mercoledì 19 giugno 2013

La Fata del Colombéra e il Changeling in Italia

a Fata viveva sola con suo figlio, nella grotta sul Monte Colombéra. L'orchetto era gobbo e sbilenco, e il suo volto era pieno di rughe, come una mela vizza a primavera.
La madre, stanca di vederselo davanti così brutto, mise gli occhi su un bimbo del paese, biondo e grassoccio che era uno splendore... Lo rapì, per tenerlo con sé e abbandonò sotto un castagno, su un mucchio di foglie, il nanetto sgraziato.
Lo trovarono, di lì a qualche po', due ragazza che passavano nel bosco; videro che si reggeva a stento sulle gambe malferme e, prese da pietà, lo portarono a casa, gli diedero da mangiare e cercarono di sapere chi fosse.
Ma l'orchetto non rispondeva a nessuna domanda, non c'era verso di fargli aprir bocca.
" Parlerà, parlerà - disse l'anziana comare - Cercate in tutte le case quanti gusci d'uovo vi sia dato trovare; allineateli tutt'intorno alla pietra del focolare, e sedete il gobbetto su uno sgabello, davanti al camino acceso".
Fecero come la vecchia aveva detto. Ed ecco che l'orchetto, scuotendosi dal suo torpore, gridò nel dialetto di Perloz:

" Nella mia vita vidi i campi arati
tre volte già sostituire i pineti;
già tre volte rinacquero gli abeti
sopra le verdi distese dei prati:
ma non conosco questo strano gioco
di metter tanti gusci intorno a un fuoco".

L'intero paese assisteva alla scena, ed a quelle parole trasecolarono tutti.



Lynch P J


"Possibile che sia vecchio come dice? Che abbia visto davvero tante cose?", si domandavano l'un l'altro, sbalorditi.
"Le ha viste, le ha viste! - disse la vecchia comare - Non può essere che il figlio della Fata."
"Com'è che l'ha perso nel bosco?"
"Non l'ha perso, ora è chiaro come stanno le cose: l'ha lasciato di proposito, scambiandolo col bambino che ha rubato."
Quel bambino, i genitori l'avevano cercato a lungo, disperati, aiutati dalla gente del paese; ma non s'era trovata alcuna traccia e, per finire, s'era pensato fosse caduto in un burrone.
"Ma allora, se nostro figlio ora sta con la Fata, come potremo portarglielo via?" domandò la madre.
"Il modo c'è, ascoltatemi bene - decretò la comare - Prendete l'orchetto, e salite con lui alle grotte. Quando sarete arrivati vicino, bastonate il gobbetto di santa ragione, perchè strilli forte e lo senta la Fata. Uno di voi tenga d'occhio l'entrata delle caverne, per vedere da quale esce fuori, e, appena lei correrà a difendere il figlio, entri dentro a riprendersi il bambino."
"Ma uscirà?"
"Uscirà, uscirà - assicurò la vecchia - Ama suo figlio persino lo stregone."
Accadde proprio come aveva detto. Sotto i colpi, l'orchetto incominciò a piangere e a gridare, e la madre si precipitò in suo aiuto, non sapendo resistere al richiamo.
Così il bimbo rapito tornò a casa.

J.J. Christillin, "Légendes et récits recueillis sur les bords du Lys", Aoste, 1970

Vedi gli appunti e le note ne "La Distillazione dei Gusci d'Uovo", raccolta da Yeats.

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