J. Bauer
"Give me a son!" The blessing sent,
Were ever parents more content?
How partial are their closing eyes;
No child is half so fair and wise.
Waked to the mornings pleasing care,
The Mother rose, and sought her heir.
She saw the Nurse, like one possessed,
With wringing hands and sobbing breast.
"Sure some disaster has befel:
Speak, Nurse, I hope the boy is well."
"Dear Madam, think me not to blame,
Invisible the Fairy came:
Your precious babe is hence conveyed,
And in its place a changeling laid.
Where are the father's mouth and nose,
The mother's eyes, as black as sloes?
See here, a shocking, awkward creature,
That speaks a fool in every feature."
"The woman's blind," the Mother cries;
"I see wit sparkle in his eyes."
"Lord, Madam, what a squinting leer!
No doubt the Fairy has been here."
Just as she spoke, a pigmy Sprite
Pops through the keyhole, swift as light;
Perched on the cradle's top he stands,
And thus her folly reprimands:
"Whence sprung the vain, conceited lie,
That we the world with fools supply?
What! give our sprightly race away,
For the dull helpless sons of clay!
Besides, by partial fondness shown,
Like you, we dote upon our own.
Where yet was ever found a mother,
Who'd give her baby for another?
And should we change for human breed,
Well might we pass for fools indeed."
Joseph Ritson (1831)
Mi rifiuto di tradurre questa piccola poesia - di più antiche origini rispetto alla versione postata - per un paio di ottimi motivi. Per prima cosa, non mi dedico anima e corpo alle traduzioni che posto sul Blog. In genere, non uso alcun dizionario (mi "intoppo" spesso su nomi di piante, erbe e/o frutti, non di rado "false friends"), ma osservo rigorosamente la regole aurea: tradurre senza tradire.
In questo caso, una maggior cura sarebbe richiesta. Rendendo le antiche ballate non tento neanche di tradurle "in rima", ma se si tratta di una sorta di filastrocca ambientata in una nursery... Esigerebbe un impegno particolare, e senza esiti brillanti. In secondo luogo, non presenta insormontabili difficoltà per chi conosca un po' la lingua. Possiamo risparmiarla. E, soprattutto, lasciarle la sua freschezza.
Apparentemente, rientra nella categoria "Changeling", argomento molto serio per i raccontatori di antiche storie. E con risvolti sociali, legati alla contingenza, tristissimi e amarissimi. Era una sorta di assoluzione collettiva, celebrata dagli storytellers nei granai e nei fienili, una consolazione e una giustificazione mascherate da avvertimento, vestite da "fiabe di paura". Non a caso, le stesse identiche trame giravano per i villaggi, e, più che per altri generi, si citavano ambientazioni note, e nomi molto comuni in quelle contrade.
Ma questa poesia non ha nulla a che fare con i racconti paurosi dei fienili.
La cattiva abitudine da parte del Buon Popolo di rapire il bimbo umano biondo e roseo per sostituirlo con un maligno Calibano di trecento anni è giusto lo spunto per ironizzare sulla cieca adorazione di certe madri, una borghese che può permettersi una balia-governante, nella fattispecie.
E' anche il confronto tra la suddetta Madre borghese e la Nurse, donna del popolo. La Madre va ad adorare l'erede (maschio), il pupone più bello e intelligente del mondo, che è stato atteso con impazienza, e trova la balia sconvolta. "Non è colpa mia - dice - ma le Fate sono entrate, invisibili, nella nursery e hanno rapito il vostro bambino. E adesso un changeling giace nella culla!" E, inorridita, si affanna a sottolineare quanto sia diventato brutto, e che parla come un demente, e si/le chiede (a riprova) "Dove sono finiti il naso e la bocca del Padre e gli occhi neri come bacche della Madre?"
Proteste della Madre che la tratta da vecchia cieca e pazza: Lei vede sempre lo stesso spirito arguto e vivace negli occhi del pupo. Ma quale? Ma dove? O Signore! Ma se ti guarda in tralice con quegli occhietti strabici! Figlio delle Fate, figlio delle Fate...
Ed ecco, un rappresentante del Buon Popolo, giustamente indignato, scivola come una saetta nella nursery attraverso il buco della serratura, e, usando come pulpito la sommità della culla, rampogna le due donne.
Chi si permette di spargere questo pettegolezzo odioso ed offensivo, la chiacchiera maligna che sostituiamo i bambini umani con brutti dementi? Cosa cosa? Noi dar via la nostra stirpe per i vostri noiosi, inetti bambini fatti di argilla? - E, in conclusione: Tra l'altro, non siete i soli ad adorare ciecamente i vostri figli. Nessuna madre scambierebbe il proprio bambino! E se noi lo facessimo per avere in cambio bambini umani, beh, allora saremmo dementi davvero!
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