giovedì 5 dicembre 2013

Il Khodr e il Principe, Fiaba Siriana

Il Khodr, o Khidr, il cui nome significa Il Verde - colore sacro - fu un personaggio mitico del Vicino Oriente. Secondo una delle numerose leggende di cui è protagonista, liberò la regione dal terribile mostro che esigeva ogni anno il sacrificio di una fanciulla vergine, La sua natura è complessa. In esso si riuniscono il biblico Elia e san Giorgio, Hasis-Atra, epiteto di Utnapisthim, il Nop del Diluvio babilonese (Hixouthros per i Greci) e una imprecisata divinità fenicia, marina e agricola.
Secondo alcune tradizioni religiose popolari in vigore presso cristiani e mussulmani della Siria, Libano e Palestina, appare in rapporto con la sorgente della vita ed è un buon compagno di viaggio.
Nel Corano egli è la guida di Mosè. Allegoricamente, i due rappresenterebbero i mari della sapienza.

L'ineluttabilità del fato prestabilito è una credenza antichissima nel mondo greco e mediorentale.
La curatrice della raccolta ritiene, d'altra parte, che la sabr', la virtù della pazienza spinta fino al sacrificio estremo, e alla cui esaltazione sono dedicate numerose fiabe, venga scambiata spesso per il famoso "fatalismo arabo".
Il rispetto del Fato è un'altra cosa. E' non solo sacrilego, ma anche inutile cercare di resistere e di sfuggire a ciò che è scritto nel libro del Destino, alla sua nascita, per ogni creatura. 



Ernst R.



ei tempi antichi, viveva a Baghdad un bel principe. Una notte fece questo sogno: mentre passeggiava lungo il Tigri, vide un vecchio abbigliato di verde, dall'espressione ieratica, che, seduto sulla riva del fiume, appaiava dei cerchietti e li gettava in acqua.
Si incuriosì, gli andò vicino, e gli chiese:
"Che cosa fai, zio?"
"Fisso la sorte degli uomini", rispose lo sconosciuto.
"Hai stabilito anche la mia?"
"Sì, vedi questo piccolo cerchio? Rappresenta una bambina appena nata. Da grande diventerà tua moglie. Suo padre è un povero fochista che lavora in un hamman di Damasco, e questo sei tu", disse il vecchio, mostrandogli un cerchio più grande; lo unì all'altro e li gettò nel fiume. Il figlio del Re si svegliò, turbato dallo strano sogno, e corse a interrogare i sapienti.
"La tua è una visione premonitrice - commentarono - Il vecchio è il Khodr, e i cerchi simboleggiano gli esseri del creato; il fiume che scorre è la vita nel suo divenire; il moto delle acque rappresenta le vicende e i conflitti umani".
Quelle parole lo colpirono profondamente, e decise di contrastare il fato. Si recò a Damasco, visitò tutti gli hamman, e scoprì ciò che cercava.
Trovò la moglie del fochista, con la sua bimba in grembo, e le disse:
"Sono un pellegrino di passaggio e non conosco la città. Ho bisogno di provviste per continuare il viaggio; non potresti procurarmele? Avrai una ricompensa".
"Non posso lasciare mia figlia. Piangerebbe!"
"Vai tranquilla. La cullerò tra le braccia finchè dormirà", la rassicurò lui.
Insomma, dopo molte insistenze e la promessa di un ricco premio, lei accettò di andare al suk. Il principe, senza perdere un attimo, sgozzò la bambina con il suo pugnale, le mise addosso una borsa d'oro e fuggì.
Quando la madre rientrò, trovò la figlia in un lago di sangue. La prese e corse dal dottore, che la salvò.
Trascorsero tanti anni. Il povero fochista si rivelò intelligente ed accorto. Con l'oro iniziò a commerciare, e divenne un influente personaggio. La figlia, ormai cresciuta, era ricca di qualità e straordinariamente leggiadra. Tutti ne parlavano e aveva molti pretendenti. Ma la prosperità e la fortuna di quella famiglia suscitarono anche l'invidia e l'animosità di tanta gente, cosicché il mercante decise di espatriare.

Rudolph E.


In quei tempi, Baghdad era nota per le possibilità che offriva nei traffici commerciali e per la concordia che vi regnava. Ci andarono, cambiarono il nome, nascosero la loro provenienza, e iniziarono una nuova vita.
Anche là, il mercante divenne famoso. Il Re, che voleva conoscerlo, lo convocò a corte con la famiglia; il principe fu stregato dall'avvenenza della fanciulla. Non vide che lei.
"Desidero sposarla", confidò al padre, dopo una notte insonne. Il sovrano acconsentì.
La sera delle nozze, mentre adornava la sposa con una preziosa collana di perle, il principe, ricordando la vicenda di molti anni prima - il Khodr che gli era apparso in sogno, la neonata che aveva ucciso a Damasco - mormorò tra sé: "Ho vinto il mio destino!"
Ma, proprio in quell'attimo, scorse una cicatrice sul collo dell'amata; allora esclamò
"Grazie, Signore, per averla protetta!"
Fu invaso dalla felicità, ma capì anche quanto il destino sia inesorabile.
L'indomani, raccontò tutto al Re, che convocò i Saggi del regno. Essi discussero a lungo, e infine deliberarono:
"L'universo si muove secondo le leggi eterne e immutabili del suo Creatore, e nessuno può sfuggire al destino che Egli stabilì".

Da "Fiabe Siriane", a cura di Maria Antonietta Carta.
Vedi: Il Predestinato". I Tre Capelli d'Oro del Diavolo.

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