martedì 28 ottobre 2014

Un Sogno, W.B. Yeats


Maximilian Pirner


Sentii i cani ululare nel chiarore lunare;
Andai alla finestra per vedere la scena;
Tutti i morti che mai avevo conosciuto
Se ne andavano, uno a uno, due a due.
Andavano, avanti andavano;
Tutti concittadini, dal primo all'ultimo;
Nati nel chiarore lunare del sentiero,
Nuovamente spenti nella pesante ombra.
Compagni di scuola, a passo di marcia come quando giocavamo
Un tempo ai soldati - ma più composti ora;
Ma la vista più strana erano per me
Quelli che sapevo annegati nel terribile mare.
Gente dritta e bella, e gente debole e curva,
Alcuni che amai, e tremai nel parlargli;
Alcuni morti solamente da un giorno;
Alcuni di cui non sapevo la morte.
Una lunga, lunga folla - dove ciascuno sembrava solo!
Eppure fra tutti una, solo una,
Alzò la testa e guardò verso di me.
Indugiò un momento - non poteva fermarsi.
Quanto a lungo vidi in seguito la sua pallida faccia!
Ah! Cara madre! Potessi solamente chinare
La mia testa sul tuo seno, riposare un momento
Con la tua mano posata sulla mia guancia bagnata di lacrime!
Avanti, avanti, formarono un mobile ponte
Sul flusso lunare da ombra a ombra
Giovani e vecchi, uomini e donne
Da tempo dimenticati, ma ora tornati alla mente.
E dapprima si udì una amara risata;
Un attimo dopo rumore di pianto;
E poi una musica così alta e festosa,
Che ogni mattina, giorno dopo giorno
Mi sforzo di poterla richiamare alla mente.


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