Il nome completo della Dèa è Amaterasu-ô-mikami, ovvero "La Grande Dèa che Brilla nel Cielo". Viene anche chiamata O-Hiru-me-no-muchi "La Grande Dèa del Sole". Sì, perché nel Pantheon giapponese, il Sole è una divinità femminile, mentre la Luna è una divinità maschile. (Anche nella mitologia pre-islamica, il Sole è declinato il femminile, il che ha creato non pochi fraintendimenti nell'immaginario europeo, ricco di motivi mitologici, leggendari e fiabeschi provenienti dal Medio e dall'Estremo Oriente!).
Due giovani Dèi, Izanagi e Izanami, fratello e sorella, erano discesi dalle sfere celesti, e, con la Lancia sacra avevano estratto dal fondo del mare le isole dell'arcipelago giapponese, e avevano dato vita ad una stirpe divina, ma, nel dare alla luce il Dio del Fuoco, Izanami si ustionò orribilmente e precipitò nell'Oltretomba (Yomi-tsu-kuni). Come Orfeo, Izanagi, scese negli Inferi per riprendersi l'amata sposa, ma non ebbe sufficiente pazienza e la vide orribile e brulicante di vermi, interrompendo così la sua rigenerazione e provocando la sua eterna vergogna. Con un enorme masso, bloccò per sempre la bocca degli Inferi, mentre la sposa-sorella gli urlava che, per punirlo, avrebbe inviato i suoi spiriti sulla Terra e avrebbe ucciso ogni giorno mille uomini.
Un'altra versione, lo vede, novella Proserpina, risalire disperato dagli Inferi perché Izunami aveva assaggiato il cibo dell'Oltretomba e non poteva più tornare sulla Terra.
Dopo la permanenza negli Inferi, Izanagi si sottopose ad un rito purificatore, nel corso del quale generò una moltitudine di Dèi. Infine, dal lavacro del suo occhio sinistro, nacquero Amaterasu, la Dèa del Sole e dal lavacro dell'occhio destro, Tsuki-yomi-no-mikoto, il Dio della Luna.
Dal lavacro del naso, nacque Susano-ō, Dio del Mare e delle Tempeste. Quest'ultimo, insoddisfatto, turbolento e irriverente, imperversò sulla Terra provocando distruzioni e sconvolgimenti, poi salì in Cielo, profanandolo con gravi atti.
Amaterasu, che aveva pazientato a lungo, furiosa ed umiliata, si rifugiò in una profondissima grotta e ne sbarrò l'ingresso con un enorme masso. Immediatamente, le Tenebre si impadronirono del mondo. Disperati, gli Dèi si radunarono lungo la Via Lattea, il ponte che conduceva alle dimore celesti, levando alti lamenti, finché il saggio Omoi-kane ebbe un'idea. Chiese al dio Ama-tsu-mara di forgiare un grande specchio, che fu collocato davanti all'ingresso della grotta. Ame-no-Uzume, la Dèa delle Danze, si cinse di edera il capo e, rovesciato un calderone di legno accanto all'Albero sacro e in prossimità della grotta, vi salì sopra, e prese a danzare mentre tutti gli ottantamila Dèi battevano il tempo e il calderone rimbombava sotto i suoi piedi. In preda alla frenesia della danza*, Ame-no-Uzume prese a spogliarsi un po' per volta, suscitando la rumorosa ilarità degli altri Dèi.
Naturalmente, Amaterasu udì le fragorose risate e si meravigliò e si allarmò, poiché immaginava i suoi fratelli sprofondati nelle Tenebre e nella disperazione. Aprì, quindi, un piccolissimo spiraglio per sbirciare la scena, lasciando filtrare una sottile lama di Luce celeste. Il suo sguardo cadde sulla sua immagine riflessa dal grande specchio: l'avevano forse sostituita con una nuova, luminosa Dèa del Sole? Amaterasu, allora, si sporse ancòra di più e il dio Taji-kawa-ō la afferrò per la vita e la trasse fuori dalla caverna. La Luce tornò nell'Universo. Susano-ō fu esiliato e Amaterasu tornò ad elargire la Conoscenza agli uomini, e insegnò loro l'agricoltura, la coltivazione del riso, l'allevamento del baco da seta e la tessitura, divenendo la divinità più importante del Pantheon shintoista e, in epoca molto più tarda, l'augusta progenitrice della dinastia imperiale. Infatti, il suo tempio più importante ha per sacerdotessa una principessa reale.
* Origine delle danze Kagura, forma embrionale del teatro giapponese.
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