venerdì 8 novembre 2013

Henno e la Fata del Bosco - Le Spose Soprannaturali

Questa è la storia, o la leggenda, di un amore fra un Essere soprannaturale e un Mortale messa per iscritto in epoca medievale da Walter Map, arcidiacono di Oxford nel XII secolo e cronista scrupoloso delle antiche storie in cui credeva fermamente. Originario del Galles, riporta con particolare interesse le "cronache"della Terra natale, che per lui non sono leggende, o men che meno fiabe, ma, appunto, antiche storie tradizionali. Come dimostrerò, questa moglie-Fata in versione sinistra è ben presente nel Tempo e nelle tradizioni popolari di tutto il mondo.

Baddeley J.



iamo sulle coste della Normandia. Un cavaliere appartenente ad una nobile casata, Henno dai Grandi Denti, attraversando un'antica foresta non lontana dalle rive del mare, si imbattè in una giovane donna di grande bellezza che, tutta sola nel folto del bosco, piangeva sconsolatamente. Come si è detto, era bellissima, vestiva come una regina ed era in preda al più grande sconforto. Henno non poteva restare indifferente davanti ad una simile visione: dapprima sospettò un agguato, poi, tutto preso dalle grazie dell'infelice sconosciuta, ritenne ch'ella fosse una qualche creatura celeste, fatta "della materia di cui sono fatti i sogni", che piangeva di nostalgia per il suo paradiso perduto . Quindi, si inginocchiò ai suoi piedi e le rivolse queste parole: "O ornamento, il più dolce e luminoso del mondo, sia che lo splendore del vostro viso sia di una creatura mortale, sia che voi siate una divinità scesa sulla Terra a mostrarsi benignamente ai suoi adoratori, mi rallegro dal profondo del cuore di essere colui che la Fortuna ha messo al vostro servizio. Chiedete e sarò il vostro schiavo e protettore!" La giovane sembrò rasserenarsi a queste parole e gli rispose con una voce la cui dolcezza nulla aveva di umano: "O nobile cavaliere, non fu per mia scelta che mi ritrovai spersa in questa grande foresta. Una orribile tempesta mi allontanò dalla nave che mi conduceva sposa al re di Francia. I marinai tentarono disperatamente di governare il vascello e dirigerlo verso di me, ma tutto fu inutile. Io e la mia compagna fummo salve, ma sole e sperdute ..."
E quando pronunciò la parola "compagna", un'altra fanciulla si materializzò al suo fianco...
"Per timore delle fiere o di uomini malvagi che potrebbero assalirci, accetteremo volentieri la protezione che ci offrite, in attesa del ritorno della nave. "
Felicissimo, Henno scortò le due giovani fino al suo castello, dedicando loro ogni premura per tutto il tragitto. Condotta la sconosciuta nella sua Casa, non passò molto tempo e si unì in matrimonio a quel "seducente flagello", e da loro nacquero splendidi figli. La giovane castellana seguiva in tutto l'esempio della pia madre di Henno, alla quale era stata affidata quando era arrivata sola e disperata. E, poiché l'anziana Signora era molto devota anch'ella frequentava assiduamente la chiesa, soccorreva le vedove, gli orfani e gli ammalati ed era lodata e rispettata quanto la suocera. Ma la madre di Henno dubitava della nuora. Aveva notato, a dispetto della sua condotta apparentemente irreprensibile, alcune inquietanti stranezze: la giovane donna, pur recandosi spessissimo in chiesa, entrava sempre dopo l'aspersione e prima della Consacrazione dell'Ostia. Così la Signora incominciò a spiarla. Praticò un foro nella parete della camera della nuora e la teneva d'occhio. Una domenica mattina - Henno si era recato in chiesa - la vide entrare in una vasca per prendere un bagno: toccata l'acqua, si trasformò in un drago. Dopo un po' il drago balzò fuori dall'acqua e la fedele compagna l'avvolse in un nuovo mantello. Il drago lo fece a pezzi con i denti e ridiventò una splendida donna. La madre di Henno raccontò tutto al figlio, e, insieme, colsero di sorpresa le due donne aspergendole di acqua benedetta. Lanciando altissime urla, esse, con un balzo prodigioso, fuggirono attraverso il tetto e lasciarono per sempre il possente castello che era stato a lungo il loro rifugio fra i mortali. I discendenti di quella unione soprannaturale - assicura il cronista - vivevano ancora al tempo in cui egli trasformò in parole la storia della loro Casata.

Liberamente tratto da :
Walter Map, "De Nugis Curialium", IV, 9, Oxford, Clarendon Press

Baddeley J.

Il cronista del XII secolo anticipa la vicenda e la figura ben più famosa di Melusina, la "sposa soprannaturale "per eccellenza ma più benigna di questo dèmone femminile (?). Non è raro, anzi, è molto frequente, soprattutto nel nord dell'Europa, e, segnatamente nel mondo celtico, che simili unioni vengano indicate all'origine di famose Casate. In parte, perché oscure leggende da sempre accompagnano antiche famiglie, ma anche per sottolinearne poteri nascosti, capacità sovrumane derivanti da un'antenata soprannaturale.
Più modestamente, nelle storie popolari raccontate da donnine timorate di Dio, in un'epoca molto più vicina alla nostra (vedi la lombarda "La Moglie Strega"), l'ambientazione si fa rurale, la vicina spia la strana moglie del vicino o la "vecchia di casa"che convive con gli sposi nota certe stranezze della nuora o, ancòra, è lo stesso marito che sospetta di aver sposato una strega devota al Nemico.

Questa è la fine delle antiche Dèe che si univano ai mortali per donare loro prosperità e una nobile discendenza. Una traccia rimane ancora nel Drago, animale ibrido e divino e persino nelle perfide ondine dei Grimm, o nelle nostre vivene e anguane...

Mab

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