martedì 11 giugno 2013

Il Pappagallo, Storia di una Principessa Esorcista, da Calvino

'era un volta un Re che aveva una figlia. Era figlia unica, senza fratelli né sorelle e non aveva con chi giocare. Allora le fecero una bambola grande quanto lei, col viso come lei, vestita come lei. Dappertutto dove andava si portava dietro questa bambola e non si capiva chi era lei e chi era la bambola. Un giorno mentre il Re con la figlia e la bambola andavano in carrozza per un bosco, li assaltarono i nemici e ammazzarono il Re e portarono via la figlia, e la bambola rimase nella carrozza abbandonata. La ragazza si mise a piangere così forte, che i nemici preferirono lasciarla andare e così lei se ne andò sola per il bosco. Arrivò alla Corte d'una Regina e ci si mise a servizio. Era tanto brava, che la Regina le si affezionò.


Abbey E.A.


Le altre serve cominciarono a portarle invidia e per farla cadere in disgrazia le dissero: "Sai, la padrona ti vuol proprio bene e ti dice tutto; ma non t'ha detto una cosa che noialtre sappiamo e tu no: cioè che aveva un figlio che è morto".
La ragazza allora andò dalla Regina e le disse: "Maestà, è vero che lei aveva un figlio che è morto?" A sentir quelle parole, la Regina quasi svenne; bisogna sapere che guai se lo sentiva ricordare, anzi aveva messo la pena di morte per chi le parlasse di quel figlio morto. Anche la ragazza doveva essere condannata a morte, ma la Regina ne ebbe un po' pietà e la fece rinchiudere in un sotterraneo. Chiusa nel sotterraneo, la ragazza si disperava: non volle toccar cibo e passò la notte a piangere. A mezzanotte stava lì piangendo, quando sentì rumore di catenacci e vide passare cinque uomini: quattro erano maghi e il quinto era il figlio della Regina loro prigioniero che lo portavano a fare quattro passi. Alla mattina i carcerieri videro che la prigioniera non aveva mangiato e lo riferirono alla Regina. La Regina la chiamò, e la ragazza le disse che suo figlio era vivo, prigioniero di quattro maghi nel sotterraneo, e ogni notte a mezzanotte lo portavano a fare quattro passi. La Regina mandò giù dodici soldati armati di pali di ferro, che ammazzarono i maghi e liberarono il figlio della Regina. E la Regina lo diede come sposo alla ragazza che lo aveva salvato.

La ragazza non volle sposare il figlio della Regina. Si accontentò di una borsa di monete e d'un vestito da uomo e andò in un'altra città. Il figlio del Re di questa città era malato e nessun medico era buono a guarirlo: da mezzanotte fino al mattino, stralunava e straparlava come un dannato. Arrivò la ragazza vestita da uomo e disse che era un medico forestiero; e che lo lasciassero una notte col malato. Prima cosa, guardò sotto il letto e vide che c'era una botola. Scese giù per quella botola e si trovò in un lungo corridoio, con un lume in fondo. La ragazza andò fino a quel lume e vide una vecchia che faceva bollire in una caldaia il cuore del figlio del Re; perché quel Re aveva fatto morire il figliolo di quella vecchia. La ragazza le portò via il cuore dalla caldaia, lo fece mangiare al figlio del Re e lui guarì. Il Re disse: "Avevo promesso metà del mio stato al medico che avrebbe guarito mio figlio, tu sei una donna, sposerai mio figlio e diventerai Regina".

La ragazza vestita da medico, non volle sposare neanche quel figlio di Re e tornò a andar via, e andò a un'altra città dove c'era il figlio del Re stregato che non poteva parlare. La ragazza si nascose sotto il letto e a mezzanotte vide che entravano due streghe dalla finestra, gli toglievano una pietruzza di bocca e allora lui parlava; prima di andarsene gli rimettevano in bocca la pietruzza e lui restava muto. La notte dopo, quando le streghe posarono la pietruzza sul letto, lei tirò le lenzuola, la fece cadere e se la mise in tasca. Alla mattina le streghe non trovarono più la pietra e dovettero scappare. Il figlio del Re era guarito. La ragazza fu nominata medico di Corte.

La ragazza non volle restare come medico di Corte e andò in un'altra città. Là dicevano che il Re di questa città era impazzito. Aveva trovato una bambola in un bosco e se n'era innamorato: stava chiuso nella sua stanza a contemplarla e piangeva perché non era una donna viva. Si presentò la ragazza: "Questa è la mia bambola!", esclamò.
"E questa è la mia sposa!", disse il Re vedendola identica alla bambola.

Calvino n.15, “Il Pappagallo

Tratta da due fiabe (sic!) del Comparetti, una del Monferrato e una pisana. Calvino, nelle note, riporta di averne trovate di simili, oltre che in Piemonte e in Toscana, anche in Calabria, Sicilia (Pitrè) e Sardegna.

E' una "fiaba nella fiaba". Ho eliminato la cornice per concentrare l'attenzione sulle vicende di questa principessa esorcista-sciamana che vede i morti, gli stregati e gli incantatori come la ragazza di "Le Mie Tre Belle Corone". E' talmente colma di motivi evidenti e nascosti che la rammenterò, parlando di altre fiabe.

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