Elisej Prence va galoppando
pel vasto mondo sempre cercando
la sua promessa da che l'ha persa,
lacrime amare intanto versa.
Domanda a destra, domanda a manca,
di domandare mai non si stanca:
chi gli sghignazza proprio sul volto,
chi invece gli occhi subito ha volto.
E disperato alfin al Sole stesso
rivolge queste parole:
"O Sole nostro tu che altero
nel cielo corri per l'anno intero,
che porti inverno e primavera
e tutto vedi da mane a sera,
dai tu risposta al mio quesito:
non hai tu visto in qualche sito
giovane e bella la Principessa,
la mia amata sposa promessa?"
"Mio caro amico - risponde il Sole -
io non l'ho vista e me ne duole.
Chissà s'è viva la poverina.
Forse la Luna, la mia vicina,
può averla vista in qualche sito
o le sue tracce può aver seguito."
Lì della notte le oscure ore
Elisej brama col suo dolore.
Come la Luna in ciel si leva
la sua preghiera a lei solleva:
"Luna tu cara Luna fidata
o tu brillante falce dorata
che ti sollevi nel buio fondo
sguardo splendente in viso tondo,
tu che le stelle innamorate
guardano fisse come incantate,
dai tu risposta al mio quesito:
non hai tu visto in qualche sito
giovane e bella la Principessa,
la mia amata sposa promessa?"
"Fratello caro - dice la Luna -
io non ho visto fanciulla alcuna.
È vero, monto io di vedetta,
ma solamente quando mi spetta.
La Principessa sarà passata
di certo quando non ero alzata."
Fa Elisej Prence: "Ah, che disdetta!"
E a lui la Luna: "Però, aspetta!
Di lei qualcosa forse sa il Vento.
Se glielo chiedi sarà contento
lui d'aiutarti a ritrovare
la tua amata, non disperare!"
Elisej Prence incoraggiato
il Vento invoca ora accorato:
"Vento veloce, vento possente
tu che le nubi spingi agilmente,
che agiti il mare azzurro e fondo
e soffi ovunque sul vasto mondo,
tu che nessuno temi o paventi
e di Dio solo la voce senti,
dai tu risposta al mio quesito:
non hai tu visto in qualche sito
giovane e bella la Principessa,
la mia amata sposa promessa?"
E turbinando risponde il Vento:
"Oltre un ruscello che scorre lento
alta montagna s'erge e distende,
fonda caverna in lei discende
ed entro ad essa nel buio greve
cristallo puro dondola lieve:
bara sospesa ad alti pali
e non v'è traccia lì di mortali,
vuoto all'intorno, ed entro ad essa
giace - sepolta - la tua promessa."
Fugge lontano veloce il Vento,
Elisej Prence piange sgomento,
verso quel luogo si getta allora
perché una volta almeno ancora
vuoi rivedere la sua fanciulla.
Ecco davanti gli s'erge brulla
l'alta montagna in una spoglia
vasta pianura e nera soglia
d'antro si apre sotto di essa.
Egli veloce dentro s'appressa.
A lui davanti nel buio greve,
cristallo puro dondola lieve,
la lustra bara e dentro quella
l'eterno sonno dorme la bella.
E sulla bara della sua amata
vibra tremenda una mazzata.
Quella si spezza ed immediata
ritorna in vita la fidanzata.
Si guarda intorno stupitamente
e le catene dondolan lente,
poi un sospiro profondo esala.
"Quant'ho dormito!", dice e si cala
fuor dalla bara come d'incanto,
ed ambedue scoppiano in pianto.
La prende in braccio lui e la conduce
via da quell'antro fuori alla luce.
Poi chiacchierando senza più affanno
felici a casa ritorno fanno,
e già veloce la nuova è andata:
la Principessa viva è tornata!
Intanto a casa inoperosa sta
la matrigna vile e invidiosa
allo specchietto caro davanti, e
ancor domanda come già avanti:
"Non sono dunque or la migliore
candida e rosa come un bel fiore?"
A lei lo specchio pronto risponde:
"La tua bellezza certo confonde,
la Principessa però è migliore
candida e rosa come un bel fiore".
Or la matrigna s'infuria e piange
ed il suo specchio a terra infrange
corre alla porta e su di essa
incontra proprio la Principessa
si che le prende un colpo al cuore
e la Zarina malvagia muore.
Appena quella han sotterrata
gran cerimonia vien celebrata:
Elisej Prence la fidanzata
or finalmente ha impalmata.
E mai al mondo s'era sentito
di sì fastoso, ricco convito.
C'ero, io.
Birra e miel m'han dato
tanto che i baffi sol ci ho bagnato!
Gif animate e fotogrammi sono tratti dall'omonimo film sovietico del 1954.
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