sabato 26 dicembre 2015

La Regina delle Nevi (Parte Seconda) Traduzione Mia - Rieditata


Pavel Tatarnikov


Terza Storia. Il Giardino Fiorito della Donna che Conosceva la Magia.

Ma che accadde alla piccola Gerda quando Kay non ritornò più? Dov'era finito?
Nessuno lo sapeva, nessuno ne aveva un'idea. Gli altri ragazzi raccontarono che lo avevano visto legare il suo slittino ad una grande, magnifica slitta che era passata per la piazza ed era poi uscita dalle porte della città. Nessuno sapeva dove fosse; molte lacrime furono versate, la piccola Gerda pianse amaramente e a lungo. Poi dissero che Kay era morto, che era affogato nel fiume che scorreva nei pressi della città ... Oh, quei giorni d'inverno furono davvero lunghi ed oscuri!
Poi arrivò la primavera con il suo tiepido sole.
"Kay è morto, è andato via per sempre", disse la piccola Gerda.
"No, a questo io non credo!" rispose il Sole.
"Kay è morto, è andato via per sempre", disse Gerda alle Rondini.
"No, a questo noi non crediamo!" risposero le Rondini, e, alla fine, non lo credette più nemmeno la piccola Gerda.
"Mi metterò le mie scarpette rosse nuove - disse una mattina - quelle che Kay non ha mai visto, e poi andrò al fiume e gli chiederò di lui".
Era molto presto, baciò la vecchia nonna che dormiva ancòra, calzò le scarpette rosse e si diresse tutta sola fuori dalla città, alla volta del fiume.
"È vero che hai preso il mio piccolo compagno di giochi? Ti regalerò le mie scarpette rosse se me lo restituirai."
Le sembrò che le onde le accennassero in modo strano. Allora prese le scarpette rosse, ciò che le era più caro, e le gettò nel fiume, ma le scarpette caddero vicino alla riva e le onde le riportarono subito a terra.


Birmingham C.


Pareva che il fiume non volesse prendere ciò che era più caro a Gerda perché il fiume non aveva preso il piccolo Kay e non poteva restituirglielo; lei, invece, credette di non aver gettato le scarpe abbastanza al largo, così salì su una barchetta ormeggiata tra le canne, avanzò fino alla prua, e, da lì, gettò nuovamente le scarpette in acqua, ma la barca non era ben legata, oscillò e si allontanò dalla riva; quando Gerda se ne accorse, subito cercò di scendere, ma, prima che potesse saltare a terra, la barca si era già molto allontanata e navigava sempre più veloce.
La piccola Gerda si spaventò terribilmente e si mise a piangere; nessuno la udì eccetto i passeri, ma questi non potevano riportarla a riva; comunque,volarono lungo la sponda e cantarono, come per consolarla: "Eccoci! Eccoci!".
La barca seguiva la corrente. La piccola Gerda se ne stava seduta scalza: le sue scarpette rosse galleggiavano dietro la barca, ma non riuscivano a raggiungerla perché era più veloce.
Le sponde erano belle, cosparse di splendidi fiori e di alberi venerandi  e per i pendii pascolavano pecore e mucche, ma non si vedeva neppure un essere umano.


Pavel Tatarnikov


'Forse il fiume mi porterà dal piccolo Kay' pensò Gerda, e così le tornò il buonumore, si alzò e contemplò per ore le belle rive verdeggianti.
Infine, giunse ad un grande giardino di ciliegi dove sorgeva una casina con bizzarre finestre rosse e blu e il tetto di paglia; due soldati di legno presentavano le armi a coloro che passavano di lì.
Gerda gridò un richiamo poiché credeva che fossero soldati in carne ed ossa, ma loro, naturalmente, non risposero. Passò vicinissima, e il fiume spingeva la barchetta proprio verso terra. Gerda gridò ancòra più forte, e dalla casa uscì una donna vecchia vecchia, che si appoggiava a un bastone dal manico ricurvo. In testa portava un grande cappello di paglia su cui erano dipinti bellissimi fiori.



Galya Zinko


"Oh, povera bambina! - esclamò la vecchia - come hai fatto ad esser catturata e trascinata così lontano nel vasto mondo da questa terribile corrente?"
E, intanto, entrava in acqua, agganciava con il suo bastone ricurvo la
barca, la trascinava a riva, e aiutava la piccola Gerda a scendere.
Gerda era contenta di trovarsi sulla terraferma, ma aveva un po' paura di quella vecchia sconosciuta.
"Vieni, raccontami chi sei e come sei arrivata fin qui", le disse la vecchia.
Gerda le raccontò ogni cosa e la vecchia scuoteva il capo e diceva: "Uhm! Uhm!".
Quando Gerda, dopo aver terminato il suo racconto, le chiese se per caso avesse visto il piccolo Kay, la donna rispose che non era ancora passato di lì, ma che sarebbe senz'altro venuto, quindi lei non doveva essere così triste, e doveva assaggiare le sue ciliege e ammirare i suoi fiori, che erano molto più belli di quelli dei libri illustrati perché ognuno di loro sapeva raccontare un'intera storia. Prese Gerda per mano ed entrarono nella casetta, e la vecchia chiuse la porta a chiave.
Le finestre erano molto in alto e i vetri erano rossi, blu e gialli: la luce del giorno splendeva di strani colori lì dentro, ma sul tavolo c'erano ciliege bellissime e Gerda ne mangiò quante ne volle. Mentre lei mangiava, la vecchia le pettinava i capelli con un pettine d'oro, e i capelli si arricciavano e risplendevano intorno al grazioso visino rotondo che sembrava una bella rosa.
"Era tanto tempo che desideravo una bambina così dolce! - esclamò la vecchia - Vedrai come staremo bene insieme noi due!", e, mentre pettinava i capelli della piccola Gerda, la bambina, pian piano, dimenticava Kay, il suo compagno di giochi, poiché la vecchia sapeva fare magie. Ma non era una strega cattiva, faceva incantesimi solo per il proprio piacere, e ora voleva semplicemente trattenere presso di sé la piccola Gerda. Per questo, uscì in giardino, puntò il bastone ricurvo verso tutti i rosai che erano magnificamente fioriti, e questi sparirono tutti quanti sotto la terra nera e non ne rimase traccia, tanto che nessuno avrebbe potuto dire che fossero mai stati lì. La vecchia, infatti, temeva che Gerda, vedendo le rose, potesse ripensare alle sue, e quindi ricordare il piccolo Kay e fuggire via da lei.


Tim Stevens



La vecchia condusse poi Gerda nel giardino fiorito. Che profumo, e che splendore! Tutti i fiori immaginabili, fiori di ogni stagione, si trovavano lì, ed erano in piena fioritura: nessun libro illustrato avrebbe potuto essere più bello e più variegato. Gerda saltò di gioia e giocò finché il sole non scese dietro i grandi alberi di ciliegi. Allora, si coricò in un delizioso lettino, sotto coperte di seta rossa, bordate di violette blu. Dormì e sognò beatamente, meglio di come avrebbe fatto una regina la mattina delle sue nozze.
L'indomani, potè giocare ancòra al sole, tra i fiori, e così trascorsero molti giorni.
Gerda conosceva il nome di ciascun fiore, ma, nonostante ce ne fossero molti, le sembrava che ne mancasse uno, anche se non sapeva quale.



 Erko V.


Un giorno, si mise ad osservare il cappello di paglia della vecchia donna, con tutti quei fiori dipinti, e il più bello fra questi era una rosa: la vecchia aveva dimenticato di farla sparire dal cappello quando aveva seppellito le altre, quelle vere, sotto terra. Eh, non si pensa mai a tutto!
"Come! - esclamò Gerda - non c'è neppure una rosa?" Saltò tra le aiuole, cercò e cercò, ma non ne trovò nessuna, allora si sedette e cominciò a piangere, e le sue calde lacrime caddero proprio dove un rosaio era stato seppellito. E, quando quelle lacrime bagnarono il terreno, il rosaio improvvisamente spuntò fuori, tutto fiorito come quando era sprofondato, e Gerda lo abbracciò, baciò le rose e ricordò le splendide rose di casa sua e ricordò anche il piccolo Kay.
"Oh, quanto tempo ho perso! - disse la bambina - Dovevo trovare Kay! Voi non sapete dove sia? - chiese alle rose - Credete che sia morto?"
"No, non è morto - risposero le rose - Noi siamo state sotto terra, là si trovano tutti i morti, e Kay non c'era."
"Grazie!" disse la piccola Gerda, poi si diresse verso gli altri fiori, guardò nei loro calici e chiese: "Voi non sapete dove si trova il piccolo Kay?".
Ma ogni fiore se ne stava ritto nel sole a sognare la propria favola, e la piccola Gerda ne ascoltò moltissime, ma nessuna parlava di Kay.
Che cosa raccontò il rosso Giglio tigrato?
"Senti il tamburo? Bum! Bum! Ci sono solo due tonalità, sempre: bum! bum! Senti il lamento di dolore delle donne? Senti l'invocazione dei sacerdoti? Nel suo lungo sari, la donna indù se ne sta in piedi sul rogo, le fiamme avvolgono lei e il marito morto, ma la donna indù pensa a colui che vive, a colui i cui occhi bruciano il suo cuore, più caldi delle fiamme che presto trasformeranno il suo corpo in cenere. Può la fiamma del cuore morire nella fiamma del rogo?"
"Io non ci capisco niente!" disse la piccola Gerda.
"È la mia storia !" disse il Giglio tigrato.
Che cosa racconta il Convolvolo?
"Là, in fondo alla stretta strada di montagna, si trova un'antica rocca: la fitta edera verde cresce lungo i vecchi muri rossi, foglia dopo foglia, fino ad incorniciare il balcone; lì si trova una graziosa fanciulla che si affaccia oltre la balaustra e guarda verso la strada. Nessuna rosa che spunta tra i rami è più fresca di lei, nessun fiore di melo che il vento porta via dall'albero è più etereo di lei; come fruscia il suo magnifico mantello di seta! Eppure lui non arriva!"
"E' di Kay che parli? " chiese la piccola Gerda.
Che cosa racconta la piccola Primula?
"Legata agli alberi con due corde, pende una lunga asse: è un'altalena. Due graziose fanciulle con abiti bianchi come la neve e lunghi nastri di seta verde legati tra i capelli si dondolano sull'altalena. Il fratello, che è più grande di loro, sta in piedi, e si regge alla corda con le braccia perché in una mano ha una piccola bacinella e nell'altra una cannuccia di gesso con cui soffia le bolle di sapone. L'altalena va, e le bolle volano, splendide nei loro colori cangianti; l'ultima è ancora attaccata alla cannuccia e si piega al vento; l'altalena va. Il cagnolino nero, leggero come le bolle, si solleva sulle zampe posteriori e vuol salire anche lui sull'altalena, ma l'altalena vola via, il cane cade, abbaia e si arrabbia, rimane con un palmo di naso, le bolle scoppiano. Un'asse che dondola, una bolla che scoppia, questa è la mia canzone!"
"Può darsi che l tuo racconto sia bello, ma lo narri con una tale tristezza e non parli affatto di Kay!"


Robinson W.H.


Che cosa dicono i Giacinti?
"C'erano una volta tre bellissime sorelle, pallide e sottili. Una vestita di rosso; un'altra, di blu, e la terza, di bianco; danzavano mano nella mano accanto al placido laghetto al chiaro di luna. Non erano fanciulle degli elfi, erano figlie degli uomini. Ecco, si spande un profumo talmente dolce e le fanciulle spariscono nel bosco. Il profumo diventò sempre più intenso, tre bare in cui giacevano le graziose fanciulle si staccarono dal fitto del bosco alla volta del lago; le luminose lucciole volavano tutt'intorno, come piccole luci fluttuanti. Dormono le fanciulle danzanti, o sono morte? Il profumo dei fiori dice che sono cadaveri; la campana della sera suona per i morti."
"Mi rendi così triste! - disse la piccola Gerda - Hai un profumo così forte: mi fai pensare alle fanciulle morte. Ah, allora anche il piccolo Kay è ormai morto? Le rose sono state giù nella terra e dicono di no."'
Din, din, dan, dan! - suonarono le campane dei giacinti. "Noi non suoniamo per il piccolo Kay, non lo conosciamo neppure! Noi cantiamo solo la nostra canzone, l'unica che conosciamo!"
Gerda s'incamminò verso il Ranuncolo, che brillava tra le verdi foglie luccicanti.
"Tu sei un piccolo sole luminoso - gli disse - Dimmi se sai dove posso trovare il mio compagno di giochi!"
E il ranuncolo risplendette così deliziosamente guardando verso Gerda!
Quale canzone sapeva cantare il ranuncolo? Neppure la sua parlava di Kay.
"In un piccolo cortile brillava il sole di Nostro Signore, così caldo nel primo giorno di primavera; i raggi cadevano lungo la bianca parete della casa del vicino ai cui piedi crescevano i primi fiori gialli, brillando come oro alla tiepida luce del sole; la vecchia nonna era fuori sulla sua poltrona, la nipotina, una povera graziosa servetta, tornò a casa in visita, e baciò la nonna. C'era oro, l'oro del cuore, in quel bacio benedetto. Oro sulle labbra, oro del profondo dell'essere, oro delle chiare ore del mattino! Ecco questa è la mia piccola storia!" disse il ranuncolo.
"La mia povera vecchia nonna! - sospirò Gerda - Certamente ha nostalgia di me, è triste per me, come lo era stata per il piccolo Kay, ma io tornerò presto a casa, e porterò Kay con me. Non serve a nulla che io chieda di lui ai fiori: conoscono solo le loro canzoni, non mi danno notizie." Così si rimboccò l'orlo del vestitino per correre più in fretta, ma il narciso le colpì una gamba mentre lei gli saltava sopra. Allora si fermò, guardò quel lungo stelo giallo e chiese: "Tu sai forse qualcosa?" e gli si chinò sopra fino a toccarlo.
Che cosa disse il Narciso ?
"Io posso vedermi, io posso vedermi! - disse - Oh, come profumo! Su nella piccola soffitta, mezza svestita, c'è una piccola ballerina. Se ne sta in piedi, a volte su una gamba sola, a volte su due, non si cura di nessuno, ma è solo un'illusione. Versa l'acqua della teiera su un pezzo di stoffa che tiene in mano: è il suo corpettino. La pulizia è una buona cosa! Anche l'abitino bianco che tiene appeso al gancio viene lavato nell'acqua della teiera e poi messo ad asciugare sul tetto: lei lo indossa con un fazzoletto giallo come lo zafferano intorno al collo, così l'abitino sembra ancora più bianco. Gamba in aria! Guarda come si regge su un piedino! Io posso vedermi! Io posso vedermi!"
"Non mi interessa affatto! - esclamò Gerda - Non sono cose da raccontare a me!"


Birmingham C.


E, intanto, corse verso la siepe del giardino.
Il cancello era chiuso, ma lei scosse il gancio arrugginito finché si staccò, così la porta si aprì e Gerda fuggì correndo a piedi nudi nel vasto mondo. Per tre volte si guardò indietro, ma nessuno la rincorreva; infine, non potè più correre e sedette su una grande pietra.
Si guardò intorno: l'estate era passata, era già autunno inoltrato, ma non lo si notava nel bel giardino dove brillava perennemente il sole e si trovavano i fiori di ogni stagione.
"O Signore, come ho fatto tardi! - esclamò la piccola Gerda - È già autunno: ora non posso neppure riposarmi!", e si alzò per ripartire.
Oh, come erano stanchi e doloranti i suoi piedini, e che freddo e che tristezza tutt'intorno!
Le lunghe foglie dei salici, stillanti di brina, erano ingiallite; le foglie cadevano, una dopo l'altra, solo il susino aveva ancora i suoi frutti, ma così amari che legavano i denti.
Oh, com'era grigio e triste il vasto mondo!

Fine Seconda Parte



Traduzione:
Mab's Copyright



Nessun commento: