La fata era splendente di bellezza, ed aveva i capelli d'oro fino.
Un contadino della vallata perdutamente se ne innamorò: non faceva che pensare a lei, e della moglie non gl'importava più.
La fata, lusingata, gl'insegnò il sentiero che portava al suo antro, e lì l'attendeva ogni sera, per trascorrere la notte con lui.
A lungo pianse la sposa abbandonata, nel grande letto vuoto; poi prese a vagare nel buio lungo il torrente di Réchanté, chiamando il marito infedele.
Il lamentoso grido giunse fino alla grotta, e la fata se ne infastidì. Sciolse il nastro d'oro con cui raccoglieva i capelli, e lo diede all'amante.
"Porta questa cintura in regalo a tua moglie, per consolarla d'averla lasciata: appena se la sarà legata alla vita, tutti i tristi pensieri svaniranno."
L'uomo, tornato a casa, diede alla sposa il nastro della fata. "Legalo alla vita", le raccomandò.
Ma lei, ben sapendo da chi lo aveva avuto, chiese consiglio a un'anziana comare.
"Prova prima a passarlo intorno a un tronco ", consigliò saggiamente la vecchia.
La donna legò il nastro d'oro intorno a un annoso castagno, e, sull'istante, l'albero si mise a tremar dalle radici, come scosso da un vento furioso; le foglie s'accartocciarono, staccandosi morte dai rami, ed ampie crepe nerastre spaccarono la scorza.
Soltanto allora il contadino capì quale fosse l'intento dell'amante.
"Buon Dio! - esclamò inorridito - Quella strega voleva farmi uccidere mia moglie!".
L'abbracciò forte, per farsi perdonare, e non l'abbandonò mai più.
Higham B.
di J.J. Christillin, "Légendes et récits recueillis sur les bords du Lys", Aoste, 1970
"La Fata del Monte Colombéra" è, in unico post, anche QUI , nella sezione Dietro Questa Porta del Forum.
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