"Godi l'amore, giovane
Canta e balla in allegria
Dopo l'avemaria
Balleremo e canteremo noi"
Flint W.R.
Perché quello era un segno che la Dama era un essere magico, una fata, una "salvana" delle acque.
"Vieni! - disse la Dama al ragazzo con voce melodiosa - Vieni!"
Zanut seguì la Fata in un palazzo che sembrava d'aria, pieno di bestie strane, liocorni e lupi bianchi, cani neri e volpi argentate. Zanut si innamorò della Dama perdutamente. Ma quando andava al torrente per gli appuntamenti, la Dama chiedeva sempre regali, oppure diceva:
"Portami il piccolo angelo di pietra che sta sull'acquasantiera della chiesetta sul monte". Zanut obbediva.
La madre era molto preoccupata perché vedeva il figlio magro, agitato, stanco. Una volta zitta zitta lo seguì. E vide la Fata sul torrente, i conigli selvatici che danzavano, il pettine d'oro e capì che suo figlio era stregato, in balia delle forze del male. Ma che poteva fare? Piangendo, tornò a casa.
Zanut disse alla Dama: "Signora, ti voglio sposare". "Va bene - disse lei - ma devi portarmi il cuore di tua madre per i miei animali. Loro mangiano solo pietanze delicate."
Zanut rabbrividì e pianse. Non volle andare più al torrente. Ma dopo tre giorni, la notte, sentì la canzone della Dama che lo chiamava:
"Godi l'amore, giovane
Canta e balla in allegria
Dopo l'avemaria
Balleremo e canteremo noi."
Da: "Fiabe del Friuli Venezia-Giulia", di Cecilia Gatto Trocchi. (Fonte orale).
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