martedì 31 dicembre 2013

I Tre Omini del Bosco, Grimm n.13 - Traduzione Mia

'era una volta un uomo a cui era morta la moglie e una donna a cui era morto il marito. L'uomo aveva una figlia, e così la donna. Le due ragazze erano amiche e, spesso, si intrattenevano insieme in casa della donna. Una volta, ella disse alla figlia dell'uomo:
"Ascolta, di' a tuo padre che voglio sposarlo: ogni mattina, avrai latte in cui lavarti e vino per dissetarti, mentre mia figlia avrà acqua in cui lavarsi e acqua per dissetarsi."
La fanciulla tornò a casa e raccontò al padre ciò che la donna le aveva detto. L'uomo disse:
"Cosa devo fare? Sposarsi è una gioia, ma anche un tormento".
Infine, poiché non riusciva a decidersi, si tolse uno stivale e le disse:
"Prendi questo stivale: ha un buco nella suola. Sali in soffitta, appendilo al chiodo grosso e versaci dentro dell'acqua. Se lo stivale tiene, mi ammoglierò una seconda volta, ma, se lo stivale non tiene l'acqua, non mi risposerò."
La fanciulla fece ciò che il padre le aveva ordinato, ma l'acqua restrinse il buco della suola e lo stivale si riempì fino all'orlo. Allora, scese e riferì al padre cosa aveva deciso la Sorte. L'uomo salì in soffitta a constatare di persona e vide che era vero, quindi, andò dalla vedova, la chiese in moglie, e furono celebrate le nozze.
La mattina dopo, quando le due fanciulle si svegliarono, la figlia dell'uomo trovò latte per lavarsi e vino per dissetarsi, mentre la figlia della donna ebbe acqua per lavarsi e acqua per dissetarsi. La seconda mattina, sia l'una che l'altra trovarono acqua per lavarsi e acqua per dissetarsi, e, la terza mattina, la figlia dell'uomo trovò acqua per lavarsi e acqua per dissetarsi, mentre la figlia della donna ebbe latte in cui lavarsi e vino per levarsi la sete, e, da quel giorno, fu sempre così.
La donna prese a odiare profondamente la figliastra, e non sapeva più che inventarsi per renderle la vita ogni giorno più dura. Oltretutto, si macerava d'invidia perché‚ mentre la figliastra era bella e amabile, la propria figlia era brutta e odiosa.
Una volta - si era d'inverno, c'era un gelo da spaccare le pietre e i monti e le valli erano ricoperti di neve - la donna confezionò un vestito di carta, chiamò la figliastra e le ordinò:
"Su, mettiti questo vestito, va' nella foresta e raccoglimi un cestino di fragole: ne ho voglia!"
"Mio Dio! - disse la fanciulla - le fragole non crescono d'inverno, la terra è congelata e la neve ha ricoperto tutto. E come farò con un abito di carta? Fa così freddo che il fiato si ghiaccia! Il vento ci passerà attraverso e i pruni lo strapperanno."
"Sei ancòra qui a  rispondere?- disse la matrigna - Fila via! E t'avverto: non tornare senza il cestino colmo di fragole."
Poi le diede un pezzetto di pane duro e raffermo, dicendo:
"Così avrai da mangiare per tutto il giorno."
E, intanto, pensava che sarebbe di certo morta di fame e di freddo, e che non l'avrebbe mai più avuta davanti agli occhi.


Ségur A.


La fanciulla obbedì, indossò il vestito di carta e uscì con il cestino. Una spessa coltre di neve si estendeva per ogni dove, e non si scorgeva neanche un filo d'erba. Quando si inoltrò nel bosco, capitò davanti ad una casetta piccola piccola. Da una finestra, tre nani sbirciavano fuori. La fanciulla augurò loro il buongiorno e bussò con discrezione alla porta.
I nani gridarono Avanti!, ed ella entrò e si sedette sulla panca accanto al focolare per scaldarsi e mangiare il suo magro pasto.
I nani dissero: "Danne un pezzetto anche a noi."
"Volentieri!", disse la fanciulla, spezzò in due il suo tozzo di pane e ne diede loro una metà.
I nani le domandarono: "Cosa fai nel bosco, in questo gelido inverno e con quel vestitino di carta?"
"Ah! - rispose la fanciulla - devo riempire il mio cestino di fragole, e, finché non ci sarò riuscita, non potrò tornare a casa."
Quando ebbe mangiato il suo pane, essi le diedero una scopa, dicendo:
"Spazza via la neve davanti alla porta sul retro."
Ma, appena fu uscita, i tre nani si chiesero l'un l'altro:
"Che cosa le regaleremo per ricompensare la sua gentilezza e la sua bontà e perché ha diviso il suo pane con noi?"
Allora, il primo disse: "Che diventi ogni giorno più bella."
E il secondo: "Che le cadano monete d'oro dalla bocca ad ogni parola che pronuncerà."
E il terzo: "Che arrivi un Re e se la prenda in sposa."
La fanciulla, intanto, spazzava via la neve sul retro della  casetta, e cosa trovò, spazzando, se non grosse fragole succose, che chiazzavano di porpora tutto quel candore? Allora, piena di gioia, riempì di fragole il suo cestino, ringraziò gli omini, strinse la mano a tutti e tre, e ritornò di corsa a casa, per portare alla matrigna ciò che le aveva ordinato.


Rackham A.


Entrando, disse Buongiorno!, e subito le cadde una moneta d'oro dalla bocca. Poi, raccontò quel che le era capitato nel bosco, e, a ogni parola che pronunciava, le cadevano monete d'oro dalla bocca, sicché‚ ben presto, il pavimento ne fu completamente ricoperto. E la sorellastra gridò: "Guardate con quanta impudenza getta via il denaro!", ma era molto invidiosa e desiderava andare anche lei nel bosco. La madre, però non voleva e tentò di dissuaderla:
"No, bimba mia, fa troppo freddo, congelerai!"
Ma, poiché la figlia si era intestardita e insisteva da levarle il respiro, finì col cedere. Prima, però, le fece indossare un bell'abito tutto foderato di pelliccia e le preparò panini imbottiti e una torta come pan di via. La fanciulla entrò nel bosco e si diresse subito alla volta della casetta piccola piccola. I tre nani erano alla finestra, sbirciando fuori, ma lei non li degnò di uno sguardo né di un saluto, entrò nella stanza senza tanti complimenti, si accomodò accanto al focolare e incominciò a mangiare la sua colazione.
"Danne un pezzetto anche a noi!", dissero i nani, ma la ragazza rispose: "Basta appena appena per me: come posso darne un po' a qualcun altro?"
Quando ebbe finito di mangiare, i nani le chiesero di spazzare la neve sul retro della casetta, ma ella rispose:
"Come no! Spazzate da voi, non sono mica la vostra serva!"
Quando vide che non avevano intenzione di regalarle qualcosa, infilò la porta e se ne andò, senza manco salutare. Allora, i nani si chiesero l'un l'altro:
"Che cosa le regaleremo per ricambiare la sua sgarberia e per punire il suo cuore duro, invidioso, e avaro?"
Il primo disse: "Che diventi ogni giorno più brutta."
E il secondo: "Che le esca di bocca un rospo a ogni parola che pronuncia."
E il terzo: "Che incontri una morte orribile."
Intanto, fuori, la figlia della donna cercava le fragole, ma, non trovandone neanche una, se ne tornò a casa, ed era furiosa avvelenata. E, quando aprì la bocca per raccontare a sua madre quel che le era successo nel bosco, ad ogni parola che pronunciava, le saltava fuori dalla bocca un rospo orribile, sicché suscitava il ribrezzo di tutti. 
La matrigna si incattivì ancor di più nei confronti della figliastra, e non pensava ad altro che a tormentarla, ma la fanciulla diventava ogni giorno più bella. 
Infine, la cattiva donna prese un calderone, lo mise sul fuoco e vi fece bollire del filo. Quando il filo fu bollito, lo appese alle spalle della povera fanciulla e le diede una scure perché andasse sul fiume gelato, aprisse un buco nel ghiaccio e vi immergesse il filo. La figliastra obbedì, andò al fiume, e, mentre si adoperava per scavare un buco nel ghiaccio, passò di lì una splendida carrozza in cui viaggiava il Re. Questi ordinò che si fermasse la carrozza e le chiese:
"Ragazza mia, chi sei e cosa stai facendo laggiù?"
"Sono una povera ragazza e bagno il filo."
Allora il Re ne ebbe pietà, e, vedendo che era tanto bella, disse:
"Vuoi venire con me?"
"Oh, sì, di tutto cuore!" rispose la fanciulla, felice di non rivedere mai più la matrigna e la sorellastra. Salì nella carrozza del Re e andò via con lui, e, una volta giunti al Palazzo Reale, si celebrarono le loro nozze con grande magnificenza, e tutto andò proprio come i tre omini del bosco le avevano augurato.
Un anno dopo, la giovane Regina partorì un bambino, e, quando la matrigna venne a conoscenza della gran fortuna che le era toccata, si presentò a Palazzo con sua figlia, fingendo che fosse per una visita di cortesia. Ma, non appena il Re si allontanò per breve tempo, e, poiché nella camera non c'era nessun altro, la malvagia donna afferrò la Regina per le spalle, sua figlia l'afferrò per i piedi, la levarono dal letto, e la precipitarono nel fiume che scorreva sotto la finestra. Poi la matrigna fece coricare la sua brutta figlia nel letto e la coprì con le lenzuola fin sopra la testa. Quando il Re ritornò e volle parlare con sua moglie, la vecchia gridò:
"Zitto, zitto, adesso non è possibile: è tutta inzuppata di sudore, è necessario che, per oggi, venga lasciata tranquilla."
Il Re non ci vide nulla di male, e non ritornò che la mattina dopo, e, quando parlò con sua moglie ed ella gli rispose, ad ogni parola che pronunciava, invece di una moneta d'oro, le saltava fuori dalla bocca un viscido rospo! Alle domande del Re la vecchia affermò che era solo l'effetto della gran sudata di quella notte e che tutto sarebbe tornato come prima.


Gabriel Cornelius von Max


Ma, quella notte, lo sguattero vide un'anatra che risalì nuotando il canale di scolo dell'acquaio e che prese a dire:

"Mio Re, che fai? 
Dormi o vegli?"

E, non ricevendo risposta, aggiunse:

"Le mie ospiti che fanno?"

Lo sguattero rispose: "Dormono profondamente."

"E il mio bimbo, che cosa fa?"

E lo sguattero: "Dorme nella sua culla!"
Allora l'anatra riprese le sembianze della Regina, allattò il bambino, gli sistemò il lettino e lo coprì ben bene. Poi, tornata anatra, nuotò via lungo il canale di scolo dell'acquaio. Tutto si ripetè tale e quale la notte successiva. La terza notte, la Regina disse allo sguattero:
"Va' dal Re: digli che prenda la sua spada e, sulla soglia, la brandisca per tre volte sul mio capo."
Lo sguattero corse a dirlo al Re, e questi accorse con la sua spada e, sulla soglia, la brandì tre volte sullo spettro, e, la terza volta, gli apparve la sua sposa, viva, sana e bella come prima. Il Re era colmo di gioia, ma tenne la Regina nascosta in una stanzetta fino alla domenica seguente, giorno in cui il Principino doveva essere battezzato. Dopo il Battesimo, il Re chiese:
"Che cosa merita una persona che ne strappa un'altra dal letto e la getta in acqua?"
"Ah!- disse la vecchia - non merita di meglio che essere chiusa in una botte irta di chiodi al suo interno, e che la botte sia fatta rotolare giù nel fiume dalla cima del monte."
E il Re disse:
"Hai appena pronunciato la tua condanna!", e, fatta preparare una botte chiodata, vi fece rinchiudere la vecchia e sua figlia, e ordinò che sigillassero il fondo della botte, e la botte fu spinta giù dalla montagna, fino a che rotolò nel fiume.

Grimm n.13, "Die drei Männlein im Walde"
Classificazione: AaTh 403-B [The Black and the White Bride]
AaTh 480 [The Spinning-Woman by the Spring (The Kind and the Unkind Girls)]

Traduzione: Mab's Copyright
Il testo in lingua originale è nella pagina Brüder Grimm.



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