domenica 24 novembre 2013

Tir-na-n-Og, La Terra degli Eternamente Giovani



C'è un paese chiamato Tir-na-n-Og che vuol dire il Paese dei Giovani, perché vecchiaia e morte non l'hanno trovato; né lacrime né forti risate vi si sono avvicinate. I boschi più ombrosi lo ricoprono permanentemente. Un uomo vi è andato e ne è ritornato. Il bardo, Oisin, che vagava in groppa a un cavallo bianco, muovendo sulla superficie della spuma con la sua fatata Niamh, ci ha vissuto per trecento anni, e poi è tornato a cercare i suoi compagni. Nell'attimo in cui ha toccato terra con un piede, i suoi trecento anni gli sono caduti addosso, si è piegato in due e la sua barba ha spazzato il terreno. Prima di morire ha descritto a San Patrizio il suo soggiorno nella Terra della Giovinezza. Da allora molti l'hanno vista, in diversi luoghi; alcuni nelle profondità di laghi da cui hanno sentito innalzarsi un vago suono di campane; più ancora l'hanno vista lontano, all'orizzonte, mentre lo scrutavano dalle scogliere occidentali. Neppure tre anni fa un pescatore ha avuto l'impressione di averla vista. Non appare mai se non per annunciare qualche sconvolgimento nel paese. Ad essa sono collegate molte credenze. 
Un pilota olandese residente a Dublino disse al signor De La Boullage Le Cong, che nel 1614 viaggiava in Irlanda, che intorno ai poli c'erano molte isole, alcune difficili da raggiungere a causa delle streghe che le abitano e che distruggono, scatenando tempeste, quelli che cercano di attraccare. 
Una volta aveva scorto e avvicinato, al largo della costa della Groenlandia, a 61 gradi di latitudine, una tale isola solo per vederla scomparire. Navigando in una direzione opposta incapparono nella stessa isola e, all'atto di accostarsi, furono quasi distrutti da una furiosa tempesta. Secondo molte storie, il Tir-na-n-Og è la residenza preferita delle creature fatate. Alcuni dicono che è triplice - l'isola dei viventi, l'isola delle vittorie e una terra sommersa. 

W.B. Yeats, "Fiabe Irlandesi"



Plutenko S.

Yeats era un poeta e quella che si direbbe "una bell'anima" . Mi piace come descrive... ciò che non condivido. Irlandese, conosceva il Gaelico quanto me, e, pur animato da un grande amore e lodevoli intenzioni, girava per le campagne alla ricerca delle sue "fonti" fiabesche con un interprete. Ma questo è il meno. "Visitava" il mondo celtico portandosi dietro la zavorra incompatibile del suo Romanticismo. Perfino Deirdre è un'eroina tragica, la sua storia è passionale, tragica, misterica, non romantica. Tir-na-n-Og, qui impastato con le stratificazioni di leggende, credenze e superstizioni successive, è un Mito che ricorre in tutte le ère di tutte le regioni del mondo. Nomi diversi, caratteristiche differenti... ma Avalon, la stessa Atlantide, le favolose Isole delle Donne... appartengono a tutti.

Mab

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