lunedì 27 febbraio 2017

Sulasa e Sattuka, Traduzione Mia

C'era una volta, quando a Benares regnava Brahmadatta, una bellissima donna di quella città, di nome Sulasa, che aveva uno schiera di cinquecento cortigiane, e il cui prezzo era di mille monete per una notte.


E. Dulac



In città, viveva anche un ladro di nome Sattuka, forte come un elefante, che, nottetempo, entrava in casa dei ricchi e le saccheggiava a suo piacimento.
I cittadini indignati si recarono a lamentarsi al cospetto del Re.
Il Re ordinò alla guardia reale di catturare il ladro e di tagliargli la testa. E le guardie presero Sattuka, gli legarono le mani dietro la schiena e lo condussero al luogo dell'esecuzione. E, in ogni piazza che attraversavano, esse lo flagellavano. La notizia che il famoso ladro Sattuka era stato catturato si sparse per la città, suscitando forte emozione.
Sulasa stava alla finestra, e, guardando giù in strada, vide il ladro, se ne innamorò al primo sguardo, e pensò:
”Se libero quel prestante e robusto combattente, rinuncerò alla trista vita che conduco e vivrò con lui da donna rispettabile”.



Dugin A. e Dugina O.




E, come è descritto nel Kanavera Birth, comprò la vita e la libertà di Sattuka per mille pezzi d'oro, e, da allora, vissero insieme con diletto ed armonia.
Ma, dopo tre o quattro mesi, il ladro divenne insofferente di quella vita sedentaria e tranquilla, e meditò di andarsene.
“Non me ne andrò di certo a mani vuote! - decise – Solo i gioielli di Sulasa varranno centomila monete d'oro. La ucciderò e me li prenderò”.
Così, un giorno, le disse:
“Mia cara, mentre venivo trascinato al luogo dell'esecuzione dalle guardie del Re, feci voto di portare un'offerta alla divinità di un albero in cima alla montagna. Non ho mantenuto la mia promessa, e ora essa mi minaccia”
“Va bene, marito, prepara l'offerta e inviala sulla montagna”
“Oh, no, cara, presentiamo l'offerta di persona, accompagnati da un grande seguito, e indossando tutti i nostri gioielli”
“Ma certo, marito. Faremo come vuoi”.
Sattuka le chiese di preparare una ricca offerta, e, una volta giunti ai piedi della montagna, le disse:
“Cara, la divinità, vedendo questa folla di gente, non accetterà la nostra offerta. Saliamo tu ed io soltanto in cima alla montagna”
Sulasa acconsentì e lo accompagnò recando il vaso dell'offerta. Lui era armato fino ai denti, e una volta in cima alla montagna, depose il vaso ai piedi di un albero che sorgeva accanto ad un precipizio profondo quanto l'altezza di trecento uomini. Poi, rivelò alla moglie che voleva ucciderla per derubarla, e le ordinò di togliersi i ricchi gioielli e di avvolgerli nel manto.
“Marito mio, perché uccidermi?”
“Per il tuo denaro”
“Marito, ricorda il bene che ti ho fatto: quando fosti trascinato in catene, rinunciai al figlio di un ricco per te, e pagai un'ingente somma per riscattare la tua vita, e, sebbene io possa avere mille pezzi d'oro il giorno, non ho mai guardato un altro uomo. Tale benefattrice sono stata per te! Non uccidermi: ti consegnerò ogni mio avere e sarò la tua schiava”
E aggiunse:
 “Ecco la mia collana d'oro, e gli smeraldi e le perle: prendili e accettami fra le tue serve”
“Bella signora, togliti i gioielli e smetti di piangere e singhiozzare. Ti ucciderò perché non posso essere sicuro che mi consegnerai tutti i tuoi averi”
A queste parole, si risvegliò l'acume dell'ingegnosa Sulasa, che pensò:
“Questo ladro non prenderà la mia vita. Io prenderò la sua!”
E disse:
“Nessun uomo – lo giuro – nessun uomo su questa terra ho amato quanto ho amato te. Vieni qui per un ultimo saluto, per un ultimo abbraccio, poiché mai più ci rivedremo”
Lui non intuì i suoi propositi e disse:
“Molto bene, cara. Vieni ad abbracciarmi”.
In segno di rispetto, Sulasa gli girò intorno tre volte, lo baciò e disse:
”E adesso, marito caro, ti renderò omaggio dai quattro lati”, e posò la fronte sul suo piede e si prostrò ai suoi fianchi; poi, si spostò alle sue spalle, come se volesse prostrarsi anche sugli altri due lati, e, invece, con la forza di un elefante, lo afferrò e lo lanciò nel precipizio profondo quanto l'altezza di trecento uomini, dove Sattuka si sfracellò.
Così Sulasa uccise il ladro.
E, quando scese dalla montagna e le genti del suo seguito le chiesero dove fosse il marito, rispose: “Non chiedetelo a me!”.
Salì nella sua portantina e se ne tornò in città.


Dugin A. e Dugina O.



Within my years of sense, within my conscious memory, 
No man on earth, I do protest, have I loved more than thee. 
Come hither, for my last salute, receive my last embrace: 
For never more upon the earth shall we meet face to face.


The Jātaka, or, Stories of the Buddha's Former Births.

Consiglio di leggere (o rileggere) Lady Isabel e il Cavaliere Elfo e La Ballata di Herr Halewijn 

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