Per vedere le piramidi non c'è bisogno di un viaggio in Egitto. Basta andare a Pontassieve, in località Le Sassaie, dove dal nulla sbucano tre colline che hanno la stessa esatta forma dei giganteschi, immortali sepolcri egizi. Come non riconoscere, in quei tre colossi nascosti dietro capannoni industriali, una specie di necropoli di Giza in riva d'Arno? Perché ebbene sì, sono nella stessa posizione di Cheope, Chefren e Micerino. E a rendere più suggestiva questa presenza oscura, ci sono non solo le tracce di insediamenti preistorici, ma anche numerosi avvistamenti ufo. E uno strano ronzio che fa pensare ad uno straordinario campo magnetico. Le piramidi di Pontassieve sono una delle tappe del baedeker Toscana misteriosa, edito da Castelvecchi e scritto da Carlo A. Martigli: una guida in 52 luoghi (uno a settimana) dove si manifestano strani e inspiegabili fenomeni, o che sono stati teatro di efferati delitti tanto da sprigionare un irresistibile, perverso fascino.
All'escursionista del macabro, Martigli - toscano, autore del best seller 999. L' ultimo custode, 100 mila copie vendute, e fiero erede di un capitano di ventura "che disarcionava i guerrieri con delle bolas uncinate, per poi sbudellarli: il mio cognome deriva proprio da quegli artigli" - offre anche locande e ristoranti dove riposarsi e rinfrancarsi dalle emozioni forti. Scordarsi il solito fantasma di Vincigliata. Martigli preferisce spedire il turista dell'horror nel quadrilatero della morte Baccaiano-Scandicci-San Casciano-Signa, i quattro punti cardinali dove operarono i sanguinosi compagni di merende.
O al misconosciuto Museo anatomico fiorentino, in viale Morgagni, che conserva le mirabolanti mummificazioni di Girolamo Segato, un incrocio tra scienziato e stregone. Nell' Ottocento, pietrificava i cadaveri con un procedimento mai svelato; regalò al Granduca di Toscana un tavolino: sembrava di marmo, in realtà era fatto di membra umane.
E ancora, è difficile, ma non impossibile incontrare, a Pontassieve, il regolo, un basilisco che incanta con il suo sguardo, o si può sognare di restare giovani tutta la vita abbeverandosi alla fonte della fata Morgana, sulle colline intorno a Bagno a Ripoli. Persino Pinocchio, tra le mani di Martigli, si trasforma da libro per l'infanzia ad una rappresentazione alchemico-massonica, proprio come Villa Garzoni a Collodi, con il suo sontuoso e metaforico giardino.
Del resto, dice Martigli, la Toscana è così: tanto oro ma, gratta gratta, ecco che spunta il nero più cupo.
Scorpion Dagger
A Magliano, in Maremma, ad esempio: dietro la chiesa della Santissima Annunziata c' è un olivo, forse il più vecchio d' Italia [bum!].
Qui le streghe consumavano i loro riti, e si sono reincarnate in gatti neri che i più fortunati potranno incontrare proprio lì, a fare le fusa intorno ai vetusti e contorti rami.
E a Chiusdino: non lontano dall' abbazia di San Galgano, a sud del Mulino delle Pile, utilizzato dalla pubblicità come marchio di una celebre griffe dolciaria, esistono ancora paludi (chiamate di Sant'Andrea) che inghiottirono decine e decine di donne condannate a morte dalla Chiesa perché reputate fattucchiere. Qui zero gatti. Peggio: si sentono le loro grida.
"I misteri toscani- spiega Martigli - hanno la caratteristica di essere poco leggendari: sono infatti legati a personaggi esistiti e a fatti storicamente documentati". Lui è persino in possesso di qualche prova:"Una costola umana che ho trovato nell' impervio cunicolo che collega la Verruca, fortezza in rovina nei pressi di Calci, alla torre di Caprona". Lì si celano anche i bottini di antiche scorrerie. Ma Martigli ha dovuto accontentarsi di un osso.
E poi, i misteri toscani fanno paura, sì. Ma non rinunciano all' ironia. Chi si reca a Livorno in treno, ad esempio, sappia che a notte fonda, alla stazione, si possono udire i passi della Limonaia, un donnone che vide richiamare il proprio figlio alle armi nel 1940. Il ragazzo morì, e sembrava che la donna se lo sentisse. Perché quando il treno che le portò via il figliolo iniziò a sferragliare, lei lo inseguì con tutta la sua mole esclamando: "Bimbo, quando vai alla guerra buttati bocconi, che le medaglie te le compra tutte mamma".
Fulvio Paloscia -16 luglio 2010
la Repubblica.it
Naturalmente, la gif animata l'ho aggiunta io.
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