giovedì 2 giugno 2016

La Figlia del Sole, Grecia (A. Lang-Traduzione Mia)


'era una volta una donna che non riusciva ad avere figliuoli ed era molto infelice. Così, un giorno, si rivolse al Sole dicendo: "Sfera di sole, sfera di sole, mandami una bambina, e, quando avrà dodici anni, potrai riprendertela!"
Subito dopo l'accorato appello della donna, il Sole le inviò una bambina che lei chiamò Letiko e se ne prese gran cura finché la piccola non compì dodici anni.


Stokes M.


Di lì a poco, mentre Letiko era intenta a raccogliere delle erbette aromatiche, il Sole venne a lei e disse: "Letiko, quando torni a casa, di' a tua madre di rammentare la sua promessa".



Letiko andò diritta a casa e disse a sua madre:
"Oggi, mentre raccoglievo le erbette, mi si è avvicinato un signore alto e bello che mi ha incaricato di rammentarti la promessa che gli hai fatto!"
A queste parole, la donna si spaventò moltissimo. Sbarrò porte e finestre, tappò ogni forellino, ogni fessura, e nascose Letiko affinché il Sole non potesse entrare per portarsela via. Ma dimenticò di turare il buco della serratura, così il Sole inviò un suo raggio che penetrò in casa, afferrò Letiko e la portò da lui.
Un giorno, il Sole mandò Letiko a prendere un po' di paglia. La bambina sedette sulle balle di paglia e si lamentò dicendo:"Ah, come geme la paglia sotto i miei piedi così geme il mio cuore per mia madre!"
E, piangendo e singhiozzando, si trattenne nel pagliaio più del dovuto, tanto che il Sole, quando la vide di ritorno, le chiese dove fosse stata, e lei rispose:
"Le mie ciabatte sono troppo grandi e non riesco ad andare più svelta".
Allora il Sole le diede delle ciabatte più piccole.
Un'altra volta, la mandò ad attingere l'acqua, e, quando arrivò alla sorgente, Letiko prese a lamentarsi dicendo: "Ah, come l'acqua sprizza dalla fonte, così dal mio cuore sgorga il desiderio di rivedere mia madre!"
Così, ancòra una volta, si trattenne troppo a lungo, e, al suo ritorno, il Sole le chiese dove fosse stata. E lei rispose:
"La mia sottana è troppo lunga e mi fa inciampare". E il Sole le accorciò la sottana.
Un'altra volta, il Sole la mandò a prendergli un paio di sandali. Come li ebbe in mano, Letiko incominciò a piangere e a lamentarsi dicendo: "Così come scricchiola questo cuoio, così scricchiola il mio cuore per mia madre!"
E di nuovo, al suo ritorno, il Sole le domandò: "Ehi, Letiko, perché hai fatto così tardi?"
"Il mio cappuccio rosso è troppo largo e mi cade sugli occhi, così non riesco a vedere dove metto i piedi!"
E il Sole le restrinse il cappuccio.
Ma ormai si era reso conto di quanto Letiko fosse triste. Un giorno, dopo averla mandata per la seconda volta a prendere la paglia, la seguì di nascosto e la sentì che piangeva per sua madre. Allora, tornò a casa, chiamò due volpi e disse: "Accompagnereste Letiko a casa sua"
"Sì, perché no?"
"Ma cosa farete se, lungo il cammino, avrete fame e sete?"
"Mangeremo la sua carne e berremo il suo sangue"
Come udì queste parole, il Sole esclamò:"Voi due non siete adatte a sbrigare questa faccenda!"
Le mandò via e chiamò due lepri.
"Accompagnereste Letiko a casa sua?"
"Sì, perché no?"
"Ma cosa farete se, lungo il cammino, avrete fame e sete?"
"Mangeremo l'erba dei prati e berremo l'acqua dei ruscelli"
"Allora prendetela e portatela a casa da sua madre".
Così le lepri s'incamminarono con Letiko, ma la via del ritorno a casa era lunga ed ebbero fame e sete. "Sali su quell'albero - le dissero - mentre noi andiamo a pascolare".
Letiko si arrampicò in cima all'albero, ma, poco dopo, arrivò una lamia che disse: "Letiko, Letiko, vieni giù, vieni a vedere che belle scarpe ho ai piedi!"
"Oh, ma le mie scarpe sono molto più belle delle tue!"
"Scendi! Vado di fretta perché non ho ancòra spazzato casa"
"E allora va' a casa e spazza e torna solo quando avrai finito"
Allora, la lamia se ne tornò a casa, la spazzò e corse di nuovo sotto l'albero.
"Letiko, Letiko, vieni giù e guarda che bel grembiule ho!"
"Oh, il mio è molto più bello!"
"Scendi! O taglio l'albero e poi ti mangio!"
"Butta giù l'albero e poi mangiami!"
E la lamia si mise a rosicchiare l'albero, ma non riusciva ad abbatterlo.



H.J. Ford



E gridò:
"Letiko, Letiko, scendi ché devo sfamare i miei figli!"
"E allora va' a sfamarli, e torna dopo che l'avrai fatto".
Quando la lamia se ne andò, Letiko prese a chiamare: "Piccole lepri, piccole lepri!"
E una lepre disse all'altra:
"Senti? E' Letiko che ci chiama"
E corsero a perdifiato da Letiko. La bambina scese dall'albero e ripresero il loro cammino verso casa. Allora, la lamia prese ad inseguirli con tutto il fiato che aveva in corpo, e, quando incontrò dei contadini al lavoro nei campi, domandò:
"Avete visto qualcuno passare di qua?"
Quelli risposero:"Sì, stiamo piantando fagioli"
"Ma non vi ho chiesto questo! Voglio sapere se avete visto passare qualcuno!"
Ma i contadini alzarono la voce e gridarono: "Ma sei sorda? Fagioli, fagioli, fagioli, stiamo piantando fagioli!"
Intanto, Letiko era quasi giunta a casa, e il suo cane la riconobbe e disse: "Bau, bau! Guarda, ecco Letiko che ritorna!"
Ma la madre gridò: "Taci, bestiaccia del malaugurio! Vuoi farmi morire di dolore?"
E il gatto accovacciato sul tetto vide la bambina e gridò: "Miao, miao! Guarda, ecco Letiko che ritorna!".
E la madre: "Taci, bestiaccia del malaugurio! Vuoi farmi morire di dolore?"
Anche il gallo la vide: "Chicchirichì! Guarda, ecco Letiko che ritorna!"
E la madre: "Taci, bestiaccia del malaugurio! Vuoi farmi morire di dolore?"

H. J. Ford


Più Letiko e le lepri correvano verso casa, più la lamia raddoppiava gli sforzi per raggiungerle, così, dopo che Letiko e una delle lepri riuscirono a scivolare dentro casa, la lamia afferrò la coda della seconda lepre e gliela strappò via prima che si mettesse al riparo. Quando la lepre entrò in casa, la madre di Letiko si alzò e le andò incontro dicendo: "Benvenuta, cara piccola lepre! Poiché hai perso la tua coda per riportarmi mia figlia, ti prometto che te la farò rifare d'argento!"
E mantenne la parola data. E poi, visse felice e contenta per tutta la vita con la sua figliola.

"The Sunchild", da "The Grey Fairy Book", di A. Lang.
Traduzione: Mab's Copyright





Nessun commento: