giovedì 22 maggio 2014

La Matrigna (Liguria), Beatrice Solinas Donghi

'era una volta un albergatore vedovo che aveva una figlia di una bellezza straordinaria. Quest'uomo si sposò con una donna che, in quanto a bellezza, non era nemmeno da paragonare alla figliastra; tanto che questa matrigna prima incominciò a invidiarla, poi diventò gelosa. E metteva a perdere quel pover'uomo, che alla fine non ne poté più e acconsentì a separarsi dalla figlia, benché lo facesse molto malvolentieri.

Bilibin I.

Dunque un giorno dice a sua figlia:
"Vieni, andiamo a fare una passeggiata".
Si incamminarono, passarono boschi e torrenti. Arrivati in cima a un monte, l'uomo  disse alla figlia di aspettarlo lì per pochi minuti, il tempo di andarle a cercare dei fiori nelle vicinanze. La ragazza aspettò un'ora, poi due, poi fino alla notte, ma era inutile, il padre non tornava. Capì d'esser stata abbandonata e si mise a piangere.
Infine sentì dei passi, andò di dove veniva il rumore e si trovò in mezzo a una banda di briganti. Ma loro, stupefatti dalla sua meravigliosa bellezza, non le fecero alcun male e decisero di prenderla a vivere con loro come una sorella, perché gli facesse le faccende di casa.
Lei visse per parecchio tempo in questa condizione.
Un giorno che stava preparando il pranzo vide venire da quella parte una vecchia, la fece entrare in casa e le regalò tutto quello che poteva farle piacere, invitandola anche a tornare tutte le volte che voleva. La vecchia, che era una strega, le domandò il permesso di venire tutti i giorni per pettinare i suoi bei capelli. La ragazza disse sì per farle piacere, ma l'indomani la vecchia mentre la pettinava le piantò uno spillone nella testa e se ne andò. Tornarono i briganti e trovarono la bella trasformata in statua; ebbero un bel chiamarla, scrollarla, non c'era niente da fare. Decisero allora di tenerla per bellezza, come si tiene una statua, e la piazzarono in un punto dove tutti potevano vederla nel passare.
Il figlio del re un giorno andò a caccia in quel bosco con un gran seguito. Durante la caccia vide da lontano parecchi dei suoi compagni fermi a guardare qualcosa. Si avvicina e vede questa bella ragazza inanimata. La fece subito trasportare a palazzo e chiudere in camera sua, e proibì a tutti quanti, chiunque fossero, di metter piede in quella stanza; ma fu proprio questa proibizione che mise in curiosità i cortigiani, e anche la sorella del principe.
Una volta la sorella riuscì a infilarglisi in camera mentre lui non c'era, e vedendo questa meravigliosa ragazza inanimata e i suoi bei capelli ebbe la fantasia di pettinarla. Pettinandola sentì la capocchia dello spillone, glielo sfilò dalla testa e la bella ragazza ritornò in vita.
Quando venne il figlio del re si accorse subito che era successo qualcosa. Sua sorella gli andò incontro e gli disse di venire a vedere cosa c'era in camera sua.
Appena aprì la porta e vide la ragazza ritornata in vita, lui si slanciò dentro e la pregò che lo accettasse per marito. Si fecero le nozze, ma gli sposi non ebbero che pochi giorni felici da passare insieme difatti, siccome era stata dichiarata la guerra, il figlio del re dovette per forza andarci anche lui e lasciare la moglie in custodia ai genitori....

Natalie Shau

E arriva la Matrigna. La mamma-buona è morta. E il vedovo svolge uno dei suoi due ruoli abituali: seguire l'amata moglie nella tomba, dopo aver doverosamente impalmato un'arpia (spesso con prole), o, per star tranquillo, farsi carnefice della figlia e svolgere la funzione del Cacciatore.
Spuntano anche i Briganti - gran frequentatori delle versioni italiane - e la "sorellina nel bosco" di Propp.
La statua o la bambola tale e quale ad una donna vera (così diffusa in tanti tipi fiabeschi) promuovono il principe da necrofilo a feticista. La strega opera per puro istinto stregonesco.
Nella seconda parte, accantonata, l'intreccio segue i tipi: Bene Come il Sale e/o La Fanciulla Senza Mani, con tanto di falso parto mostruoso, lettere sostituite (dalla rediviva Matrigna), nuova fuga e agnizione finale.

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