In una storia, dall'antefatto comune a tante altre, come quella di Hansel e Gretel, un fratello e una sorella vengono più volte abbandonati nel bosco da una matrigna e nonostante lo stratagemma della cenere lungo il percorso, rimangono nel bosco per tre giorni e tre notti.
A un certo punto i due incontrano un drago che si allea o si sposa con la sorella del ragazzo; in seguito a questa curiosa unione il drago e la ragazza trovano che il fratello di lei è di troppo e decidono di sopprimerlo.
Il ragazzo, salvatosi grazie all'aiuto di una volpe, di un lupo e di un orso, uccide il drago e punisce la sorella.[1]
La storia di Bussuioc e Siminoc è invece una specie di versione del principe e il povero (un servo).
I due entrano nel bosco per gioco e ne rimangono affascinati: Quando videro la bellezza dei boschi rimasero a bocca aperta.
Non avevano visto simili meraviglie da quando erano al mondo.
Quando il vento soffiava e le foglie frusciavano sembrava di sentire il vestito di seta di una principessa sfiorare l'erba del prato....
I ragazzi si sdraiano sotto un albero a contemplare quell'atmosfera di sogno.
Ma il ritorno alla realtà è molto duro.
Bussuioc scompare durante una battuta di caccia. Siminoc, geloso perché pensa che sia fuggito con la fanciulla del bosco, va a cercarlo e quando trova l'amico morto in fondo a un pozzo, muore di crepacuore. Alla fine i ragazzi si trasformano in due stelle.
Tugulea è un povero ragazzo disgraziato senza gambe che un giorno chiede ai fratelli di portarlo a caccia nel bosco con loro e si dimostra sorprendentemente abile nel colpire le prede.
I ragazzi continuano a cacciare nella boscaglia per tre giorni e l'ultima notte Tugulea fa un sogno in cui supplica una fata di farlo guarire.
All'insaputa dei fratelli egli acquisisce dei poteri magici e parte alla ricerca delle sue vene rubategli da un drago.
Dopo una serie di vicissitudini Tugulea uccide il drago, guarisce e sposa una principessa.[2]
Vi è poi il motivo ricorrente del padre che vuole che i figli veglino la sua tomba dopo la sua morte.
I primi due riescono a scacciare lo spirito della notte, il terzo invece lotta contro di lui tutta la notte e al mattino, quando il gallo canta, si ritrova in un bosco e si smarrisce.
Dopo varie peripezie egli riesce a sconfiggere sette draghi e a liberare la solita principessa. [3]
Nelle leggende rumene compaiono spesso le tre vecchie divinità del destino, simili alle Moire greche; queste vecchie appaiono quando nasce un figlio da un'anziana coppia e gli predicono avversità e fortuna.
Il ragazzo, grazie all'aiuto di un libro magico, riesce a superare varie disavventure e a ritrovare la via dopo essersi smarrito in un bosco.[4]
In un'altra leggenda ricorre il motivo della freccia del destino.
I figli di un re tirano dall'alto di una torre una freccia; nel punto in cui cadrà si compirà la sorte di ognuno di loro.
Il terzogenito colpisce un albero in un bosco lontano; dopo una lunga ricerca lo trova grazie all'aiuto della regina delle Fate, che egli poi sposerà.[5]
Ancora il destino è protagonista nella leggenda della giovane figlia di un re alla quale viene predetto che sposerà un principe tramutato in porco.
Dopo il matrimonio però il principe porco scompare.La ragazza lo cerca disperatamente, e chiede aiuto alla madre del vento la quale le dice che il marito si trova in un bosco grande e fitto dove l'ascia non è ancora arrivata, e che si è costruito una specie di capanna fatta di arbusti e rami intrecciati.
La fanciulla entra allora nel bosco e cammina fra gli arbusti fitti fitti per tre giorni e tre notti, senza riuscire a trovare l'amato.
Per un giorno e una notte rimane sdraiata sul terreno erboso a riposare, senza mangiare e bere nulla.
Finalmente quando gli tornano le forze, riprende a camminare, e scorge una specie di capanna, uguale a quella che le aveva descritto la madre del vento.[6]
Tracce indicative del vampiro rumeno si trovano in alcune storie che parlano dello "strigoi", un fantomatico personaggio che si dice compaia spesso avvolto da una specie di nebbia, punteggiata di luci.
D'altra parte il famoso Dracula di Bram Stoker presenta diverse analogie con questa figura leggendaria, e la scelta della Transilvania come sfondo ambientale non è casuale: nella regione di Bistrita viveva infatti una antica famiglia chiamata Szeckler ma soprannominata "Ordog", equivalente ungherese della parola "Dracul", che in rumeno significa "diavolo". [7]
Gli abitanti di questa regione, nel famoso romanzo, pronunciano infatti la parola "ordog", quando il protagonista Jonathan Harker viaggia in carrozza verso il Borgo Pass.
Queste ipotesi trovano una conferma nell'opera "Il ramo d'oro", in cui lo studioso James Frazer fa notare che fra le popolazioni rumene della Transilvania esisteva una vasta documentazione sui vampiri, e osserva tra l'altro che l'aglio, il noto antidoto, era un rimedio naturale tipico di queste zone, e che il modo stesso di uccidere il vampiro (mediante decapitazione, o trafiggendogli il cuore con un cuneo) descritto nel romanzo di Stoker, trova puntuale riscontro nelle varie credenze del folclore rumeno e dell'Est europeo.
Anche la metamorfosi in pipistrello (oltre che in lupo) può essere collegata al vampirismo di un certo folclore transilvano.
Sui vampiri letterari è inutile dilungarsi: da Emily Gerard, a Charles Nodier, a Polidori, alla celebre Carmilla di Le Fanu fino ad altri autori famosi come lo stesso Maupassant.
Letteratura e cinema hanno sfruttato a fondo questo filone, ma il materiale documentario è spesso irreperibile e di difficile consultazione. D'altra parte la stessa collocazione del vampiro tra le creature caratteristiche del bosco risulta dubbia: spesso egli è infatti il signore di un castello situato in cima a una montagna. Il bosco comunque è quasi sempre presente, almeno come sfondo alla vicenda.
Le leggende più antiche sono ricche di esempi di vampirismo: in Mesopotamia e in Egitto erano i morti, che succhiando il sangue potevano tornare in vita; in Perú gli adoratori del demonio succhiavano il sangue ai bambini addormentati; un vampiro indiano, Baital, venne trovato appeso a un albero come un pipistrello; le stesse Cicladi, le famose isole greche, abbondavano di vampiri.
La Transilvania in ogni caso, non smentisce la sua fama di terra di vampiri: all'inizio del secolo scorso i casi segnalati furono numerosi specialmente nel nord, nella zona del famoso romanzo di Stoker.
Una supposizione attendibile è che i mongoli del Tibet, che credevano nel dio pipistrello e nei vampiri, siano emigrati anche in Transilvania.
Tali credenze sono particolarmente vive fra gli Székely della Transilvania che si proclamano discendenti degli unni; secondo la leggenda lo stesso Attila morì in seguito al morso di un pipistrello. Lo "strigoi" femmina pare che sia più terribile del maschio: è uno spirito che può apparire anche con sembianze di lupo, corvo o altro animale; dorme durante il giorno e di notte si incontra con altri spiriti maligni o creature del male.
Le "strigoiche" succhiano il sangue dei bambini, rovinano i matrimoni, danneggiano i raccolti e sono portatrici di disgrazie.
Per completare questa breve esposizione occorre almeno accennare ad altre creature fantastiche come lo "sburator", un bell'uomo che entra nella case attraverso le finestre, come Dracula, per baciare le donne che il giorno dopo si sentono inquiete e turbate.
Lo "zmeu" rapisce invece i figli dei potenti, ha una specie di coda pelosa e come lo "sburator" vola di notte; il "vircolac" è associabile al lupo mannaro: gli si attribuiscono anche poteri di controllo sulle fasi lunari.
La figura del "pricolici", infine, è più vicina a quella del vampiro tradizionale: si tratta di un morto vivente che esce di notte dalla tomba sotto forma di uomo, di lupo o di cane; questo spiegherebbe anche il raggelante ululare dei lupi come segnale della presenza dei vampiri.
Da: "Il Bosco - Miti, Leggende e Fiabe", A.Mari e Ulrike Kindl.
Zhong Biao
[1] E' il motivo "Latte di Fiera", (di cui abbiamo un esempio anche nella raccolta di Calvino), diffuso in tutto il mondo, ma proveniente dal Medio Oriente. Esistono diverse varianti siriane, palestinesi, ecc.
[2] Sia il motivo dell'Eroe senza gambe che "il furto delle vene" sono molto diffusi nelle fiabe russe (v. la raccolta di Afanas'ev).
[3] Anche la veglia richiesta dal padre sulla propria tomba è diffuso (in Europa). Propp ne parla diffusamente, partendo dalle fiabe russe. E' il prologo di fiabe del tipo "Il Cavallino Gobbo".
[4] E' il motivo de "Il Predestinato".
[5] "La Fata Paribanu", dalle Mille e una Notte.
[6] "Il Re Porco" italiano. Motivo de "Lo Sposo Animale" che discende direttamente da Amore e Psiche.
[7] Credo che il termine abbia a che fare con "drago" più che con "diavolo". Del resto, se la credenza nel vampirismo era diffusa in Romania, non era legata alla figura di Dracula, "Il Figlio del Drago" o "Il Drago", dal soprannome paterno. Dracula, a lungo prigioniero, da ragazzo, dei Turchi, li combatté strenuamente e crudelmente, ed è popolarmente vissuto come estremo baluardo del nazionalismo rumeno e della libertà europea. E' un po' la sorte ambivalente toccata al "feroce Saladino". Posto due leggende romene a sfondo storico, La Giustizia di Dracula e Dracula e i Mendicanti, che illustrano questa visione del personaggio.
Mab
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