martedì 11 giugno 2013

I Misteri delle Danze Notturne

Non è una fiaba diffusa in Italia, né in tutta l'area del Mediterraneo, non compare nella Madre di Tutte le Fiabe, il Pentamerone, e neanche, molto più modestamente, nella raccolta di Calvino. Ma, in generale, in Europa, non ho trovato molte versioni: soprattutto, non esistono significative varianti.
Alcune costanti:

1) Il padre delle “ballerine” è quasi sempre un re, o, comunque, un uomo facoltoso e potente nella sua comunità. All'interno delle dinamiche fiabesche, invece, ha un ruolo passivo, come molti “colleghi”. Pensiamo al padre della crudele Principessa degli Indovinelli. Si limita a fare il boia delle vittime della sua capricciosa ed incontrollabile prole.

2) Il “ballo”, anzi, le forsennate feste danzanti a cui le principesse partecipano ogni notte si svolgono immancabilmente nel Regno Sotterraneo, nell'altro Regno.

3) A parte la famosa e scontata simbologia del ramo d'oro strappato nell'altro regno e portato come prova del “viaggio”, il Reame sotterraneo è un reame pietrificato, in cui il sole non penetra, in cui regna una eterna notte illuminata da globi d'oro e di diamanti che mimano la Luna e le Stelle, e gli alberi non sono che raffigurazioni preziose della natura terrestre. (Il viaggio in barca ne “Il Fantasma dell'Opera”, tra torce che s'accendono sulle acque scure di un improbabile lago sotterraneo mi ha sempre ricordato questa fiaba).

4) E' costante l'atteggiamento delle principesse, e, di conseguenza, la loro natura. Teoricamente, vittime passive, prigioniere di un malefico quanto misterioso sortilegio (non se ne spiega mai l'origine), sono, in realtà, estremamente lucide e determinate nel nascondere le fughe notturne che attendono con ansia e per cui si preparano lietamente. Il nemico non è il misterioso “zar stregato” del Mondo sotterraneo, ma il povero soldato che tenta di svelare il segreto e sciogliere l'incantesimo. La sorella maggiore è guida e custode. Tutte, lei in particolare, sembrano indifferenti alla sorte dei malcapitati che hanno pagato con la vita il tentativo di liberarle. Trattano il soldato con divertito disprezzo e ironica pietà. E ostentano gran divertimento nell'ingannarlo, pur sapendo di condannarlo a morte certa. Infine, una volta scoperte, sembrano più rassegnate al loro destino che sollevate.

5) I principi “danzanti”.
In alcune versioni sono anch'essi vittime d un incantesimo speculare a quello che lega le principesse, per cui, sciolto il sortilegio, le sposano. In altre, non se ne parla affatto. In altre ancòra, sicuramente le versioni più antiche, vengono giustiziati in quanto carnefici o complici e non vittime, evidentemente.

6) Torno all'affermazione iniziale: non è un motivo fiabesco diffuso in Italia. Questo si limiterebbero a sottolineare i noiosi ragionieri della Fiaba, chiudendo qui il discorso (e il cervello). Se non leggessero sempre gli stessi libri e non si limitassero a classificazioni partorite da altri, magari racconterebbero una storia popolare molto diffusa in tutta Italia, una storia di streghe.
In questo tipo, il ruolo del povero soldato è ricoperto da un ragazzo di paese caduto nei lacci seduttivi di una bella ragazza “chiacchierata”. Spesso, la ragazza abita in un paese vicino ed impone al fidanzato di non farle visita in determinate sere della settimana, il che suscita i suoi primi sospetti. Poi, qualche anziano lo spinge a spiare la sua fidanzata per scoprire cosa faccia nelle sere che gli sono interdette. [Ed entriamo nel tipo “La Moglie Strega” di cui ho già postato un paio di esempi: l'ignaro marito che spia la moglie nelle sue fughe notturne e finisce per seguirla al sabba].
Torniamo al fidanzato.
Scopre che la ragazza, nottetempo, sale su di una barca senza remi né barcaiolo, in compagnia di altre donne ( due o sei), e salpa per lidi ignoti. Il ragazzo decide di seguirla, e, una notte, si nasconde nella barca prima dell'arrivo delle donne. C'è sempre una strega che guida il drappello e che si installa a prua gridando.” Barca, va' per tre (o “per sette”)!”, e la barca vola velocissima sulle acque. Naturalmente, la notte in cui l'intruso è a bordo, la barca non si sposta di un millimetro. La strega-capo, allora, si rivolge immediatamente alle compagne di viaggio: “Qualcuna di voi è incinta?” ... Perché la matematica non è un'opinione e perché le streghe hanno un grande spirito pratico.
Non c'è lieto fine. Scoperta la natura della ragazza, il fidanzato sparisce.

7) E, a proposito di “compagne di viaggio”, la principessa delle fiabe del tipo “Il Morto Riconoscente” (insieme con le fanciulle-zar assassine di molte fiabe russe), quella pazza d'amore per il ripugnante stregone (o drago, o serpente, o ghoul...) o la principessa de "Il Compagno di Viaggio", di H.C. Andersen, che, munita di grandi ali nere, vola nella notte per raggiungere il suo amante, è strettamente imparentata alle principesse danzanti, anche se è tutto più esplicito. Quanto può essere esplicita una fiaba.



Le Cain E.

Ma esistono anche eroine liberatrici di principi stregati (e non parliamo del solito Sposo Animale). Sono senza dubbio le versioni più antiche di questo tipo fiabesco. E' sempre così. Ci sono delle differenze: i principi sono (o sembrano) realmente vittime passive di un incantesimo. E si comportano come tali. E le cose vengono chiamate con il loro nome. Pensate al “Palazzo dell'Omo Morto”, fiabe estreme, in cui, fuor di metafora, l'Eroina veglia un uomo morto, il solito principe stregato, non un Bello Addormentato. Perché la Bella Addormentata è una morta, esattamente come Biancaneve. Ma questa è un'altra storia.
In questo Blog, ho postato due fiabe riconducibili al tema: una piccola fiaba siciliana raccolta dal Pitrè,  "Le Mie Tre Belle Corone", e una fiaba dalla raccolta di Calvino, di cui esiste anche una variante siciliana, sempre segnalata dal Pitrè, "Il Pappagallo".

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