Alan Lee
Già da ragazzina mi chiedevo come mai non esistessero fiabe nord-americane. Persino nei multicolori libri di Andrew Lang, colpevole come i varii Calvino (senza condividerne l'eleganza) di pensare alle fiabe come ad un prodotto letterario "bambinilistico", e di agire (maleficamente) di conseguenza, ma coraggioso nel cercare e nel proporre fiabe provenienti dagli allora remoti angoli del mondo, partoriti da quelle antiche culture che i superbi Britannici facevano viaggiare in terza classe nel proprio Paese, persino tra quelle pagine, il Nord America è giustamente rappresentato solo dai racconti tramandati dai Nativi.
Sulle galere galleggianti che attraversarono l'oceano, i Folletti, gli Elfi, i Giganti... ricordi mistificati ma tenaci degli antichi Dèi nordici, salirono mai?
E se, per sbaglio o per l'ostinazione di una qualche vecchia mammana al servizio di esangui meretrici londinesi, un Pixie, o un Pooka (o un Elfo spogliato dall'aura regale della divinità da monaci grigi, ubriachi di malinconia e avvelenati di virtù) si confuse con l'ombra di un fagotto di stracci, cosa avvenne una volta raggiunta la Terra Promessa dei fantomatici "Pellegrini"?
I deportati incrostati di malattie e corrosi dalla rabbia ricordarono il suo nome? Riconobbero le sue tracce? Rammentavano ancòra i piccoli trucchi che lo avrebbero tenuto a rispettosa distanza? E avevano un fuoco per il racconto?
E la nuova antica Terra come poteva accoglierli?
Troppo affollate di divinità altrui quelle terre sconfinate? Si può anche strappare con la violenza la terra ad un altro popolo, ma come impossessarsi dei sogni multicolori degli Sciamani? Come distinguere il bisbiglio dei conciliaboli del Piccolo Popolo nel fruscio di quelle splendide foglie di oro e di porpora che, come una tovaglia d'altare, ornano le tombe delle ossa gigantesche di animali mitici in cui s'incarnarono gli Dèi di altri popoli?
I Giganti e i Troll - feroci quanto stupidi - avranno riattraversato l'Oceano a piedi, annientati dalla remota estraneità di Dèi piumati, e saranno tornati a farsi giocare e derubare dai loro cari, vecchi nemici, i settimi figli di un settimo figlio alti quanto una pigna?
Dragan Bibin
E gli Elfi e i Folletti, che non possono morire se non di morte violenta, l'avranno invocata, la Morte, in una terra in cui grossi uomini dagli occhi animaleschi, invece di cercare l'oro nelle pignatte custodite all'estremità dell'arcobaleno, tentavano di strapparlo all'acqua e alle rocce, insieme a tutto il resto, finendo, pazzi di fatica e di sospetto, per sorvegliarsi l'un l'altro, molto più preoccupati di ricevere una coltellata nella schiena dal compagno di follia che gli dorme accanto che di tendere l'orecchio al grido agghiacciante della Banshee?
Alan Lee
La Banshee.
Davvero potrò mai credere che quest'altra Dèa degradata a profetessa di morte, l'ombra della mostruosa Morrigan che si mostrò nelle sue sembianze di fanciulla per lavare inutilmente la tunica insanguinata di Cù Chulainn avviato all'ultimo scontro, avrebbe mai abbandonato i ruderi delle morte fortezze, le morte Case dei Guerrieri giganteschi degli Antichi Tempi, i fondatori di dinastie - anch'esse scomparse o comprate dai commercianti di birra e tè - i cui discendenti, per secoli, hanno avuto il terribile privilegio di condividere con Cù Culhainn l'annuncio della propria morte nel livido grido dell'aristocratica Lavandaia di sudarii?
"Morte di Cù Chulainn", Stephen Reid
Billy the Kid - se pure fosse riuscito a udirla - le avrebbe sparato scambiandola per un coyote.
E la Luna avrà mai riconosciuto una delle sue figlie nella puttana infetta seduta a spidocchiarsi accanto alla finestrella dell'alcova dal tetto di lamiera, torrida di afa e di troppi clienti? O si è rassegnata a lasciare la sua immagine - nel mondo dei mondi di cartapesta - sospesa come la faccia bianca e gonfia di un ubriaco sopra uno dei tanti motel di Norman Bates, e se ne è tornata tra le pietre millenarie dei Tumuli, in cerca di una fanciulla che - per l'odio di un'avara matrigna - può cucire solo alla sua luce? E sospirerà fiotti di nostalgia perché la sposa incauta del Serpente o dell'Orso da troppo tempo non leva le sue mani verso di lei per interrogarla sulla strada da prendere per raggiungere l'amante perduto. Sospirerà, ma il fiume ancòra tiepido del corpo della Dèa, per sempre sazio della carne e del sangue del Sacrificio divino è un bel posto per aspettare, e, nel frattempo, specchiarsi.
Mab's Copyright
Louis Rhead
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