Lui fu sorpreso e imbarazzato da quello sguardo sfrontato, e, tremante, le chiese: "Chi sei? Non ti conosco."
Gli diede il nome di una fanciulla del suo clan. Ma non era lei. Da quel giorno, si mise a seguirlo ovunque andasse a pascolare, e, una mattina, gli disse di volerlo amare. Khodr rifiutò spaventato. Inutilmente, lei gli promise tesori e castelli. La respinse. Inutilmente.
Lei, imperterrita, continuò a seguirlo, a sorridergli, a offrirgli fresche bevande e cibi succulenti. Se dormiva, lei dormiva; se mangiava, lei mangiava; si sedeva, sedeva anche lei. Si toccava, lo imitava. E diventò la sua ombra.
Khodr ormai aveva un solo pensiero: sfuggire a quella ossessione. Ci pensava notte e giorno.
Infine, trovò la soluzione. Prese un pingue agnello, lo sgozzò, e con il grasso si unse il corpo e i capelli. Lei, che osservava attenta, lo imitò: si unse il corpo e la lunga chioma corvina, senza accorgersi del fuoco che ardeva lì accanto. Le fiamme raggiunsero la sua capigliatura, che si incendiò. Bruciò, bruciò, bruciò.
Rimase soltanto un pugno di cenere.
E la cenere, tenace, seguì ancora Khodr il pastore. Per due lunghi anni,
implacabile, la grigia polvere lo tormentò.
Poi, all'improvviso, svanì.
Baddeley J
La curatrice della raccolta sottolinea, ovviamente, l'arcaico terrore dell'uomo per il mistero femminile, associato al timore sacro della Natura oscura. E rimanda al culto ancestrale della Dèa Madre.
Ecco le benefiche e temibili dee dallo sguardo misterioso che troviamo nell'Edipo a Colono di Sofocle e che Edipo implora:
"O Venerate dal tremendo sguardo"...
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