giovedì 5 dicembre 2013

Il Khodr e la Djinn

uesta è una storia antica e l'eroe si chiama Khodr. La sua patria era la steppa. Un giorno, mentre pascolava il gregge, vide una strana donna che aveva unghie come artigli. Lunghi capelli neri le incorniciavano il volto enigmatico e duro. Lo salutò: "Salve, Khodr. Come stai?"
Lui fu sorpreso e imbarazzato da quello sguardo sfrontato, e, tremante, le chiese: "Chi sei? Non ti conosco."
Gli diede il nome di una fanciulla del suo clan. Ma non era lei. Da quel giorno, si mise a seguirlo ovunque andasse a pascolare, e, una mattina, gli disse di volerlo amare. Khodr rifiutò spaventato. Inutilmente, lei gli promise tesori e castelli. La respinse. Inutilmente.
Lei, imperterrita, continuò a seguirlo, a sorridergli, a offrirgli fresche bevande e cibi succulenti. Se dormiva, lei dormiva; se mangiava, lei mangiava; si sedeva, sedeva anche lei. Si toccava, lo imitava. E diventò la sua ombra.
Khodr ormai aveva un solo pensiero: sfuggire a quella ossessione. Ci pensava notte e giorno.
Infine, trovò la soluzione. Prese un pingue agnello, lo sgozzò, e con il grasso si unse il corpo e i capelli. Lei, che osservava attenta, lo imitò: si unse il corpo e la lunga chioma corvina, senza accorgersi del fuoco che ardeva lì accanto. Le fiamme raggiunsero la sua capigliatura, che si incendiò. Bruciò, bruciò, bruciò.
Rimase soltanto un pugno di cenere.
E la cenere, tenace, seguì ancora Khodr il pastore. Per due lunghi anni,
implacabile, la grigia polvere lo tormentò.
Poi, all'improvviso, svanì.

Baddeley J

La curatrice della raccolta sottolinea, ovviamente, l'arcaico terrore dell'uomo per il mistero femminile, associato al timore sacro della Natura  oscura. E rimanda al culto ancestrale della Dèa Madre.
Ecco le benefiche e temibili dee dallo sguardo misterioso che troviamo nell'Edipo a Colono di Sofocle e che Edipo implora:
"O Venerate dal tremendo sguardo"...

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