C'è un perché.
Intanto, consideriamo le principali differenze.
La "Sorellina" rimane tale dall'inizio alla fine della fiaba. E' una bambina. E non si trasforma, in corso d'opera, in una giovane donna di strabiliante bellezza. Non incontrerà e non sposerà il Re-cacciatore, che, quindi, è assente.
L. Campinoti
Ovviamente, manca anche la seconda parte, con l'accusa di stregoneria, la condanna a morte sul rogo, il salvataggio in extremis.
Sempre procedendo a ritroso, scopriamo che alla bambina non è richiesto neanche l'annoso sacrificio - con relativi divieti - che, nelle altre varianti, la porterà diritta sul suddetto rogo.
Un salto indietro, all'inizio della fiaba.
L'inizio di una fiaba è quella parte strutturale che a Propp interessa meno perché la più variabile, maggiormente influenzata dalla fantasia dell'occasionale narratore. "I Sette Corvi" inizia con un maleficio che determina la "disgrazia", che metterà in moto la trama. E' l'incipit più comune nelle fiabe popolari italiane, e in quasi tutte le altre varianti di matrice contadina.
E parliamo di un'imprecazione impulsiva, sconsiderata perché dettata dalla rabbia del momento, ma gravata dal peso della matrice genitoriale.
Nella edizione del 1812, (dove i corvi sono solo tre), il padre è latitante e la maledizione arriva da una madre bigotta che, al ritorno dalla messa domenicale, sorprende i figli intenti a giocare a carte.
Nella edizione definitiva ritroviamo il motivo ricorrente del padre di molti figli maschi ansioso di procreare una femmina. Incongruente e anacronistico se pensiamo ai tempi in cui queste fiabe nacquero - nella veste che conosciamo - ma anche al tempo in cui furono raccolte e redatte. Ancòra di più quando il padre è un Re, disposto ad uccidere dodici gagliardi e principeschi figli maschi pur di generare un'erede femmina.
Ciò detto, non è che questa variante sia meno "grimmesca", ovvero crudele e spaventosa rispetto a quelle più famose e blasonate. Anzi.
Cannibalismo e auto-mutilazione sono lietamente presenti fra le dolci stelle assise sulle loro seggioline.
Come accade in molte fiabe (quelle russe, ad esempio), il Sole e la Luna sono spaventosi, crudeli e affamati di carne umana. E la Luna è proprio l'Orco canonico di altre celebri fiabe: "Sento odore di carne umana!", che rispecchia il famigerato "Ucci, ucci, sento odor di cristianucci...".
D'altra parte, all'esternazione della Luna fa da controcanto l'esclamazione dei fratelli-animali quando si accorgono che qualcuno ha assaggiato la loro cena:
"E' stata una bocca umana!".
Del resto, nelle fiabe simili a questa, uno dei momenti più delicati e pericolosi è l'agnizione, ovvero il riconoscimento da parte dei fratelli.
La sorella si nasconde e attende di capire come sarà accolta. Spesso, per riuscire a stanarla, i fratelli devono impegnarsi con un giuramento solenne a non ucciderla.
E la "vendetta" contro l'innocente causa della loro disgrazia non è un pretesto valido.
Tanto è vero che il timore della "sorellina" persiste anche in altre trame.
Tanto è vero che, nella prima edizione de "I Dodici Fratelli", i fratelli-corvi uccidono per anni ragazze innocenti. Come Mr Fox, come gli assassini compari de "Il Fidanzato Brigante".
E veniamo al luogo, la canonica casa nel bosco, in cui, però, i fratelli sembrano pericolosi ospiti. I proprietarii guardiani, poi aiutanti della "sorellina" sono una vecchia saggia, o uno gnomo... A volte, la vocazione assassina si trasferisce senza pudori sui soliti "briganti" (v. I Sei Cigni).
Ne "I Sette Corvi", troviamo la Montagna (parente del monte in cui sparirono i piccoli ammaliati dal Pifferaio?), di Vetro, ovvero uno degli elementi tipici dei rituali sciamanici.
Rackham A.
E passiamo all'auto-mutilazione, il trionfo di Propp, che, riferendosi al periodo storico in cui il Rito di Iniziazione vira sempre di più verso un susseguirsi di atti simbolici, parla espressamente di iniziandi sottoposti, al termine della cerimonia finale, alla mutilazione dei mignoli o alla rottura degli incisivi.
Nelle versioni censurate e caramellate, la bambina trova nel fazzoletto, in luogo dell'ossicino di pollo donato dalle Stelle, una piccola chiave d'oro.
Mab's Copyright
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