venerdì 30 dicembre 2016

La Cintura Magica, (Fiaba Gypsy, Grecia)

'era una volta un cacciatore che ogni giorno andava a caccia nella foresta.
Un giorno, però, non riuscì a cacciare niente e sua moglie si chiedeva che cosa mai gli avrebbe preparato da mangiare. Alla fine si tagliò un seno e glielo cucinò. Appena il marito tornò a casa, lei gli disse di andare a sedersi per mangiare. Quando ebbe finito, il cacciatore disse:
"Davvero ottimo. Dove l'hai preso? Dovresti comprarne ogni giorno!"
Allora la donna gli rispose:
"Non l'ho comprata questa carne: è uno dei miei seni!"
"Ah! È davvero così saporita la carne umana?"
"Davvero".
Allora il cacciatore disse:
"Donna, se la carne umana è così gustosa, uccidiamo i nostri figli e
mangiamoceli".
Ma appena sentite queste parole, la donna svenne. Quando riprese i sensi il marito le disse:
"Non preoccuparti, ti abituerai all'idea".



Il giorno dopo l'uomo non andò a caccia. Accesero un fuoco sotto un grosso pentolone pieno d'acqua. Lavarono i ragazzi, ma quando arrivò il momento di affettarli il cacciatore uscì di casa. Entrò in un bar e si sedette a bersi un caffè. Nel frattempo sua moglie diede ai ragazzi un ago e un pettine e spiegò loro che il padre voleva ammazzarli e mangiarseli. I bambini saltarono fuori dalla pentola La madre disse loro di scappare e, se avessero visto avvicinarsi il padre, di gettargli contro l'ago; esso si sarebbe trasformato in una montagna e per attraversarla ci sarebbero voluti quarant'anni. E se dopo quei quarant'anni avesse ancora cercato di prenderli, continuò la mamma, avrebbero dovuto gettare il pettine che si sarebbe trasformato in un grande mare e per attraversarlo ci sarebbero voluti altri quarant'anni. I bambini scapparono, ma il padre si mise ad inseguirli. Allora gettarono l'ago che si trasformò in una grande montagna.
Passò il tempo e passarono anche i quarant'anni. Il padre era invecchiato e i suoi vestiti si erano tutti sbrindellati. Ma quando si avvicinò di nuovo ai suoi figli, questi gettarono il pettine che si trasformò in un grande mare che gli richiese altri quarant'anni per essere attraversato. Quando finalmente arrivò dall'altra parte, non riuscì a trovare i suoi figli che erano andati in città a prendere qualcosa da mangiare. Il maggiore dei fratelli disse:
"Prendiamo un po'di acqua e un po' di terra e impastiamole insieme. Le cucineremo su un fuoco e ce le mangeremo."
Quando Dio li vide, e infatti era già un po' che li osservava da lassù, scese sulla terra travestito da vecchietto tutto ulceroso e con un bastone per sorreggersi.
Il maggiore dei fratelli gli disse: "Siedi e mangia con noi ".
Il vecchietto accettò dicendo: "Vi ringrazio, ragazzi, non avevo proprio niente da mangiare".


Rackham A.


Ma la sorellina rimproverò il fratello: "Perché gli hai detto di sedersi con noi?Non vedi com'è pieno di piaghe e di chissà che cos'altro? Non riusciremo nemmeno a mangiare dal disgusto".
Ma il fratello le rispose:
"È solo un vecchio. Quando avrai tu la sua età voglio proprio vedere come sarai" Il vecchio, che era il Signore, capì ogni cosa. Mangiò giusto un pochino e poi disse: "Ragazzi, ho bisogno che qualcuno mi aiuti a lavarmi. Prendete un po' d'acqua, fatela bollire e mettetela in un bacile: poi il ragazzo mi aiuterà a fare il bagno".
Mentre il fratello maggiore faceva il bagno al vecchietto, gli altri fratelli gli cucirono un vestito e gli trovarono un posto per dormire.
Il giorno dopo, dato che il bacile era grosso e pesante per tutta l'acqua che conteneva, tutti i fratelli e le sorelle aiutarono a svuotarlo. Ma, quando lo svuotarono, l'acqua si trasformò in oro.
La sorella minore disse: "Ma chi è questo vecchio?"
Il giorno dopo, mentre il vecchio si preparava a partire, il fratello maggiore cercò di restituirgli l'oro: il ragazzo, infatti, voleva lavorare e guadagnarselo per conto suo. Ma il vecchio si rifiutò di prenderne sia pure un po' e si allontanò per la sua strada. Il maggiore dei fratelli, allora, prima di andare a cercare un lavoro per sé e per i suoi fratelli, nascose quel grandissimo tesoro in una piccola grotta. Prese con sé solo un po' di denaro per comprare del cibo finché non avessero trovato tutti un lavoro. Alla fine trovarono lavoro da un fornaio dal quale ebbero sia pane sia denaro. Si costruirono una casa e, dopo averla pagata, rimasero loro anche un po' di monete d'oro.
Allora Dio scese di nuovo sulla terra, andò a trovarli e disse al fratello maggiore: "Io sono Dio e questa - e si tolse la cintura - è una cintura magica. Quando avrai fame, prendila, colpiscila una volta e troverai una tavola imbandita, con cibo per dieci anni e più. Solo quando ti rimetterai la cintura il banchetto finirà".
Il fratello maggiore disse: "Grazie, Dio".
"Ma non dare mai questa cintura alla tua sorella minore - si raccomandò il Signore - perché altrimenti lei ti caverà gli occhi, ti farà a pezzetti e ti getterà in un pozzo".
Bene, un giorno la sorella minore incontrò un uomo davvero bellissimo. Dopo dieci o dodici giorni, gli raccontò tutta la storia e l'uomo di cui si era innamorata le disse: "Fai finta di essere malata, resta a letto e ogni giorno nasconditi sotto la camicia da notte un pacco nuovo di maccheroni ".
Ogni volta che si rigirava e si voltava nel letto, i maccheroni si rompevano.[*] Continuando a far così tutti i giorni, alla fine disse al suo fratello maggiore:
"Non vedi come sono malata? Dammi la cintura per farmi guarire e dopo te la restituirò ".
"Certo certo, la cintura", disse il fratello, ma non gliela diede.
Un giorno però, mentre lui dormiva, la sorella gliela rubò e scappò in casa del suo innamorato. Fecero festa per quaranta giorni e quaranta notti.
Un giorno il fratello andò a farsi un bagno nel lago. Vide tre bellissime donne: erano fate che nuotavano e, per scherzo, prese loro i vestiti. Quando le fate si accorsero che erano rimaste senza vestiti dovettero farsene degli altri con le foglie. Ma a quel punto il ragazzo restituì loro i vestiti ed esse gli dissero:
"Diventerai nostro fratello perché ci hai preso i vestiti ".


Rackham A.


Le tre sorelle vivevano in una bella casa mentre il fratello maggiore aveva un bel cavallo e un cane che gli erano molto fedeli. Ma alla fine venne il giorno dal quale Dio gli aveva detto di guardarsi: la sorella minore gli cavò gli occhi, lo tagliò a pezzi e lo gettò in un pozzo. E il suo futuro cognato era lì a far la guardia così che nessuno vedesse la fidanzata gettare nel pozzo il fratello e potesse metterla in prigione. Un giorno, il cavallo e il cane andarono al pozzo per bere un po' d'acqua. Una delle fate mise loro un po' d'acqua in un secchio e se ne andò. Nel secchio però i due animali videro del sangue e si chiesero di chi fosse.
"Sa di carne umana - disse il cane - è il nostro nobile fratello".
Da quel giorno, il cavallo e il cane tornarono a quel pozzo. Alla fine misero tutto insieme (carne, sangue, vene, ogni cosa) in un secchio e lo portarono alle fate.
Le fate sapevano come fabbricare le persone: presero un po' di farina, si sputarono sulle mani e incollarono le vene, il sangue e tutto il resto, finché non lo rimisero insieme proprio com'era, meno uno degli occhi che ora era un po' storto.


William Henry Margetson


Il fratello resuscitato prese dei braccialetti e degli anellini senza valore, mise tutto dentro certi cestini, e se ne andò in giro per settimane a vendere la sua bigiotteria. Un giorno arrivò a casa di sua sorella e del marito di lei. Loro non lo riconobbero. Era sera, e il fratello disse:
"Oh, se solo potessi rimanere qui per questa notte. Ho tanta strada ancora da fare. Vi darò questi gioielli se mi lascerete trascorrere una notte di buon sonno".
La sorella pretese molti anelli, braccialetti e collane per lasciargli passare la notte a casa sua. Il marito non lo avrebbe voluto lasciar dormire lì, ma la sorella insisté.
Dopo che ebbe riposto i gioielli, moglie e marito andarono a letto. Si addormentarono immediatamente, ma il fratello maggiore non chiuse occhio tutta la notte: faceva solo finta di dormire. Quando vide la cintura che pendeva dalla parete, si disse: "Ora sei in mio potere".
Quando fu sicuro che tutti si erano addormentati, molto silenziosamente spostò un gran tavolo alto, ci salì sopra e si impadronì della cintura. Appena l'ebbe fra le mani, ritornò in possesso di tutta la potenza di Dio - perché è questo che c'era nella cintura.
"E ora svegliati, sorellina - disse - Hai dormito abbastanza. Sono tuo fratello, quello che hai tagliato in quaranta pezzi e gettato nel pozzo. Ma il mio cavallo e il mio cane mi hanno salvato. Ora alzati".
Le chiese allora:
"Cosa vuoi, quaranta cavalli o quaranta coltelli?"
La sorella pensò che il fratello volesse darle quaranta cavalli o quaranta coltelli per cui rispose: "Prendo i quaranta cavalli".
Allora il fratello prese quaranta cavalli e li legò uno dietro l'altro. Come ultima legò la sorella e le disse:
"Hai voluto quaranta cavalli e io te li ho dati. Ora ti trascineranno dietro di sé ed io accenderò un fuoco. I cavalli correranno nel fuoco e tu li seguirai".
E così fu. La ragazza morì tra le fiamme. Il fratello sposò una delle fate a cui aveva preso i vestiti. Ebbe tanti bambini e visse come un dio, un vero dio.


Glenn Fabry


[*] Da una nota al testo: "Il trucco di usare la pasta cruda per simulare le costole rotte trova un parallelo nel racconto palestinese 'Seven Magic Hairs' dove viene usato del pane secco. [v. Inea Bushnaq, "Arab Folktales"]


Fiaba della comunità gypsy greca, la narratrice è una bambina undicenne, Afroditi Mavraki, di Salonicco.
"Gypsy Folkatales", Diane Tong.


La contaminazione di vari motivi, che rende questa fiaba quasi radioattiva, è legata all'origine etnica della narratrice. Significativa, a questo proposito, l'insistenza sul "volersi guadagnare il pane con il proprio lavoro", quasi a voler sfatare radicati pregiudizi riguardanti gli zingari.
Il motivo conduttore della terza parte, poi, quello che mi interessa particolarmente, il tipo "Latte di fiera", oltre ad essere contaminato, ha in sé degli antidoti/giustificazioni che esaltano ancora di più la particolarità delle versioni più pure ( la protagonista è sempre la madre o la sorella ): la profezia/ammonimento, la cattiveria pregressa ....ecc...

Mab's Copyright

Nessun commento: