sentire!"Lei lo carezza dolce e gli chiede:"Chètati caro, che ti succede?"Ignara in casa, poi torna, ancorachiude la porta e come ognoraalla finestra siede a filarementre i fratelli resta ad aspettare.Ma gli occhi ha sempre su quella melache la dolcezza sua le rivelatanto è fresca e profumata,parte scarlatta, parte dorata,piena di miele pare e d'essenza,mostra i semini in trasparenza;sì, sì, vorrebbe ben aspettarel'ora di pranzo, ma come fare?...Tanto che in mano già l'ha afferrataed alla bocca l'ha avvicinata;ne morde un pezzo con labbra ghiottee con gran gusto poi se lo inghiotte...Ma all'improvviso, ahi mia piccina,le manca il fiato, tutta reclinae le sue mani piano disserrasì che la mela rotola a terra,rovescia gli occhi, cade in avantisotto le icone dei buoni Santi,il capo adagia sopra la pancae resta immota, silente e bianca...
Ecco che intanto in bel plotonetornano i sette alla magione,reduci appena da eroico scontro,ma uggiolando va loro incontrodi corsa il cane e par chiamarli."D'una disgrazia pare ci parli -dicono quelli - sveltiamo il passo!"Entrati in casa restan di sasso.E ancora il cane la mela azzannaforte abbaiando, lesto s'affanna,la inghiotte e tosto cade stecchito:Ch'era veleno s'è ormai chiarito.Ed i fratelli or costernatirestano muti, chini e prostratila principessa morta a onorare.La risollevan, si dan da farenella preghiera, a rivestirlae poi vorrebber ben seppellirla,ma non ardiscon perché ancor sembrache solo sonno copra le membradi lei che giace li tanto frescache a respirare pare ancor riesca.E cosi aspettan tre giorni in veglia,ma dal suo sonno non si risveglia.Funebre prece allor recitata,in una bara l'hanno adagiata,di sol cristallo ben trasparente,e tutti insieme van tristementea collocarla nella montagnae mezzanotte già li accompagna.Lì a sei pali con gran catenelegan la bara appesa bene,poi all'intorno ben rinforzataancora innalzan alta inferriata.Della sorella morta al cospettoprostrato a terra con gran rispettodice il maggiore: "Dormi qui in pacenella tua bara. Odio rapaceha presto spento la tua bellezza.L'anima porti in ciel la brezza.Tutti noi sette t'abbiamo amataal tuo promesso t'abbiam serbata.Ma ahimè nessuno ti fu mai spososol questa bara ti da riposo."
La vil Zarina quel giorno stesso,che buona nuova s'attende adesso,in gran segreto lo Specchio prendee di sapere ancor pretende:"Non sono al mondo io la migliorecandida e rosa come un bel fiore?"Ed in risposta sente ora a tono:
"Di certo dubbi non ve ne sono:tu mia Zarina sei la migliore,candida e rosa come un bel fiore."
(continua)
Le Gif animate sono tratte da fotogrammi dell'omonimo film sovietico del 1954.
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