"Non mi vuoi riportare uno dei gomitoli?", gli chiese la donna.
Il boscaiolo le si avvicinò e si accorse che era ancora più bella di quel che sembrava. Se non avesse dovuto terminare il lavoro sarebbe certamente rimasto a contemplarla. Tornò invece ad abbattere tronchi, e quando, qualche istante dopo, volse nuovamente lo sguardo alla montagna, la donna era sparita. Il boscaiolo aveva sentito parlare spesso di Huldren e Troll e sapeva bene cosa succedeva a coloro che davano troppa confidenza a questi esseri. Durante la notte si coricò perciò in mezzo ai suoi due compagni per sentirsi al sicuro, e decise di non pensare più alla troll.
Ma tutto ciò non servì a nulla, perché la donna lo rapì e lo trasportò in volo all'interno di una montagna, in un posto lussuoso e confortevole.
Per tre giorni e tre notti il boscaiolo rimase prigioniero nella montagna.
Il mattino del quarto giorno si risvegliò, tutto turbato, nel suo solito giaciglio del bosco.
"Che tu sia tornato è una bella cosa - gli dissero i suoi compagni - ma ci hai portato sufficienti provvigioni da casa?"
"Certo - rispose il boscaiolo - vi ho portato dei buonissimi tritelli".
Alcuni giorni dopo, mentre stava inserendo un cuneo in un tronco per poterlo fendere in lunghezza, una affascinante donna gli portò un piatto di tritelli, che avevano un aspetto molto invitante e fumavano belli caldi.
"Mangia", gli disse la donna, sedendosi sul tronco.
Proprio allora il boscaiolo si accorse della lunga coda che le penzolava nella fenditura del tronco.
Senza neppure toccare il piatto, estrasse il cuneo dalla fenditura, così che questa si richiuse imprigionando la coda della donna.
L'uomo cominciò poi a pregare ad alta voce, e la troll, urlando e bestemmiando, Iniziò a tirare la sua coda, e infine la strappò e volò via.
Da quel giorno il nostro boscaiolo divenne alquanto strano e cominciò a trascurare il lavoro; non aveva il coraggio di recarsi nel bosco, rischiando di incontrare la troll.
Dopo quattro anni, tuttavia, spinto dalla necessita di lavorare, tornò nel bosco. Mentre si dirigeva nel luogo stabilito, si trovò all'improvviso, senza sapere come, davanti a una casa in cui abitava una vecchia così brutta che al nostro boscaiolo vennero i brividi. Tra i ceppi d'albero giocava un bambino di quattro anni, arruffato e squamoso. La vecchia prese dalla casa un boccale d'acqua e lo porse al bimbo con queste parole:
"Su monello, vai da tuo padre e portagliene un sorso".
Il boscaiolo, a quelle parole, cominciò a tremare e fuggì terrorizzato verso il paese.
Da quel giorno, nonostante le insistenze dei compagni, non volle mai più mettere piede nel bosco.
J. Bauer
"La Troll nel Bosco" (Scandinavia), da: "Norske Huldreeventyr og Folkesagn", di P. C. Asbjørnsen.
Da notare la scena dell'agnizione finale, comune a "La Fanciulla Senza Mani", sia la variante più antica che quella con santificazione, ma anche alle fiabe-novelle del tipo "La Moglie/Sorella Calunniata". Sembrerebbe la risposta grottesca a quel finale, in realtà, è l'esatto contrario.
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