lunedì 18 aprile 2016

Cataenin e il Fegatello - Liguria

unque, una volta, c'era una donna di nome Cataenin e suo marito faceva il beccamorto. Che volete, la passione di quest'uomo era il fegatello, e, di riffa o di raffa, non passava giorno che non volesse che la moglie gliene cuocesse un po'. Ma, un giorno, combinazione, dopo aver girato tutte le botteghe, torna a casa disperata, senza il fegatello, e dice: "Povera me, come farò stasera quando tornerà mio marito che non ho preparato il fegato!" Pensa e ripensa, alla fine le viene in mente che il giorno prima suo marito aveva sotterrato un morto, e dice:
"Mah! Andrò a dissotterrarlo, gli leverò il fegato e cucinerò quello!"
E così, infatti, va di nascosto nel camposanto, dissotterra il morto, lo apre, gli leva il fegato, se lo porta in cucina, e, quando il marito torna a casa, trova bell 'e pronto il fegatello come tutti gli altri giorni.
"Com'è buono oggi questo fegato, Cataenin! Com'è che tu non ne mangi?"
"Stasera non ho fame, mangialo tu."
E, mentre il beccamorto mangiava tutto il suo fegatello, a ogni boccone Cataenin si sentiva un colpo al cuore perché cominciava a venirle paura per quello che aveva fatto. Venne la notte e vanno a letto; ma, tant'è, Cataenin non poteva né dormire né calmarsi. Si rigirava di qua e di là per il letto, stringeva gli occhi per non vedere niente, ma le sembrava di vedere sempre il morto lì davanti con le budella fuori. Ed ecco che a mezzanotte... patatun! sente un gran fracasso giù in fondo alle scale. Cataenin ha un soprassalto, s'alza a metà e spalanca gli occhi e orecchie. E sente dal fondo delle scale una voce come un lamento che dice:
"Cataenin, sono sugli scalini, ridammi il mio fegato!"
E Cataenin comincia a tremare come una foglia.
Il lamento continua:" Cataenin, ne monto uno; dammi il mio fegato!"
E poi: "Cataenin, ne monto due; dammi il mio fegato!"
E poi ancora: "Cataenin, ne monto tre; dammi il mio fegato!"
Cataenin comincia a ballare nel letto come una matta.
Ma la voce si avvicina sempre e dice: "Cataenin, ne monto quattro; dammi il mio fegato!"
"Cataenin, sono alla porta; dammi il mio fegato!"
E Cataenin si copre tutta di sudore e batte i denti come la morte. La voce si fa sempre più forte e dice: "Cataenin, sono dentro la stanza! Dammi il mio fegato! Cataenin, sono dentro il letto! Dammi il mio fegato!"
E Cataenin cacciò un urlo e cascò lì riversa morta stecchita.


Jeremy Hush


Da "Leggende e Racconti Popolari della Liguria", a cura di Guido Ferraro.

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