sabato 10 dicembre 2016

San Nicola e la Sua Scorta Diabolica, i Krampus (Rieditato)




"Un interessantissimo caso di sopravvivenza di culti e rituali precristiani connessi al periodo invernale, nonché di contaminazione suggestiva tra culture diverse (germanica, latina, slava e anche cristiana) è quello dei Krampus, una tradizione che è tutt’oggi mantenuta in vita in molte zone dell’arco alpino italiano ed europeo (dalla Germania, all’Italia, all’Austria fino ad arrivare in Croazia) e che richiama moltissimi curiosi. Niente da dire, oltre che affondare le proprie radici in un passato che ormai nessuno conosce più (e anche a livello di studio antropologico, è difficile risalire alla sua cellula madre), la festa è un’occasione di rara suggestione e fascinazione proprio per tutti, dai bambini agli adolescenti agli adulti. Che si creda o meno, che si sia scettici o meno, difficile non farsi aggrovigliare le viscere al rumore dei campanacci che si avvicinano...

Krampus è un termine che, secondo la maggior parte degli studiosi, deriverebbe dal germanico Kramp, ossia ‘artiglio’: già questo vi dovrebbe far capire che non stiamo parlando di rievocazioni granché composte e inoffensive... Essi rappresenterebbero le forze maligne e pericolose della Terra che, con l’avvicinarsi del solstizio d’inverno, emergono assieme alle tenebre e minacciano la sicurezza degli uomini. Non è un caso che vengano accompagnati dalle forze del Bene per eccellenza del periodo natalizio, il caro vecchio San Nicola, con tanto di barbona bianca lunga fino ai piedi: in effetti sarebbe vero il contrario, e cioè che sono i krampus ad accompagnare San Nicola, il loro addomesticatore, ma ormai i vero protagonisti dell’evento sono diventati loro. Beh, bisogna ammettere che, quanto a potenza evocativa, non temono proprio rivali!
Ma che cosa sono, esattamente, i krampus? Beh, sono sostanzialmente dei diavoli, dei demoni orribili, vestiti di pelle e stracci logori e puzzolenti, con corna enormi sulla testa e bastoni saldi in mano. Il 5 dicembre, appena si fa sera, essi escono dal bosco scuotendo i loro campanacci e facendosi luce con le fiaccole, e si muovono verso le vie della città. Fuoco, orribili volti demoniaci, puzza di animale selvatico, baccano – è proprio il caso di dirlo! – d’inferno sono già elementi alquanto inquietanti, ma c’è di più: man mano che i krampus cominciano a popolare il centro della città che infestano, la loro tracotanza si fa sempre più sfacciata, e poveretti quegli incauti passanti che si faranno sorprendere per le strade! Quei bastoni che si portano appresso non sono semplici strumenti da passeggio, questo è poco ma sicuro.La mascherata dei krampus, nella sua essenza più intima, sembra essere stata un rito di passaggio: fin da piccolissimi i bambini delle zone entravano in contatto con questi mostri brutti e cattivi (impersonati, tra l’altro, da figuranti che facevano parte di una vera e propria associazione segreta: nessuno doveva scoprire chi ci fosse sotto le maschere) che, ogni anno, giungevano dal folto della foresta col compito espresso di terrorizzarli: no, non si tratta di una conseguenza del loro aspetto diabolico, voglio precisarlo, il krampus è davvero uno spauracchio che gode del seminare paura ovunque.




Moltissimi giovani e non più giovani, intervistati, hanno ammesso candidamente di aver vissuto momenti di puro panico, da piccoli, quando, in casa, sentivano i campanacci che si facevano sempre più vicini, e quando cominciavano a distinguere le luci delle fiaccole dalla finestra. Ma se i bambini preferiscono rimanersene tappati in casa, a scrutare con gli occhi sgranati la processione infernale dei mostri venuti dal bosco, i ragazzini più grandicelli e gli adolescenti maturano nei confronti dei krampus un aperto atteggiamento di sfida: benché bastonino – e non c’è da scherzare, bastonano davvero, e forte! – i malcapitati che gli capitano a tiro, sfidare il krampus e riuscire a vincere il suo assalto resistendo ai colpi significa diventare uomini. In termini più generici, il krampus dunque rappresenta la paura infantile che, con la crescita, dev’essere affrontata e vinta per poter diventare davvero adulti. Accanto a questa dimensione di puro rito di passaggio, col tempo s’è depositato uno strato tradizionale più specificamente connesso al Natale, quello dello scambio dei regali.




E, tanto per sfruttare questo formidabile spauracchio a scopo educativo, si è pensato di potenziare le conseguenze per i ‘bambini cattivi’ facendo portare i regali sì al buon pacioso San Nicolò, ma assieme al suo codazzo di diavoli scatenati... purtroppo per i bambini, le gerle con i dolcetti le portano proprio i krampus.



Guai ad aver fatto i furbi, a quel punto! I krampus furoreggiano per ore battendo i giovani che li sfidano, ma non solo, anche i semplici curiosi e passanti, rincorrendo anche vecchi e bambini, senza pietà per nessuno. Per le strade riecheggiano i loro campanacci e si vedono solo i bagliori dei loro fuochi, al punto che sembra non ci sia più via di scampo. Poi, nel momento più buio della notte, d’improvviso torna il silenzio e le loro torce e falò di spengono. I krampus e San Nicolò sono scomparsi e non c’è modo di ritrovarli. Bisognerà aspettare un altro anno per vederli di nuovo girare per le strade. E, che ci crediate o no, si tratta di un appuntamento che si aspetta con grande impazienza..."

di LanAwnShee
(io ho aggiunto solo le illustrazioni vintage)

Da notare i bimbi nella gerla: stessa immagine che ritroviamo nella iconografia legata alla Befana (sono preferite le femminucce in quel caso).
Inutile dire che non condivido l'interpretazione del rito di passaggio, il superamento delle paure infantili, bla bla bla... Mentre è evidente lo "sfruttamento a scopo educativo" del Krampus-Uomo Nero.
E, come per la vecchia strega nella casina del bosco, vedo il fenomeno dell'Inversione (Propp). In questo caso, l'instancabile manipolazione cristiana si è limitata ad un netto sdoppiamento. il Bene da una parte, il Male (nero, cornuto e peloso) dall'altra. Ma, come sempre accade, i dettagli scappano tra le maglie della rete normalizzatrice: il Krampus dispensa sia i dolci e i giocattoli che il carbone, perché, da divinità agreste decaduta, suoi sono i doni della terra e suoi i rigori e la carestia dell'inverno di tenebra.

All'epoca, leggendo questo post, mi venne in mente la processione solenne dei Mamuthones e degli Issohadores sardi che si svolge a febbraio.





Le origini sono oscure, spesso contraddittorie, ma ricorre la figura "buona" che doma lo strano Essere metà Pan e metà diavolo
Gli Issohadores guidano la processione solenne, circondando i
Mamuthones, che avanzano in assoluto silenzio, muovendosi a passi cadenzati, ruotando una volta la spalla destra e una volta la sinistra, facendo così risuonare i campanacci che portano sulla schiena.
Intanto, gli  Issohadores, sfilando, individuano le ragazze più belle tra le ali di folla e le catturano lanciando la corda. E' un augurio di prosperità e fecondità.

Mab

2 commenti:

Bertilla Bertesina ha detto...

Bellissimo lavoro di ricerca delle origini delle tradizioni più condivise . A dimostrare che un tempo cielo e terra erano molto uniti, dentro e fuori l'uomo. Grazie anche per le stupende illustrazioni .

Mab ha detto...

Grazie, adesso hai anche qualche notiziuola su S.Lucia, sul Ceppo di Yule e sulla Capra di Natale.