giovedì 2 febbraio 2017

Il Figliuolo del Re, Stregato, D. Comparetti n.8

na volta c'era un giovinotto e tre sorelle che erano le più belle del paese.
Il giovane faceva all'amore con una di loro e tutti gli dicevano:
“Voi fate all'amore con quelle ragazze; non sapete che sono streghe?”
Glielo dissero tanto che una volta volle fare la prova. Accadde dunque che lui va in casa di queste ragazze verso sera, e arrivandoci disse:
“Abbiate pazienza se sono arrivato tardi, perché oggi ho avuto tanto da fare! E ho un sonno che non posso più star in piedi.”
E discorre un poco e poi roh, roh, incomincia a russare che pareva un somaro.
Le tre sorelle per un po' stettero zitte, ma poi erano lì per sonar le undici, e loro dovevano andare sotto il noce a ballare. Mettono dunque de' zolfanelli acesi sotto il naso di quest'uomo e lui faceva le viste di non sentire, come se dormisse d'un sonno più duro. Allora gliene fecero di tutti i colori, ma il giovanotto tenne fermo. Loro pigliarono un vasetto d'unguento e ungendosi dicevano:
"Unguento unguento, fammi andare più del vento!"
E si unsero, e sedendosi sopra una seggiola gli uscì dalla bocca un pipistrello, e restarono lì come morte.
Il giovanotto quando vide che non si muovevano più, si levò e guardò se erano proprio morte. E non sapeva neanche lui cosa fare. Aspettare gli rincresceva; andare faceva vedere che l'aveva scoperte. Volle stare ancora un po' a vedere. Ecco che alle tre dopo mezzanotte si sente venire a casa le tre streghe in forma di tre pipistrelli; tornano dentro al loro corpo, e si mettono a cenare. Guardarono se potevano destare il giovanotto; ma che? l'era tempo perso. Loro dunque si misero a mangiare, e una strega più vecchia disse:
"Facciamo un po' una stiacciatina del sangue del figliuolo del re, e mangiamola se no potrebbe essere che qualcuno ce lo pigliasse. Se quel povero ragazzo ne potesse mangiare lui, guarirebbe, ma non può e non passa una giornata che lui se ne starà lungo e disteso, freddo come una pietra".


 B.M. Vidal



Intanto che lei diceva queste parole, il giovanotto si destò e loro dissero:
"Giacchè siete un dormiglione, mangiate un po' tanto quanto avete dormito".
Ma lui non mangiò di quella stiacciata fatta del sangue del figliuolo del re: fece vista di mangiarla e se la mise in seno. Poi, venendo il giorno, tornò al paese. E appena arrivato sentì la nuova che il figliuolo del re stava per morire. Andò sotto la finestra del re e cominciò a gridare:
"Chi vuol guarire d'ogni male? Io ci ho il rimedio".
La serva disse alla regina:
"O Madama, c'è uno sotto la finestra che fa guarire tutti i mali; chiamiamolo un poco, che lui farà guarire il principe".
E così fecero e il figliuolo del re mangiando di quella stiacciatina fatta con il suo sangue, si fece già più bello e più forte di prima. Poi andarono a pigliare quelle tre streghe, ne fecero una fiammata e le bruciarono. E bruciandole sentivano un puzzo di morto così forte che pareva di stare in un cimitero perché quelle streghe mangiavano il sangue della gente del paese.

(Monferrato)

n.8 da "Novelline Popolari Italiane", D. Comparetti

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